La Iss Italia replica a quanto affermato ieri dai sindacati che hanno annunciato lo sciopero dei dipendenti dell’azienda fornitrice del servizio di pulizia degli automezzi, degli uffici e officine di Tper a Ferrara e Comacchio.
Contrariamente a quanto affermato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uil Trasporti, Uil di Ferrara e le Rsa, l’azienda sostiene che lo stipendio dei dipendenti “non è mai stato pagato con oltre un mese di ritardo ma solo di alcuni giorni e che comunque agli operai veniva corrisposto ad iniziativa dell’azienda un anticipo corrispondente a circa metà della busta paga proprio per andare incontro alle loro esigenze; spiace poi – osserva l’azienda – che l’articolo sia stato fatto proprio nel mese in cui gli stipendi sono stati elargiti in anticipo”.
“Con questo certo – precisa la Iss Italia – non si vuole affermare che il ritardo anche di alcuni giorni non rechi disagio ai lavoratori, ma si vuole contestare l’esasperazione della parola “gravi ritardi” e “mediamente di oltre un mese” che non corrisponde affatto al vero. Per completezza di informazione è doveroso far conoscere che Iss gestisce il servizio di pulizia dall’agosto 2009, essendo subentrata ad altra ditta alla quale era stato risolto il contratto per inadempimento contrattuale e con la quale i lavoratori avevano in essere alcune vertenze sindacali per mancati pagamenti anche previdenziali. All’atto del subentro non solo non ha diminuito il personale ma lo ha addirittura integrato. Quando dopo un anno e mezzo è stato diminuito il contratto per la chiusura della sede Tper di Cento, nonostante Iss avesse la possibilità di licenziare quei lavoratori, ha provveduto a collocarli nel cantiere di Ferrara facendo – afferma l’azienda – i “salti mortali” per far tornare i conti. Nemmeno l’ultimo rinnovo contrattuale che ha previsto una diminuzione di lavorazioni ha fatto sì che i lavoratori subissero riduzioni d’orari. Scusate se è poco – lamenta la Iss – in questo periodo di spending review in cui al tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico sono pendenti almeno 150 situazione riguardanti chiusure o riduzioni di personale”.
Un invito, infine, viene rivolto ai sindacalisti: “Auspichiamo che i signori Giorgio lombardi della Filcams, Eva Paganini della Fisascat e Riccardo Bosi della Uiltrasporti riflettano su quanto accaduto”.