Economia e Lavoro
20 Novembre 2014
La procura milanese chiede un nuovo giudizio per l'ex dg della Cassa e dei soci nelle operazioni immobiliari a Milano

Truffa a Carife, ricorso in Cassazione contro l’assoluzione a Murolo

di Redazione | 3 min
murolo-Copia-420x376

Gennaro Murolo

La procura generale di Milano ha presentato ricorso in Corte di Cassazione contro l’assoluzione in appello di Gennaro Murolo e degli ex vertici di Carife per la vicenda della presunta truffa attuata ai danni dell’istituto di credito ferrarese. Non mancano le novità nelle cronache giudiziarie milanesi degli ultimi giorni, dopo la richiesta di rinvio a giudizio con rito immediato per i fratelli Giorgio e Luca Magnoni, entrambi già coinvolti nell’inchiesta che portò prima alle condanne (fino a quattro anni e mezzo) e poi alle assoluzioni dei dirigenti di Carife e Vegagest Sgr, società attiva negli investimenti immobiliari e controllata al 30% dall’istituto di credito ferrarese.

Entrambi i fratelli Magnoni sono infatti nuovamente nel mirino della procura milanese per un’altra vicenda che li vede indagati per bancarotta fraudolenta, frode fiscale, truffa aggravata e appropriazione indebita. Ad essere stata ‘prosciugata’ dalla loro gestione sarebbe in questo caso la Sopaf, società che secondo la magistratura avrebbe ‘svenduto’ a prezzi di favore all’imprenditore (amico dei Magnoni) Vittorio Pignatti Morano Campori le proprie quote di partecipazione della lussemburghese Five Stars Sa. Non è da escludere quindi che proprio il coinvolgimento dei Magnoni e della Sopaf nella vicenda della truffa a Carife, insieme all’ipotesi di nuovi reati commessi dalle società vicine ai due manager, possa aver fornito agli inquirenti nuovi elementi probatori a carico dei vecchi imputati, dando così la spinta decisiva all’avvio del ricorso in Cassazione.

Il processo chiuso il 12 giugno scorso dalla Corte di Appello di Milano ruotava attorno al maxi investimento di Carife (circa 140 milioni di euro da maggio 2006 a febbraio 2008) su due mega progetti immobiliari: uno a Segrate (Milano Santa Monica), l’altro in via Adda a Milano (MiLuce). Due iniziative firmate da Vegagest immobiliare Sgr e da due suoi fondi immobiliari riservati (Aster e Calatrava). Vegagest era la società di gestione del risparmio la cui azionista di maggioranza è Carife, e il fondo si proponeva di realizzare entro la metà del 2011 la costruzione di complessi immobiliari nei pressi della stazione centrale di Milano. Peccato che i prezzi pagati dai soci del fondo per l’acquisto dei terreni fossero lievitati in maniera incomprensibile rispetto alle precedenti stipule: basti pensare alla cessione del terreno di Segrate pagato circa 12 milioni di euro nel 2002 dal gruppo Commerfin e poi ricomprato per 117 milioni da Carife. Un rincaro dei prezzi che secondo la procura sarebbe stato organizzato ad arte con “artifici e raggiri” che generavano plusvalenze milionarie: il motore primo era Vegagest, che creava fondi immobiliari le cui quote venivano acquistate dalle società poi rifocillate da Carife con investimenti milionari.

Per quanto riguarda Carife, il principale indagato che potrebbe comparire davanti alla Corte di Cassazione è l’ex Dg Gennaro Murolo, condannato in primo grado a tre anni per truffa, oltre a una provvisionale di 25 milioni di euro, 50 mila euro per le spese legali e il risarcimento da stabilire in parte civile. Una sentenza ribaltata in appello, dove oltre a Murolo furono assolti anche gli imprenditori campani Dante e Luigi Siano (in primo grado condannati a quattro anni e mezzo), i fratelli Aldo e Giorgio Magnoni e Sandro Bordigoni della Navir (inizialmente condannati a quattro anni), e Mirko Leo, dipendente della Commerfin (società riconducibile secondo la procura ambrosiana ai fratelli Siano), condannato in primo grado a due anni e mezzo.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com