Politica
15 Ottobre 2014
Il sindaco di Bondeno correrà per Forza Italia e Lega Nord: “Sono pronto”

È ufficiale: Alan Fabbri candidato presidente

di Marco Zavagli | 3 min

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fabbri“Alan è il candidato sindaco del centrodestra per la presidenza dell’Emilia-Romagna”. È il segretario provinciale della Lega Nord Fabio Bergamini a dare l’annuncio atteso a Ferrara da giorni. “Come leader di coalizione è una novità – aggiunge Bergamini -, perché siamo riusciti a proporre e scegliere un amministratore vincente al posto del solito politico puro, uno di noi piuttosto che qualcuno mandato da Roma”.

Eppure il diretto interessato, fino a 24 ore prima della chiamata ad Arcore di sabato scorso non se lo sarebbe mai aspettato. Nonostante l’endorsment di Salvini, Alan Fabbri non avrebbe mai pensato di diventare l’uomo si cui punterà il centrodestra (Forza Italia, Lega Nord e molto probabilmente Fratelli d’Italia) per vincere le elezioni regionali in Emilia-Romagna.

Poi l’incontro con Berlusconi, la battuta sull’aspetto poco british (codino e jeans) con cui si è presentato in Brianza e infine il via libera. Ora, in attesa del messaggio ufficiale del fondatore di Forza Italia, Fabbri può già levarsi di dosso la concorrenza del suo compagno di partito, il segretario provinciale del Carroccio di Forlì-Cesena Jacopo Morrone, l’altro nome sulla bilancia dei candidati.

“La mia candidatura avanzata da Salvini è la dimostrazione che la Lega punta molto sulla nostra regione”. Questa la prima battuta a Estense.com non appena il sindaco di Bondeno ha ricevuto l’ufficialità. E lui, primo sindaco del Carroccio nella storia dell’Emilia-Romagna, salito in municipio ad appena 31 anni dopo aver vinto il ballottaggio nel 2009 con il 57% dei voti e rieletto al secondo mandato al primo turno con il 64,21%, non vuol fare la parte della meteora. “Mi sento pronto per questa sfida”, afferma dall’alto della sua buona affinità con le urne. D’altronde il giovane Fabbri andrebbe anche a simboleggiare quell’Emilia laboriosa che si è rimboccata le maniche dopo il terremoto. “Credo che questo aspetto abbia influito nella scelta e giocherà un ruolo importante anche in vista della campagna elettorale da qui al 23 novembre”.

Quanto agli alleati, Fabbri crede di poter catalizzare un consenso più ampio dei singoli partiti assieme, cercando di raccogliere un consenso trasversale: “da anni giro in mezzo alla gente, ne tasto il polso, mi confronto con i loro problemi e credo che oggi come non mai gli elettori siano pronti a pensare in modo non ideologico ma pratico”.

E poco gli importano i recenti scandali che hanno travolto l’amministrazione uscente, in primis la condanna di Vasco Errani. “Purtroppo siamo abituati a vederne ovunque, in tutte le regioni, ma io preferisco parlare di contenuti e di un modo di amministrare più vicino agli emiliani; una politica che renda merito ai nostri cittadini di contribuire in maniera determinate al Pil nazionale e che difenda prima di tutto i diritti delle persone che qui vivono da anni”. Mentre il primo riferimento è al fatto che “spesso l’Emilia-Romagna è relegata ai margini della politica nazionale, come dimostrano i contributi sui danni del terremoto arrivati al 100% solo nell’aprile del 2013”, il secondo attiene al tema caro alla Lega del contimento e della gestione dell’immigrazione.

Viene poi la sanità. E qui, a Ferrara, Fabbri sfonda una porta aperta. “Servono livelli più elevati in termini di tempi di attesa e di servizi, ormai Lombardia e Veneto viaggiano a velocità ben superiori alla nostra”.

“Il programma elettorale sarà reso noto presto in conferenza stampa – interviene Bergamini -. Sicuramente i punti principali sono quelli elencati da Alan: una sanità vista con un’ottica diversa, con una gestione delle liste d’attesa che prenda esempio dalle regioni dove abbiamo già governato, come sanno bene i ferraresi costretti a farsi curare in Veneto; una politica migratoria che non passi sulle nostre teste e che non ripeta gli errori di Mare Nostrum, che ha trasformato in profughi anche quei clandestini che provengono da paesi dove non c’è guerra”.

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