Riva del Po
7 Gennaio 2015
Il crollo del prezzo del petrolio però impone prudenza

Mi Swaco pensa a maxi investimento a Ferrara

di Marco Zavagli | 3 min
Lo stabilimento berrese di Mi Swaco

Lo stabilimento berrese di Mi Swaco

Un maxi investimento a Ferrara da parte di una multinazionale che fattura 30 miliardi di dollari l’anno. Sembra un sogno di questi tempi. E se non fosse per il crollo del prezzo del petrolio degli ultimi mesi, sarebbe già realtà. La Mi Swaco sta ragionando da tempo sull’opportunità di unire le forze in un’unica sede produttiva, con l’unificazione dei siti di Berra, Serravalle e Santa Maria Maddalena. E il posto giusto l’ha già trovato: un terreno del valore di circa un milione di euro appena fuori del casello di Ferrara Nord.

La prospettiva per Ferrara è notevole. Basti pensare che la multinazionale americana, con sede a Houston in Texas, è leader mondiale nel campo della costruzione di macchinari per la perforazione dei pozzi petroliferi. Il gruppo dà lavoro a 8mila persone e dispone di 70 sedi sparse in giro per il mondo. In provincia di Ferrara ha acquistato nel 1998 la Mantovani & Vicentini e successivamente la Dora Acciai di Serravalle. Oggi il gruppo fattura qualcosa come 30 miliardi di dollari e nell’ultimo piano industriale ha destinato 7 miliardi di investimenti verso le sedi europee.

L’esigenza di ampliamento deriva dall’esigenza di avvicinarsi alle grandi vie di comunicazione su gomma, insomma all’autostrada. E non per far arrivare le merci, bensì le persone. Lo spiega senza remore Eric Zaghini, giustamente preoccupato di un possibile disimpegno della società nella sua Berra: “Mi Swaco cerca infatti manodopera e profili altamente qualificati. E oggi gran parte dei dipendenti arriva da fuori, con evidenti scomodità per entrambe le parti”.

Il sindaco nei mesi scorsi ha cercato in tutti i modi di “creare le condizioni affinché anche Berra potesse essere un’opportunità. Sono intervenuto come mediatore con i proprietari dei terreni limitrofi a quelli dell’azienda per definire un prezzo vantaggioso e consentire così l’ampliamento in loco. Era evidente però che non era sufficiente, la scelta di una via commerciale e l’esigenza di mettersi in prossimità dell’autostrada hanno prevalso”. Zaghini si può consolare con il fatto che, se l’affare andrà in porto, la sede legale rimarrà comunque a Berra (“e anche una parte residuale della produzione destinata all’Europa”) e la società è disposta a pagare un pulmino per le trasferte dei lavoratori.

I vertici ferraresi di Mi Swaco hanno anche incontrato Sipro per ragionare sulla nuova posizione. E la prospettiva del casello di Ferrara Nord è piaciuta subito. Il terreno è di circa 10mila metri quadri, con la prospettiva dichiarata dall’azienda di raddoppiare l’area produttiva entro il 2020.

A mettere però i bastoni tra le ruote al maxi affare è la congiuntura internazionale, che ha visto cadere a picco il prezzo del greggio. E per un’azienda che fonda la propria fortuna sul mercato dell’oro nero è stata una mazzata. Negli ultimi tempi infatti il processo di unificazione si è arenato. Una frenata, non un cambio di rotta.
La conferma arriva direttamente dal general manager Renzo Vicentini: “il progetto esiste ma tutto al momento è in stand by”. “La condizione attuale del petrolio – spiega – impone molta prudenza e la società sta rinviando il piano”.

Tutto dipende insomma da quanto durerà l’impennata al ribasso del greggio. Per il resto, a livello logistico, tutto sarebbe già pronto. Vicentini nelle scorse settimane ha anche incontrato il sindaco Tagliani, che “ci ha dato grande disponibilità, posso dire che il Comune di Ferrara si è fatto in quattro e ci ha fornito pieno appoggio”.

Ferrara aveva vinto la concorrenza di un altro possibile sito di insediamento, Villamarzana, in provincia di Rovigo. Sin dalle prime verifiche invece non c’era stata speranza per Berra e comuni limitrofi. E qui arriva una amara riflessione politica di Zaghini: “in tutto Copparese non c’è nemmeno un’area industriale idonea ad ospitare un investimento di questo tipo. Non c’è fibra ottica in alcune zone. A Berra l’abbiamo perché l’ha portata Mi Swaco a proprie spese. Il nostro territorio è stato trattato a pesci in faccia dalla politica, che ha preferito fare investimenti altrove. E questi sono i risultati”.

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