La mattina dedicata al tema statuto. Poco rilevante, in un quadro di crisi del paese o anche solo dei problemi di Parma. L’esposizione e le domande hanno mantenuto un profilo basso. Con tutto il rispetto per l’ottimo lavoro, da un topolino non si può ricavare una montagna.
Nel pomeriggio [di ieri] Pizzarotti ha dato la svolta, per fortuna. Avvalendosi di un bel video sugli Usa, ha introdotto il tema della libertà di espressione nel M5S, delle espulsioni, del coraggio di ammettere l’esistenza dei problemi per poterli risolvere, della positività del confronto costruttivo. Ha invitato a ripetere incontri analoghi e a reagire agli errori, senza mai citare Grillo o Casaleggio.
Lo hanno fatto altri, rivelando l’esistenza di un Movimento sensibile a quei temi, che pare appassionino molti attivisti ed elettori: la formazione degli eletti, l’organizzazione ed il sistema di regole, la competenza, il merito, la capacità del Movimento di fare proposte, di approfondire, di ascoltare, in modo organizzato, la necessità di un luogo in rete predisposto ad hoc, il rapporto con il territorio ed i cittadini, la mobilitazione di questi ultimi intesa come fattore propulsivo dell’azione politica, la condivisione delle scelte, la democrazia interna. C’è stato anche chi ha posto il tema della mission nel paese: eterna opposizione e quindi limitata efficacia nel cambiamento o alleanze e compromesso per realizzare parte degli obiettivi?
Temi per alcuni dei quali sono stati espulsi nel 2012 interi territori, come Ferrara e Cento ed i loro eletti nelle istituzioni, accusati da Casaleggio di non aver ben compreso lo spirito del Movimento. E negli anni successivi lo stesso Casaleggio ha regolato i conti anche con altri consiglieri comunali, regionali, parlamentari e di recente perfino con un sindaco cinque stelle, quello di Comacchio.
Non so quanto Pizzarotti oggi dia valore e peso a tutto ciò, ma di certo ha creato una occasione perchè se ne parlasse. E’ vero, non ha letto la lista degli espulsi, nè ha gridato all’ingiustizia, ma ha acceso la scintilla che potrebbe alimentare un nuovo incendio virtuoso di idee e di confronto nel M5S.
Per riconquistare fiducia e peso nel paese, il Movimento ora deve tornare allo spirito del 2009, riacquisire la consapevolezza che il paese si cambia se cambiano i cittadini, che il consenso ed il voto sono un mezzo e non un fine, che la mano proprietaria, repressiva ed illiberale di Grillo e Casaleggio non ha alcun diritto di cittadinanza in un Movimento democratico.
Vedremo se Pizzarotti verrà espulso, spero di no, ed in tal caso se andrà avanti, dall’interno, con questa operazione verità e trasparenza.
Valentino Tavolazzi
ex consigliere comunale M5S
espulso nel 2012 insieme alle liste di Ferrara e Cento