Politica
11 Dicembre 2014
Il consigliere Talmelli (Pd) presenta un ordine del giorno per promuovere la realizzazione del progetto ciclovia

Sostenere il progetto VenTo, da Venezia a Torino lungo il Po

di Redazione | 5 min

destra poSostenere il progetto VenTo per la realizzazione di una ciclovia che permetta di andare “In bicicletta da Venezia a Torino lungo il fiume Po passando per Expo 2015”. E’ lo scopo dell’ordine del giorno presentato dal consigliere comunale Pd Alessandro Talmelli che, se approvato dal prossimo Consiglio comunale, intende impegnare i parlamentari nazionali e i consiglieri regionali a intervenire presso il governo nazionale affinché vengano stanziate le risorse necessarie alla realizzazione del progetto, mentre il sindaco e la giunta comunale si impegnerebbero “a promuovere la costituzione di una cabina di regia insieme a tutti gli altri Comuni che si affacciano sul Grande Fiume per il coordinamento delle competenze istituzionali ed il coinvolgimento di soggetti portatori di interessi territoriali, al fine di consentire la progettazione unitaria di interventi, eventi e politiche turistico-culturali, soprattutto alla luce dell’abolizione delle Provincie”.

Per Talmelli il progetto VenTo sarebbe un’enorme opportunità di sviluppo economico e occupazionale a impatto zero anche per il nostro territorio, oltre a un’occasione per ridare centralità al fiume Po e migliorarne la tutela e la valorizzazione. Il progetto è stato presentato il 26 settembre 2012 alle Commissioni riunite VIII e IX della Camera ed è stato redatto dal dipartimento di architettura e pianificazione del politecnico di Milano. Consiste in una ciclovia di 679 chilometri che corre lungo il fiume Po, in parte sugli argini, in parte lungo ciclabili esistenti e in parte su tracciati ancora da attrezzare, che vuole collegare Venezia a Torino attraversando altri 121 Comuni, ricchi di beni artistici e architettonici e salendo fino a Milano Expo, accanto ai navigli. Si tratta del progetto della più lunga infrastruttura per il cicloturismo in Italia e nel sud Europa, costituendo la dorsale est-ovest della direttrice ciclabile europea Barcellona Kiev (Eurovelo 8) prevista dall’Europa. VenTo si svilupperebbe all’interno di un quadro dalle enormi potenzialità, in connessione con Eurovelo 5 che legherà Francia e Svizzera al Sud dell’Italia e con Eurovelo 7 che attraverso il Brennero collegherà Austria e Germania con il nostro Paese ed il Sud dell’Europa (questo tracciato è già in parte esistente e quindi i vantaggi sarebbero immediati). Il progetto della ciclovia – come spiega Talmelli nell’ordine del giorno presentato –  attraversa 4 regioni 12 province, oltre 120 comuni e 242 località e paesaggi culturali, incrociando lungo il proprio percorso una varietà di bellezze artistiche, monumentali, ambientali e naturali, luoghi di storia, cultura e di produzione unici in Italia; lungo il corso del Po si attestano già oggi 15 aree protette, tra parchi regionali e riserve, che rappresentano una ricchezza straordinaria ed una preziosa riserva di biodiversità; all’interno di questi ambiti si svilupperebbe il 40 per cento del tracciato della ciclovia, generando per queste aree nuove opportunità di fruizione turistica di carattere paesistico e naturalistico.

Se il costo di realizzazione è di circa 80 milioni di euro, il valore economico che VenTo è in grado di produrre, sottoforma di introiti per tutte le attività che incontra lungo il suo percorso (dove già oggi sono insediate 14.000 aziende agricole, 300 attività ricettive e oltre 2000 attività commerciali) è di 80-100 milioni di euro all’anno, “come dimostrano – dice Talmelli – le esperienze virtuose compiute da altri Paesi europei (la ciclopista del fiume Danubio da Passau a Vienna in Austria e del fiume Elba in Germania)”. “Il costo relativamente contenuto stimato per l’intera realizzazione di VenTo (circa 80 milioni di euro) – prosegue il consigliere – è reso possibile dal fatto che per il 15 per cento sfrutta tratti già esistenti, per il 42 per cento si propone di utilizzare argini di fatto esistenti ma oggi inutilizzabili a causa di regolamenti desueti, per i quali sono sufficienti pochi interventi di sistemazione (circa 1 milione di euro), per il 22 per cento è da realizzare con interventi «leggeri» (18 milioni) e il restante 21 per cento richiede interventi importanti (come l’attraversamento dei fiumi) per altri 61 milioni; il rapporto tra la distribuzione dei costi e l’effettiva fruibilità del tracciato è un dato molto significativo: dallo studio dettagliato del Politecnico di Milano risulta che con 1 milione di euro di interventi risulterebbe percorribile il 60 per cento del tracciato; con gli altri 18 milioni di euro si raggiungerebbe una percentuale di fruibilità dell’80 per cento e che solo il 20 per cento del tracciato richiederebbe la parte più consistente degli investimenti, comunque sostenibili in un arco di tempo sufficientemente contenuto”.

“La realizzazione di questo progetto – conclude Talmelli – richiede però l’assunzione una precisa volontà politica, non solo per l’individuazione delle risorse economiche necessarie, ma soprattutto per il superamento degli ostacoli burocratici e della frammentazione di competenze; andando così verso un nuovo e moderno modello di progettazione e gestione volto alla cooperazione tra gli enti secondo un’unica regia di progetto e gestione capace di mantenere bassi i costi. L’obiettivo da perseguire è quello di un forte coordinamento tra il livello centrale e territoriale: regioni, province, comuni, enti fluviali (autorità di bacino del fiume Po e Aipo), portatori di interessi specifici (associazioni di categoria, privati), replicando il modello di un’agenzia unica, già sperimentato in altri contesti simili, in grado di portare avanti in modo unitario la progettazione e la realizzazione dell’intervento, di contenere costi, tempi e appesantimenti burocratici e di assicurare la sostenibilità della gestione e manutenzione dell’opera una volta realizzata; l’autorità di bacino del fiume Po potrebbe essere, per competenza di legge e per proprio ruolo sovraordinato e direttamente collegato al Governo quanto alle regioni, un soggetto idoneo ad accogliere questo incarico. Ad oggi il progetto VenTo ha già raccolto l’interesse diffuso di migliaia di cittadini (circa 2500) e di numerose associazioni nazionali, tra cui la Federazione ciclistica italiana, FAI-Fondo per l’ambiente italiano, il Touring club italiano e Ciclobby. A queste si aggiungono le istituzioni locali quali la città di Torino, Crema, Chivasso, Crescentino. Ci sono state inoltre manifestazioni di interesse da parte di altre importanti istituzioni tra cui l’Autorità di bacino del fiume Po e i comuni di Venezia, Milano, Cremona, Pavia (anche la provincia)”.

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