Eventi e cultura
1 Novembre 2014
La compagnia Magnifico Teatrino Errante rivendica il diritto all'unica vera bellezza

Biancaneve ‘rivisitata’ in cerca di verità

di Redazione | 3 min

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Immagine_dello_spettacoloLunedì 3 novembre alle 21 la sala Estense ospiterà il terzo appuntamento della rassegna La Società a Teatro: la compagnia Magnifico Teatrino Errante (gruppo di teatro/disabilità di Bologna) porterà in scena il suo “Biancaneve” con la regia di Valeria Nasci.

Questa favola l’hanno letta, ingerita, condotta al nostro tempo, si sono abbandonati al suo incanto e infine l’hanno stravolta. La sequenza della storia resta la stessa ma hanno reinterpretato i personaggi: le protagoniste sono tre, le nane sono femmine e i morsi alla mela sono diventati non più soltanto simbolo di un avvelenamento favolesco ma di una morte collettiva: quella di tutti noi che restiamo spesso a guardare senza pretendere la verità, senza volerla sapere perché fa più comodo così, perché fa meno male. Dice la loro Biancaneve: “Il mondo reale spesso non mi piace, è brutto. Soltanto l’illusoria bellezza può renderlo sopportabile. E se la verità è un mistero irraggiungibile allora devo costruire sulla menzogna”.

Questo il rischio su cui ci fa riflettere il lavoro di questa compagnia: quello di vivere nella finzione, nell’apparenza, dove i corpi diventano oggetto e gli oggetti hanno potere sui corpi. Ma gli attori di questo gruppo, per la maggior parte ragazzi con disabilità, la verità vogliono saperla. Vogliono sapere di cosa sono fatte le mele che mordiamo, vogliono sapere quanta acqua e quanti pesci sono contaminati dalle radiazioni di Fukushima, e dove sono finiti i soldi del Monte dei Paschi di Siena. “Specchio specchio delle mie braghe chi è la più bella del Reale?”, chiede la loro matrigna. E loro hanno pensato di rispondere: “La verità. La verità è la più bella, e ci rende davvero liberi”. “Biancaneve” di Magnifico Teatrino Errante diventa così una storia che appartiene a tutti e che cerca di rivendicare il diritto di sapere.

Annalisa, attrice e drammaturga della compagnia, di questa esperienza dice: “Ho imparato a dosare i tempi della parola, ad ascoltare i segnali degli altri, ad occupare in modo equilibrato gli spazi. Ma, soprattutto, sto imparando a non sottovalutarci. Quando Valeria ci ha proposto di preparare uno spettacolo che si sviluppasse attraverso un vero e proprio copione ho pensato che non saremmo stati adatti. Ero convinta che non avremmo potuto assegnare delle parti strutturate e seguire coerentemente le battute, non mi sembrava nelle “nostre corde”. Mi sbagliavo. Lavorando su questa fiaba abbiamo potuto parlare di bellezza, di verità, di desideri, di morte… abbiamo potuto confrontarci con elementi presenti dentro ognuno di noi. Per questo, forse, abbiamo cercato di abitare in modo autentico questi personaggi: Nura ha insistito per imparare a memoria la sua parte, Marcello ha affrontato metri di faticosissima camminata a quattro zampe, io ho preferito scendere dalla sedia e poter saggiare la terra come una “vera” Biancaneve. Il giudizio finale sulla qualità del risultato spetta ovviamente al pubblico ma noi, nei mesi di preparazione per la realizzazione dello spettacolo, abbiamo fatto dei passi avanti sia come attori che come gruppo”.

Questo spettacolo è una delle tante dimostrazioni di come la pratica teatrale e il mondo della disabilità si possano incontrare stimolandosi a vicenda. Per informazioni contattare il numero 0532 205688 o scrivere a segreteria@csvferrara.it.

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