Lettere al Direttore
22 Novembre 2014

Appello al voto di Paola Peruffo

di Redazione | 5 min

Sono Paola Peruffo,
sono Consigliere Comunale a Ferrara, sono titolare di una farmacia, mamma di Sara, nonna di Giulia, moglie separata, sopravvissuta al cancro.
Lo dichiaro perché la passione civile, la voglia di spendersi, si forgia spesso sulla propria esperienza personale, che ci dà la misura di quanto una società risponda o meno ai nostri bisogni.
L’essere Consigliere Comunale mi consente di conoscere le competenze degli Enti, Regione compresa, di sapere come funzionano e fin dove possono agire. Quindi, di trattare ogni tema con cognizione di causa.
L’essere farmacista mi mette ogni giorno a stretto contatto con la sanità e i suoi limiti, con il senso di smarrimento e insicurezza dei clienti/pazienti, ma mi permette di evitare inutili proclami.
L’essere stata ammalata mi ha permesso di capire le difficoltà di una sanità pubblica che per chi non ha risorse proprie è l’unica strada percorribile. La Costituzione parla di diritto alla cura, io questo voglio sia garantito a tutti. La Regione, che in materia sanitaria ha ampia discrezionalità, ha fatto nel tempo scelte precise, certamente discutibili e sbagliate. Oggi è doveroso rendere perfettamente funzionante quel che c’è, evitando ulteriori depauperamenti e promuovendo anche forme di convenzione pubblico-privato, con un’attenzione particolare ad una popolazione sempre più anziana. Può coinvolgere di più i professionisti del settore per costruire una rete di ‘sicurezza’. I cittadini costretti a rivolgersi altrove, in altre Regioni, sono cittadini che perdono il senso di appartenenza, di fiducia, di identità. La sanità è uno dei motori di sviluppo e determina la qualità della vita e l’appetibilità di un territorio.
Ancora, l’essere stata ammalata mi ha messo a contatto col mondo dell’associazionismo e del volontariato, che spesso arriva laddove scarseggiano le risorse degli Enti. Volontariato e associazionismo vanno salvaguardati, perché senza questo magnifico mondo anche gli Enti sarebbero in difficoltà.
L’essere imprenditrice mi permette di conoscere i costi che sostengono i titolari di piccole attività, con sottrazione di risorse che sarebbero meglio destinate ad assunzioni. Il nostro è un territorio costituito prevalentemente di piccole medie e imprese, a tradizione famigliare, con pochi dipendenti, attive sia sul fronte della manifattura che dei servizi. Imprese che hanno bisogno di aiuti diretti e che andrebbero agevolate tanto sul fronte della detassazione quanto su quello degli incentivi. Pensiamo alla ricostruzione, che sembra ‘infinita’. Perché non indire bandi che privilegino le aziende del posto? Ci sarebbe un triplice vantaggio: lavorerebbero le nostre imprese, si manterrebbe qui l’occupazione e ci sarebbero forse maggiori garanzie sull’ultimazione delle opere. Va bene la promozione di concetti come l’innovazione e l’internazionalizzazione, ma se diventano gli unici requisiti premianti, rischiamo purtroppo di fare morire l’80 per cento delle aziende.
Aziende chiuse significa: dipendenti a casa e arresto dei consumi; impossibilità di garantire un percorso di istruzione completo ai figli, che vedendo mamma e papà disoccupati o in cassa integrazione, non crederanno di potersi costruire un futuro. Li stiamo disincentivando dicendo loro che tanto non ci sarà lavoro. Li induciamo ad andarsene all’estero, e così impoveriamo il nostro Paese e il nostro territorio. No, diamo loro la possibilità di stare qui, puntando ancora di più sulla formazione professionale, costruendo un canale diretto tra scuola secondaria e impresa, affinché gli studenti entrino nel mercato del lavoro gradualmente ma preparati. Premiamo gli Atenei e gli studenti universitari che fanno progetti eccellenti spendibili sul territorio, non altrove. Teniamo qui le nostre ricchezze, le nostre intelligenze.
L’essere divorziata mi consenti di conoscere le difficoltà delle mono famiglie. Che non sono solo single desiderosi di libertà. Sono separati spesso senza lavoro, anziani vedovi con pensioni minime. Sono le statistiche a parlare di mono famiglie in aumento e in difficoltà. Non siamo ipocriti, non occupiamoci della solo delle famiglie tradizionali, creiamo sgravi e incentivi anche per chi è solo.
L’essere madre mi consente di sapere come oggi un genitore avverte sulla propria pelle le paure e le ansie dei propri figli, anche adulti. Oggi, la mia generazione è nella condizione di doverli ancora aiutare, col timore di ledere spesso non solo il loro bisogno di autonomia, ma la loro stessa dignità.
L’essere nonna mi costringe a impegnarmi affinché mia nipote cresca in un mondo in cui tutte le persone hanno una chance e in cui il territorio è ‘sicuro’, in cui i rischi idrogeologici sono preventivamente affrontati senza aspettare l’emergenza. In cui si promuovono turismo e cultura, che portano ricchezza e bellezza, insieme a politiche di rispetto dell’ambiente.
L’essere di Forza Italia da sempre è una dimostrazione di lealtà. Io sono rimasta anche quando è stato difficile farne parte, perché errori ne sono stati fatti. Ma credo nella coerenza. Io sono una militante della prima ora e sono rimasta anche in tempi bui . Gli impegni si portano avanti nello stesso contesto in cui si sono assunti.
Io credo in un partito che dovrà proseguire anche senza Berlusconi, credo nell’idea che sta alla base di questo partito, che metteva e mette al centro l’individuo, in maniera liberale, dando a ciascuno la possibilità di scrivere la propria storia. Credo in un partito che deve avere alleati, ma deve recuperare forza, per non soccombere agli alleati, e la cui esistenza non dipende dagli alleati.
Ecco, molto altro avrei da dire ma mi fermo qui. Perché su quel che ho scritto, la Regione può molto con le proprie competenze (Sanità, Lavoro, Formazione, Ricerca, Università, Sicurezza e Difesa del Territorio, etc). Vi assicuro che la mia è una candidatura sincera, non di servizio. Che non prometterò mail il falso. Per questo non ho fatto il decalogo delle ‘buone intenzioni’.
Prometto invece coerenza e buon senso. Prometto che non farò battaglie ideologiche, che non sarò mai ‘contro’ a priori. La società sta cambiando in fretta, si affacciano nuovi bisogni e servono risposte concrete.
E a chi vi dice che il voto è inutile, rispondete che non è così, voti inutili e sprecati non esistono. Il 23 novembre andate a votare e se credete che la politica debba tornare ad essere una cosa bella, se volete tornare ad avere fiducia, sappiate che possiamo farcela. Perché il futuro è qui e sta in quella matita con cui 23 novembre farete la croce sul simbolo e scriverete il nome del candidato.
Io per questo vi chiedo il voto.

Grazie,
Paola Peruffo,
Candidata Forza Italia alle Elezioni Regionali del 23 novembre.

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