di Anja Rossi
Il Patchanka di Pontelagoscuro chiude, per sempre. “Non è una vacanza natalizia o una chiusura temporanea. Ci piacerebbe ma non è così. La nostra avventura a Ponte termina qui” sono le parole iniziali di un lungo post di Facebook, scritto qualche ora fa dai gestori Erika Mariotti e Paolo Bergonzoni per avvisare amici e clienti della difficile scelta di chiudere definitivamente il loro locale.
E se nella pagina del Patchanka si leggono solamente due parole, “triste addio”, senza altre spiegazioni, in quella di Erika Mariotti le frasi si avvicendano con rabbia ed emozione, per far capire questa estrema soluzione a chi ha seguito negli anni le attività del locale, luogo di musica e concerti per molti gruppi locali e italiani, oltre che punto di riferimento ed incontro per la collettività di Pontelagoscuro.
È un’avventura che termina male, secondo Erika Mariotti e Paolo Bergonzoni, perché le attività da proporre erano ancora molte, ma “ci siamo arresi con tanta rabbia nel cuore. Abbiamo pianto e combattuto per sei anni contro uno stato che ci ha illuso prima e poi schiacciato senza pietà. Sei anni ricchi di soddisfazioni personali e di momenti felici ma che ci lasciano con l’amaro in bocca”, si legge nella lettera. “Una decisione sofferta ma necessaria, con la consapevolezza di esserci stati e averci provato fino alla fine”.
Già da mesi, d’altronde, il 2014 è diventato l’annata simbolo di una difficoltà gestionale diffusa tra i locali ferraresi, spesso a rischio di chiusura. Un effetto domino che ha colpito un mese fa la caffetteria di palazzo Schifanoia, che vede ancora incerte le sorti per il circolo Arci Zuni e che il 31 dicembre vedrà la chiusura definitiva del Patchanka. La festa di Capodanno, infatti, è stata annunciata nella lettera come l’ultima serata per il locale di via Ricostruzione. “Sarà la fine dell’anno e la fine del nostro piccolo sogno italiano”, scrivono in chiusura Erika e Paolo.
Ci si avvicina dunque a un capodanno che più che suonare a festa per l’inizio del 2015 rischia di diventare una ‘deadline’ per le sorti di diversi locali della zona. Un capodanno che vede sempre con più frequenza scomparire luoghi di ritrovo e di incontro, che travolge la città a colpi di saracinesche abbassate e che lancia un pensiero sulle sorti sociali ed economiche del centro e della periferia ferrarese.