Oggi sui giornali si parla di lotta all’evasione. L’evasione, stimata, è pari ogni anno a circa 4 finanziarie (160 miliardi di euro?). L’evasione dello scontrino non emesso, ma soprattutto la grande evasione, quella dei grandi numeri e dei grandi evasori. Mi raccontava un colonnello della Guardia di Finanza che si sa tutto di tutti. Si sa chi evade e chi non, si conoscono i numeri, i grandi evasori, i loro patrimoni. Volendo si può fare.
Un tema ancor più forte su cui agire è rappresentato dalla corruzione, la metterei al primo posto assoluto, proprio perché sempre vede coinvolti a vario titolo i “servitori dello Stato”. Dal piccolo al grande. La corruzione ci sottrae ogni anno decine di migliaia, miliardi di euro (60/anno?), si annida in ogni meandro pubblico, dai trasporti alla sanità, dalle grandi opere ai concorsi pubblici, dai posti occupati dalla politica in cambio di favori. Inquinando così la cultura del Paese, le possibilità per le nuove generazioni, la giustizia sociale, le pari opportunità. E facendo lievitare i costi ed il debito pubblico. E’ figlia della burocrazia.
La principale arma per prevenire la corruzione è la trasparenza. Convinzione questa, ribadita dalla stessa legge 190/2012 (legge anticorruzione) e da una serie di provvedimenti successivi tra cui il D.Lgs 33/2013 di “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” in cui i principi di trasparenza, pubblicità e diffusione delle informazioni trovano conferma in chiave di prevenzione della corruzione. Per fare ciò serve determinazione, volontà politica, capacità tecnica e tecnologie adatte per i dati aperti e trasparenti.
E qui mi allaccio ai costi del non fare. Secondo uno studio della Bocconi, tra il 2012 e il 2027 la mancata realizzazione di opere strategiche, vedi la banda larga, ci costerà, in termini di mancata creazione di ricchezza, ben 893 miliardi di euro. Viene evidenziato come i primi interventi sui quali il governo dovrebbe puntare per modernizzare il paese sono la banda larga e larghissima: nel 2014 e nel mondo del social ancora alcune parti del territorio italiano (anche a Ferrara e in Emilia Romagna) sono sprovviste di adeguata copertura per la connessione a internet.
Puntare sulla banda larga oggi vuol dire aumentare la produttività e l’efficienza dell’economia reale, favorire l’inclusione sociale e la qualità della vita. E soprattutto garantire la trasparenza e l’apertura dei dati, il contrasto alla burocrazia ed alla corruzione.
Altre spese intelligenti che potrebbero contribuire a risollevare l’economia italiana e regionale visto il momento sotrico, riguardano la ristrutturazione del fatiscente trasporto ferroviario locale, fermo agli anni 80, la messa in sicurezza degli edifici pubblici pericolanti, la sicurezza dei territori. Pianificazioni di lungo periodo, progetti di qualità, modelli di finanziamento innovativi e una gestione oculata delle risorse Ue.
Rossella Zadro
Centro Democratico