Lettere al Direttore
15 Gennaio 2015

Lo “sprezzo del ridicolo”

di Redazione | 3 min

Ennio Flaiano ci ha lasciato in eredità massime immortali, una delle quale ci pare particolarmente adatta per descrivere l’attuale governo della città di Ferrara, ossia lo “sprezzo del ridicolo”. Triste considerazione in verità, ma adatta a sottolineare alcune decisioni ed esternazioni di componenti della giunta, che davvero lasciano ben intendere come l’obiettivo di risultare risibili, se non grotteschi sia oggi più che mai a portata di mano.

Faticoso trovare un punto d’inizio di questa rincorsa verso l’involontariamente comico, anche se ci pare memorabile la dichiarazione del sindaco Tiziano Tagliani del luglio scorso, quando a fronte del poco edificante spettacolo dei vertici del PD estense che si scozzavano anche a colpi di gomito per entrare nella lista per le tranquille spiagge all’ombra delle torri della Regione, ebbe a dire che non era una fuga, ma la “conquista di Bologna da parte dei ferraresi”: primo risultato di questo arrembaggio condotto da Paolo Calvano e Marcella Zappaterra in Regione è stata la immediata cantierizzazione dell’area vasta, che ci farà diventare la circoscrizione nord del capoluogo felsineo.

Forse il silenzio di Gigi Marattin, diventato uno dei cavalieri della tavola rotonda del premier Renzi è più apprezzabile: non si sa mai che di vittoria in vittoria, dopo una succursale di Bologna, possiamo trasformarci in una Tor Sapienza in salsa emiliana.

Peraltro la meta di farci diventare periferia invivibile è diventato l’altro obiettivo del piano quinquennale della giunta, sul quale siamo davvero a buon punto. Negato per anni qualsivoglia problema di ordine pubblico e irrisi dall’assessore Chiara Sapigni i comitati e le delegazioni dei cittadini, la situazione nel quartiere “lumino” (fu “giardino”) è ora felicemente incontrollabile. Però – anche qui con apprezzabile sprezzo del ridicolo – si può accelerare sulla via del disastro finale, e gli elementi per ravvisare finalmente un declino senza rimedio ci sono tutti: la creazione di una commissione “ad hoc” guidata da Leonardo Fiorentini, esponente vendoliano di cui rammentiamo le posizioni solidamente favorevoli alla legalizzazione degli stupefacenti, ci pare dia concretezza al programma di Tiziano Tagliani: un po’ come mettere Borghezio a capo dell’Opera nomadi; meglio non obiettare: anche sulle pagine del Carlino, negli scorsi giorni, una delle tante maestrine col righello facile della maggioranza in comune, Ilaria Baraldi, bacchetta sulle dita tutti quelli che non si adeguano al “mondo al contrario” all’ombra delle torri di via Costituzione, spiegandoci con la consueta malagrazia, come il comune abbia già provveduto in sovrabbondanza a curare i mali del quartiere. Ci viene da dire che se i risultati sono questi, forse è meglio che la Baraldi e i suoi compagni ci abbandonino a noi stessi…

E come dimenticare Massimo Maisto, di cui il falso profilo Twitter pareva talmente credibile da far vedere doppio perfino a chi era sobrio. Beh onestamente, visto anche il recente apprezzamento per il programma musicale del circolo Arci Bolognesi, ben rappresentato dalla locandina in cui il nostro Vescovo viene preso per i fondelli come non accade nemmeno nella Livorno del Vernacoliere, possiamo solo augurargli di poter serenamente assistere al ricco programma musicale che si svolgerà in piazzetta san Nicolò, a partire dagli imperdibili “Vivere Merda”: manifesto di quella cultura mitteleuropea che solo la città del teatro dedicato a Claudio Abbado può esprimere.

Speriamo che l’inverno eviti di mettere alla prova la salatura stradale, da sempre momento catartico dell’assessorato ai lavori pubblici; bastano e avanzano le scivolate fantozziane che rischiano quotidianamente i passanti nella galleria Matteotti per fare ben comprendere come anche in questo ramo della pubblica amministrazione la sopra citata massima di Ennio Flaiano abbia non solo seguaci, ma convinti sostenitori. D’altronde siamo o no la città patrimonio dell’Unesco?

Andrea Rossi

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