Economia e Lavoro
8 Ottobre 2014
Dati a tinte fosche dall'Osservatorio economia della Cciaa. Migliora il settore delle costruzioni

Economia ferrarese, previsioni in peggioramento

di Redazione | 7 min

camera commercioSono dati congiunturali a tinte fosche quelli presentati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio e relativi al 2° trimestre del 2014. E le previsioni riguardanti il 3° trimestre non sono certo più rosee, con qualche eccezione a seconda del settore di attività economica considerato.

Tutte le precedenti previsioni, infatti, vengono riviste al ribasso, alla luce dei dati economici ora disponibili che hanno messo in luce una netta virata in peggio della congiuntura europea e nazionale. La stima di una crescita regionale del Pil nel 2014 dello 0,8% (contenuta negli scenari economici provinciali diffusi) è fondata sulle ipotesi del Rapporto di Prometeia di luglio e quindi di una crescita nazionale dello 0,3% e di una crescita per la provincia di Ferrara dello 0,4%, stime che ora appaiono datate ed eccessivamente ottimistiche. Le previsioni in peggioramento riguardano in particolare l’industria in senso stretto e gli altri servizi, mentre andamenti più positivi si riscontrano per costruzioni, commercio e i servizi di intermediazione finanziaria.

Per quanto riguarda la demografia delle imprese, i dati sono aggiornati al 31 agosto, data alla quale si evidenzia un saldo negativo, tra imprese iscritte e cessate, di 135 unità. In contrazione risultano in particolare le imprese del settore agricoltura, silvicoltura e pesca, del trasporto e magazzinaggio, delle costruzioni, del commercio, oltre alle attività manifatturiere e alle attività artistiche, sportive e di intrattenimento. Tengono bene, invece, le imprese dei settori ricettivo e di ristorazione, ma anche quelle di noleggio, agenzie di viaggio e di supporto alle imprese, così come quelle dei servizi di informazione e comunicazione. In aumento le sedi registrate per imprese straniere e femminili. Saldi positivi per tutte le forme particolari di imprenditoria, soprattutto per quella giovanile, nonostante le iscrizioni siano in calo e le cessazioni in lieve aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Nel settore della pesca si registra un aumento in quantità e valore commercializzato del pesce introdotto e venduto nei mercati ittici della provincia. La quantità di crostacei raddoppia rispetto a giugno 2013, accompagnata anche da un incremento del valore complessivo che non raggiunge però i livelli degli anni precedenti, ma soprattutto risulta meno accelerato rispetto all’incremento delle quantità, lasciando così presupporre una variazione negativa dei relativi prezzi unitari. Contrazioni si rilevano poi nel settore dei molluschi. L’Osservatorio Ismea rileva che dopo un 2013 negativo, nella prima metà del 2014 i consumi domestici di prodotti ittici hanno mostrato una lieve ripresa. Resta però ancora stagnante la domanda di prodotto fresco. A fronte di acquisti ancora prudenti, i prezzi medi al consumo dei prodotti ittici freschi si confermano per lo più in calo.

Nel settore manifatturiero gli indicatori congiunturali, dopo una breve parentesi positiva dello scorso trimestre, tornano ad essere negativi. Il segno più si rileva, ancora una volta, solo per il fatturato estero. Nei vari comparti produttivi si assiste alla diminuzione della produzione nei principali settori, con variazioni più consistenti per l’industria meccanica e i mezzi di trasporto e per le macchine elettroniche ed elettrotecniche. Variazioni positive solo per il sistema moda, in recupero rispetto ai trimestri precedenti. Quanto alle previsioni, prevale la stabilità sia nelle valutazioni sui dati congiunturali (rispetto quindi al trimestre precedente) sia nelle previsioni per il trimestre successivo. Unico indicatore che conferma un andamento più positivo riguarda gli ordini esteri, per i quali quasi la metà delle imprese esportatrici del campione considerato segnala un aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In generale la quota che dichiara aumenti rimane, seppure alle volte di poco, inferiore a quella delle imprese pessimiste. Sono tornate negative le aspettative per l’andamento produttivo del prossimo trimestre per la maggior parte dei settori, se si escludono il sistema moda e la meccanica con i mezzi di trasporto.

