Lettere al Direttore
3 Dicembre 2014

Educazione sessuale alle medie

di Redazione | 4 min

Rappresento un nutrito gruppo di genitori di alunni delle classi terze di un istituto scolastico secondario di primo grado di Ferrara. Le chiedo gentilmente di mantenere l’anonimato sul mio nome perché sarebbe riconducibile a mio figlio, che frequentai la terza classe e che potrebbe essere oggetto di discriminazioni, anche inconsapevoli e non volute, da parte del personale docente.

A me come ad altri genitori, è stato presentato da parte dei docenti della scuola, un progetto formativo di educazione sessuale , da tenersi durante le ore di lezione, denominato “Viva l’amore”. Inoltre, tale progetto, oltre a coinvolgere i docenti, prevede anche delle speciali lezioni tenute da una psicologa del Consultorio Familiare.

Come genitore, assieme ad altri, abbiamo negato il consenso per la partecipazione dei nostri figli agli incontri con la psicologa. Purtroppo, non è nostra facoltà impedire ai nostri figli di assistere invece alle lezioni di educazione sessuale, che verranno tenuti dai docenti della scuola stessa. Ma, in realtà, la problematica non è tanto legata a questa impossibilità, se le lezioni fossero di carattere scientifico.

Cio’ che invece ci preoccupa fortemente è che le lezione, di scientifico non avranno alcunché, ma saranno solo lezioni di carattere personale, su temi etici e morali delicatissimi, quali la masturbazione, la pornografia, l’omosessualità ed altro, e che sfoceranno, giocoforza, in opinioni e punti di vista assolutamente personali e di parte, che i docenti e la psicologa, instilleranno nelle acerbe menti dei nostri figli, dato che si tratta di bambini di 13 anni.

Riteniamo che tali temi, proprio per la loro intrinseca delicatezza, dovrebbero essere trattati solo in seno alla famiglia, almeno fino a quando i nostri figli non avranno una età sufficientemente matura per poter elaborare criticamente, temi etici e morali così’ importanti e fondamentali per la crescita personale dei ragazzi stessi.

All’età di 13 anni, l’unico scopo che si può’ ottenere con tali giovani virgulti sarà quello o di ridicolizzare tali temi o di renderli ostici ed inaccettabili, e di creare una forte dissociazione tra l’educazione impartita dai genitori e le informazioni trasmesse dai docenti e/o psicologi, che ovviamente, esterneranno tali dati con punti di vista assolutamente personali che potrebbero cozzare fortemente con i parametri formativi utilizzati invece all’interno della famiglia, l’unica entità,a nostro parere, ad essere autorizzata, a trattare tali temi con bambini di 13 anni.

L’appello accorato che faccio al suo spettabile giornale, che seguo quotidianamente per l’esemplare imparzialità con cui enuncia fatti ed accadimenti della nostra provincia, è che renda pubblica questa vicenda, per ciò che effettivamente è un tentativo di “educare” bambini assolutamente immaturi, a temi etici di importanza fondamentale per la loro crescita morale., magari in contrasto con quanto invece viene loro insegnato dai genitori.

Per altro, altro fatto che ci ha lasciato fortemente perplessi, è che tale programma, finanziato con enormi quantità di denaro pubblico, sia stato oggetto di scambio commerciale tra il Consultorio familiare di Ferrara e la scuola stessa frequentata dai nostri figli.

Mi spiego meglio: In base alle dichiarazioni rese dalla Direttrice dell’Istituto, le lezioni della psicologa in classe, sarebbero gratuite, anziché a pagamento, in quanto poi, come scambio, la scuola garantirà agli psicologi del Consultorio, una giornata di “lezione” da svolgersi all’interno del Consultorio stesso per alunni e genitori dell’istituto, affinché i medesimi possano diventare futuri clienti degli psicologi stessi.

Tale fatto, se confermato, non farebbe altro che comprovare re che le lezioni di “Viva l’amore”, non hanno alcuna valenza scientifica o pedagogica per i nostri figli, ma solo uno scopo promozionale per promuovere i servizi del Consultorio, che come noto, vengono svolti, a pagamento, da psicologi professionisti. In pratica temiamo che sia solo una operazione commerciale per procacciare clienti agli psicologi, in un momento di crisi per tutti.

Comprendo che in tale mia lettera ho usato parole forti, ma, caro Direttore, si metta nei miei panni, e pensi che mio figlio andrà a scuola, non per imparare a matematica o la storia, ma per imparare a come masturbarsi correttamente o a fruire di materiale pornografico.

E non sarebbe neanche un problema, se mio figlio avesse almeno 16/ 17 anni, ma ne ha 13, e gioca ancora ai soldatini…

Grazie per l’attenzione e colgo l’occasione per porgere

Cordiali saluti

Lettera firmata

Gentile genitore,

non credo che a suo figlio verrà insegnato a masturbarsi o a cercare materiale pornografico on line (in questo secondo caso si configurerebbe un reato penalmente rilevante). Uno degli scopi dell’educazione sessuale, oltre ad avere una sessualità consapevole (non è una parola di cui avere paura, anche i bambini di pochi anni possiedono una propria sessualità) e, soprattutto, a usare i metodi contraccettivi. Che aiutano – dico cose banali – a evitare malattie veneree o gravidanze indesiderate.

Per togliersi ogni dubbio, specie per quanto riguarda il paventato rischio di plagio di giovani menti, può chiedere di assistere alle lezioni. Dubito che riceverà un rifiuto.

mz

Leggi anche la risposta del Consultorio.

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