Cento
30 Gennaio 2015
Confermati i due anni di reclusione per minacce e istigazione alla corruzione

L’Appello conferma la condanna all’ex sindaco Tuzet

di Marco Zavagli | 2 min

tuzetCento. La Corte d’Appello di Bologna ha confermato la condanna di primo grado nei confronti dell’ex sindaco di Cento Flavio Tuzet. I giudici di secondo grado hanno accolto la richiesta del procuratore generale che, sulla scorta del verdetto di primo grado, riteneva Tuzet colpevole di minacce e istigazione alla corruzione.

Tuzet venne condannato il 9 novembre 2011 alla pena di due anni e un mese, oltre a una multa complessiva di 10mila euro alle due parti civili, Carlotta Gaiani, esponente del Pd locale all’epoca all’opposizione in consiglio comunale, e la madre, Francesca Bonasoni, ragioniera capo dell’amministrazione.

Tuzet nel 2008, nel tentativo di ricompattare la maggioranza, avrebbe istigato alla corruzione il consigliere Rudi Ridolfi, offrendogli la nomina a consigliere di amministrazione della società  Cmv in cambio del voto favorevole in sede di approvazione del bilancio. La seconda accusa riguardava le minacce nei confronti della madre di Carlotta Gaiani (oggi assessore provinciale alle Attività produttive), impiegata comunale in ragioneria, che avrebbe detto all’allora esponente dell’opposizione che se fossero stati in un’azienda privata ci sarebbero stati tutti i motivi per un licenziamento della madre.

I fatti risalgano all’aprile 2008. Nel marzo precedente la maggioranza di Tuzet, eletto primo cittadino nel 2006 con l’appoggio di Alleanza Nazionale, Lega Nord e dalla lista civica Rinascita Centese, si è vista mancare i numeri per l’approvazione del bilancio. Di fronte allo spettro del commissariamento sarebbe andata in scena una corposa “campagna acquisti”. Prima nei confronti di chi aveva fatto mancare il proprio “sì” alla manovra, come Rudi Rodolfi della civica Rinascita Centese. Il consigliere si vide offrire la nomina alla carica di consigliere di amministrazione della Cmv in cambio del suo pollice alzato. Successivamente gli arrivò anche la promessa di una poltrona in consiglio provinciale alle elezioni successive. La giunta si salvò grazie a uno dei più classici rimpasti. Il candidato sindaco del centrosinistra Arturo Orlandini fece da salvagente a maggio col proprio voto.

In mezzo a questo scenario di pressioni e coltelli – metaforici – puntati alla schiena (lo stesso Tuzet in aula disse che “si andava avanti e bisognava accettare. Non credo che sia una cosa tanto strana, nei Comuni è la normalità”), si inserisce anche il secondo reato. Nel corso di una riunione con esponenti dell’opposizione, il sindaco minacciò implicitamente il licenziamento della madre di Carlotta Gaiani, dirigente del settore ragioneria del Comune di Cento.

“Sono soddisfatto della conferma del verdetto – è il commento a margine dell’udienza che arriva dall’avvocato di parte civile Fabio Anselmo -; credo che giustizia sia stata fatta. Un pensiero lo dedico alla signora Bonasoni per quanto ingiustamente patito”.

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