Politica
22 Novembre 2014
L'ex sindaco a Renzi e Bonaccini: “La Cgil non è di destra, vergognatevi!”

Sateriale: “Non voterò il Pd”

di Marco Zavagli | 2 min

OLYMPUS DIGITAL CAMERADomenica alle regionali emiliane non voterò per il partito Renzi e Bonaccini”. L’annuncio arriva via tweet da Gaetano Sateriale. L’ex sindaco di Ferrara, ora coordinatore nazionale della Cgil, aveva già espresso in più occasioni la sua distanza dall’attuale approdo del partito, in particolare dal nuovo corso renziano, tanto che lo scorso febbraio aveva ventilato la possibilità di non rinnovare nemmeno la tessera. “Da rottamatore a restauratore” fu allora la sua bordata http://www.estense.com/?p=357709.

Ora la mela della discordia viene lanciata con le dichiarazioni del premier contro il sindacato. “La Cgil non è di destra: vergognatevi! E studiate!” scrive Sateriale, con un rammarico per Calvano e gli altri: “mi spiace per i candidati ferraresi, ma il comizio di Renzi di ieri (giovedì, ndr) mostra che non c’è differenza tra Pdr (partito di Renzi?, ndr) e Pd emiliano: radici strappate. non voterò Pd”.

Infine un appunto, sempre da 140 caratteri, ai colleghi emiliani: “la Cgil non fa propaganda elettorale ma agli insulti si risponde in nome della dignità degli iscritti. Le Cgil emiliane dovrebbero battere un colpo!”.
D’altronde la divergenza verso il Matteo nazionale non è ami stata nascosta dal predecessore di Tagliani. Tanto che in una “auto-intervista”, pubblicata sul proprio blog,
Parliamone! (primachesiatardi), Saterialesi dice vittima di “un vecchio pregiudizio su Renzi e ne sono consapevole: sono convinto da sempre che sia più bravo come comunicatore che come statista. Fin da quando l’ho incrociato che era Presidente della Provincia di Firenze e già le sparava grosse… Il problema è che il pregiudizio si sta rafforzando in me invece che il contrario, come in fondo speravo. E questo mi dispiace… Il fatto che Renzi riesca a vendere prodotti che non esistono anche all’Estero è un’aggravante che si ritorcerà contro di noi, non un’attenuante”. Questo appena due settimane fa, per concludere che il suo permanere ancora nel Pd è dovuto ad “affezione, per rispetto verso quelli che ci credono e che ci hanno creduto; per pigrizia. Per la paura atavica di fare il “cane sciolto”(come si diceva una volta). Non certo per convinzione o perché speri in un rinsavimento a breve del suo gruppo dirigente. Nazionale o locale che sia”.

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