Cronaca
21 Ottobre 2014
Il comitato Ferrara Città Sostenibile attacca: "Un grande regalo a Hera e un grande danno alla salute"

“Con Sblocca Italia Ferrarà sarà pattumiera d’Italia”

di Redazione | 3 min

inceneritore (7)Il comitato Ferrara Città Sostenibile critica aspramente il decreto Sblocca Italia del quale chiede la cancellazione in quanto rappresenta “un attacco all’ambiente senza precedenti”.

Particolare attenzione viene riservata all’articolo 35, quello sulla gestione dei rifiuti, considerato come uno strumento che “rilancia l’obsoleto e anti-economico ruolo degli inceneritori”. “Gli inceneritori di rifiuti potranno operare al limite massimo della capacità dell’impianto e assorbire le eccedenze di altre Regioni – scrive il comitato – e così Ferrara, grazie al decreto ‘Sblocca Italia’, diventerà una delle pattumiere d’Italia”. “Questo decreto – proseguono gli attivisti, attaccando anche altri punti del testo – ci condannerà all’arretratezza di un’economia basata sul consumo intensivo di risorse non rinnovabili. Il ‘cambiamento’ che propone è in realtà la riedizione di una politica vecchia e miope che, se attuata, produrrà altri disastri paesaggistici, ambientali, architettonici. Propone infatti di ‘sbloccare’ l’economia perpetuando le vecchie ricette del Novecento: petrolio, cemento, asfalto, deregulation urbanistica ed edilizia. Un modello tradizionale dello sviluppo oramai fuori tempo, incapace di rispondere alle nuove esigenze della realtà che cambia e che è già risultato fallimentare”.

Secondo il comitato “l’unica novità è che dichiara ‘infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale’ ogni impianto di incenerimento di rifiuti, gasdotti, rigassificatori, trivellazioni per idrocarburi e stoccaggio di gas e ne assume la regia a livello del governo centrale, mettendo fuori gioco Regioni, enti locali e cittadini. A Ferrara – ammoniscono gli attivisti – la conseguenza più immediata sarà la ‘liberalizzazione’ dell’inceneritore”, considerata come “un grande regalo a Hera che potrà ricevere rifiuti da bruciare da ogni parte di Italia e potrà incenerire fino al massimo della capacità dell’impianto, aumentando i profitti”.

Una soluzione che comporterà “un grande danno alla salute dei cittadini che subiranno le conseguenze dell’aumento delle emissioni inquinanti e vedranno vanificati i loro sforzi per recuperare e ridurre i rifiuti”, in direzione inversa rispetto a quanto starebbero facendo gli altri Paesi europei, più propensi invece riciclo, riuso e recupero “nel rispetto dell’ambiente, della salute e della riduzione dello spreco”.

Nonostante l’opposizione di molti Comuni e Province, nonostante che la commissione Ambiente della Conferenza Stato-Regioni ne abbia chiesto formalmente l’abrogazione – osserva il comitato – l’articolo 35 è stato approvato “e le modifiche apportate dagli emendamenti non ne hanno modificato la sostanza”. Proprio tale emendamento è oggetto di altre critiche: “Monetizza il danno alla salute 20 euro a tonnellata di rifiuti extraregionali bruciati che i gestori degli impianti verseranno alla Regione ( che potrà ricompensare i cittadini inquinati con una piccola, ipotetica, riduzione della Tari) – accusa il comitato -. La salute dei cittadini non si compra”.

Una situazione nuova, imposta dall’alto che non trova ancora maggiore opposizione da parte degli attivisti che ricordano come “nonostante l’opposizione dei comitati e di tutte le associazioni ambientaliste, il nostro inceneritore era stato triplicato 10 anni fa con la garanzia da parte dell’allora sindaco Sateriale che avrebbe smaltito solo i rifiuti dell’ambito provinciale, che sarebbero state chiuse tutte le discariche della provincia e che, progressivamente all’aumento della raccolta differenziata, si sarebbe poi proceduto alla dismissione dell’inceneritore stesso. Era stato autorizzato a bruciare al massimo 130.000 tonnellate di rifiuti, con la prescrizione di non superare il limite di 30.000 tonnellate di rifiuti speciali. Adesso invece – continua il comitato – le discariche non sono state chiuse, il limite a bruciare i rifiuti speciali è già stato cancellato a favore degli affari del gestore”.

In tale contesto sorgono così alcune domande: “Qualcuno continuerà ancora a fare la fatica di differenziare sapendo che il suo sforzo non porterà a nessun miglioramento per l’ambiente e la salute? Che senso ha fare la raccolta differenziata se poi l’inceneritore non verrà chiuso e continuerà a bruciare i rifiuti indifferenziati di altri ?” si chiede il comitato prima di concludere in modo lapidario: “L’articolo 35 dello ‘Sblocca Italia’ va cancellato, come il resto del decreto”.

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