Economia e Lavoro
13 Gennaio 2015
Dopo la sentenza favorevole in appello, ora il rinvio al giudice di secondo grado

Truffa a Carife. Murolo, Cassazione annulla l’assoluzione

di Redazione | 2 min

murolo-Copia-420x376La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della procura generale di Milano e ha annullato con rinvio la sentenza di assoluzione della quarta sezione penale della Corte d’appello per la presunta truffa ai danni della Carife. Per l’ex dg della “Cassa” Gennaro Murolo – così come per i coimputati – ricomincia il processo che ruotava attorno al maxi investimento di Carife (circa 140 milioni di euro da maggio 2006 a febbraio 2008) su due mega progetti immobiliari: uno a Segrate (Milano Santa Monica), l’altro in via Adda a Milano (MiLuce).

Due iniziative firmate da Vegagest immobiliare Sgr e da due suoi fondi immobiliari riservati (Aster e Calatrava). Vegagest era la società di gestione del risparmio la cui azionista di maggioranza è Carife, e il fondo si proponeva di realizzare entro la metà del 2011 la costruzione di complessi immobiliari nei pressi della stazione centrale di Milano. Per l’accusa però i prezzi pagati dai soci del fondo per l’acquisto dei terreni erano lievitati in maniera incomprensibile rispetto alle precedenti stipule: basti pensare alla cessione del terreno di Segrate pagato circa 12 milioni di euro nel 2002 dal gruppo Commerfin e poi ricomprato per 117 milioni da Carife. Un rincaro dei prezzi che secondo la procura sarebbe stato organizzato ad arte con “artifici e raggiri” che generavano plusvalenze milionarie: il motore primo era Vegagest, che creava fondi immobiliari le cui quote venivano acquistate dalle società poi rifocillate da Carife con investimenti milionari.

Per quei fatti Murolo venne condannato in primo grado il 18 luglio 2013  a tre anni per truffa, oltre a una provvisionale di 25 milioni di euro, 50 mila euro per le spese legali e il risarcimento nei confronti dell’istituto di credito ferrarese da stabilire in parte civile. La sentenza venne ribaltata in appello, dove oltre a Murolo furono assolti gli imprenditori campani Dante e Luigi Siano (in primo grado condannati a quattro anni e mezzo), i fratelli Aldo e Giorgio Magnoni e Sandro Bordigoni della Navir (inizialmente condannati a quattro anni), e Mirko Leo, dipendente della Commerfin (società riconducibile secondo la procura ambrosiana ai fratelli Siano), condannato in primo grado a due anni e mezzo.

Nel giugno 2014 la Corte d’Appello di Milano ribaltò il verdetto e pronunciò assoluzione per tutti gli imputati con formula piena, perché il fatto non sussiste.

Ora, sul processo che ricomincerà dal secondo grado, incombe in ogni caso la prescrizione. L’indagine era iniziata infatti nel 2006.

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