Sport
9 Dicembre 2014
Dopo le rivelazioni di Schwazer, il 'Dottor Mito' sorpreso dalla procura di Padova al raduno del team Astana

Doping, Ferrari fa tremare il mondo dello sport

di Redazione | 4 min

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img1024-700_dettaglio2_Michele-Ferrari-dottoreDall’Italia al Kazakistan, passando per Francia e Stati Uniti, testate e quotidiani sportivi declinano senza troppe variazioni la stessa espressione: “l’ombra nera di Michele Ferrari”. Un’ombra nera che nelle ultime settimane fa tremare almeno 90 ciclisti e atleti di tutto il mondo, grazie agli sviluppi dell’inchiesta condotta dalla procura di Padova su quel “sistema Ferrari” messo in piedi dal medico ferrarese per diffondere nuove e sempre più efficaci sostanze dopanti. E, mentre la chiusura delle indagini si avvicina, cominciano a trapelare i nomi dei primi pezzi da novanta che avrebbero fatto uso dei ‘prodotti’ del Dottor Mito: oltre all’ex campione olimpico Alex Schawer – ora tra le principali fonti per gli inquirenti -, anche Enrico Franzoi (campione del mondo under 23 di ciclocross nel 2003), l’ex vincitore del Giro d’Italia Stefano Garzelli e buona parte del pluripremiato team ciclistico kazako Astana, noto per aver avuto tra le sue fila illustri campioni, dopati (Armstrong e Contador) e non (Nibali).

Proprio la presenza nel team kazako di Vincenzo Nibali, vincitore di Giro d’Italia nel 2013 e Tour de France 2014, è un ulteriore campanello di allarme per lo sport italiano: era presente anche il ciclista siciliano durante quel ritiro a Montecatini Terme su cui indaga ora la procura di Padova. Era il novembre del 2013 quando il dottor Ferrari, inibito a vita dalla frequentazione con sportivi in seguito al clamoroso caso Armstrong, si recò nell’albergo dove soggiornavano tutti i corridori della Astana. Nibali, i due fratelli Iglinskij (in passato trovati positivi all’eritroproteina), il manager ed ex corridore Alexander Vinokourov (squalificato per doping nel 2007) e tutto il resto della squadra. Il dottor Ferrari entra nell’hotel, senza immaginare che gli inquirenti sono appostati a poche decine di metri per seguire le sue mosse. Lo vedono parlare con alcuni membri del team. E fotografano ogni colloquio con manager e atleti.

La squadra Astana rischia ora di scomparire dal mondo dello sport: la Union Cycliste Internationale potrebbe ritirare definitivamente la licenza World Tour al team (la decisione verrà presa entro mercoledì) e scegliere di non concedere nemmeno quella per le competizioni minori. Tra gli elementi alla base del provvedimento, oltre ai sospetti sempre più pesanti di doping, anche le voci di una combine organizzata nel 2010 da un altro ciclista seguito da Ferrari: Vinokourov Kolobnev. Significherebbe la morte di una delle squadre ciclistiche più vincenti degli ultimi anni, ma anche un colpo durissimo per il medico ferrarese, che dal caso Armstrong in poi vede stringersi sempre più nella morsa della giustizia ordinaria e sportiva.

Infatti se i provvedimenti sportivi restano di competenza delle singole federazioni, gli sviluppi più clamorosi della vicenda saranno con ogni probabilità nei tribunali italiani. La procura di Padova vuole vederci chiaro sui conti esteri di Ferrari, che secondo le indiscrezioni avrebbe ottenuto introiti altissimi dai ‘servizi’ prestati a sportivi di tutto il mondo. Nell’informativa trasmessa dagli inquirenti al Coni ci sarebbe addirittura un tariffario: 300 euro per una visita e 60 euro di rimborso spese per i viaggi in camper, ma soprattutto ‘fette’ consistenti dei compensi degli atleti. Addirittura il 10% per i ciclisti più affermati, con collaborazione in esclusiva riservata solo a Lance Armstrong, ai tempi delle indimenticabili (ma comunque revocabili) vittorie al Tour de France. Con pagamenti puntuali e spesso provenienti da introiti in nero, come quelli incassati a fine stagione dalle squadre ciclistiche vendendo in nero le biciclette, in attesa delle forniture tecniche per l’anno successivo.

Tutti pezzi che prendono mano a mano il loro posto nel puzzle, grazie anche alle rivelazioni del ‘pentito’ Alex Schwazer (definito “collaborativo e credibile” dalla procura sportiva) che durante gli interrogatori con i pm avrebbe fatto i nomi di altri ‘clienti illustri’ del Dottor Mito. “Ricordo che in quell’occasione – afferma il marciatore altoatesino riguardo a un raduno alle isole Canarie – c’era un foglio scritto a penna da Ferrari sul quale c’erano i nomi di Garzelli, Francesco Masciarelli, Bertagnolli e il mio, con accanto il rispettivo peso. Vidi personalmente Garzelli, Francesco Masciarelli e Bertagnolli in albergo in quei giorni”. Nel fascicolo della procura di Padova compaiono i nomi di 90 atleti. Per i primi rinvii a giudizio potrebbe essere questione di giorni.

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