Nel campo delle costruzioni nel 2° trimestre 2014 migliora, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il trend del volume d’affari. La produzione, riferita al secondo trimestre dell’anno, risulta però in crescita rispetto al trimestre precedente per un’impresa edile su quattro. Un terzo del campione prevede poi un volume d’affari in calo, mentre la restante quota del campione non intravede crescita per il proprio fatturato.

Nel settore del commercio si registra una ripresa delle vendite per il commercio al dettaglio. Le variazioni negative si intensificano sia per l’alimentare che il non alimentare. Conferma la propria crescita la grande distribuzione locale.

Per quanto riguarda il turismo, l’aggiornamento dei dati definitivi in questo caso si ferma a giugno, così non risulta possibile fare ancora un bilancio completo della stagione. Considerato l’andamento climatico dell’estate, partita già lenta, non si attendono per la costa risultati così positivi come quelli registrati nel comune capoluogo. A Ferrara, infatti si sono registrati 95.280 arrivi e 183.860 presenze (tra italiani e stranieri), rispettivamente il 10,4% e l’11,1% in più rispetto allo scorso anno, con un +5% di arrivi e un +5,6% di presenze per quanto riguarda i soli esercizi alberghieri. Già dal primo semestre dell’anno in città si rilevavano dunque aumenti, addirittura a due cifre, per quanto riguarda gli arrivi di italiani e le presenze di stranieri. Sulla costa invece, fino a giugno è mancata una parte di stranieri, per i quali calano sia arrivi che presenze, compensati però dagli incrementi degli italiani, che annullano così la riduzione della componente estera (nel complesso 122.825 arrivi con un +6% e 824.802 presenze, stabili). L’andamento complessivo non risulta negativo, se non per le presenze nelle strutture alberghiere. Positivi i risultati riferiti agli italiani in ogni ambito territoriale.

Per quanto riguarda le imprese con attività internazionale, sono 383 le imprese ferraresi che nel primo trimestre dell’anno hanno svolto almeno un’operazione commerciale di export con un paese straniero. Le operazioni per impresa sono state in media pari a 26. 43 sono imprese femminili, tra le quali i due settori prevalenti (manifattura e commercio) sono rappresentate da una ventina di unità. 17 sono giovanili e 27 le straniere, in entrambi i casi si tratta soprattutto di imprese che operano nel commercio. Per tutte queste tipologie di imprese, il numero di operazioni per impresa si abbassa drasticamente. 2 imprese sono invece start-up. Le imprese che hanno svolto operazioni di import sono state 266, di queste, meno della metà (117) hanno anche esportato. Nel settore manifatturiero si concentra il numero più elevato di imprese e operazioni, sia per quanto riguarda l’importazione che l’esportazione. La quota di imprese che hanno esportato nell’industria è superiore a quella di chi ha importato; viceversa nel commercio la percentuale di chi ha comprato merci all’estero è superiore a quella riferita a chi ha venduto in paesi stranieri. Per entrambi i settori il trend è opposto se riferito alle operazioni. L’agricoltura registra quote minime, più significative per numero di imprese che per operazioni, in particolare nell’export. Da rilevare poi che il numero di operazioni per impresa nella manifattura è più elevato per
l’export (32) rispetto all’import (26). Così come accade nel commercio, dove però le operazioni di importazione per impresa (13) sono meno della metà di quelle riferite alle esportazioni (28). Sebbene gli Usa rimangano il primo partner commerciale per numero di imprese e operazioni come paese di provenienza delle merci, la Cina lo è per l’origine (1.209 operazioni per 133 imprese coinvolte).

Per le esportazioni vengono confermate le variazioni positive registrate sin dalla fine dello scorso anno: la variazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, ultimo mese disponibile giugno, è pari a +9,6%, mentre il dato riferito al 1° semestre segna un +10,7%. Ferrara si colloca tra le province che presentano una dinamica positiva particolarmente sostenuta (+10,7%) e fornisce un contributo maggiore dello 0,03% alla variazione delle esportazioni italiane.

I dati dell’Osservatorio della camera di Commercio hanno preso in considerazione anche i dati relativi all’utilizzo della Cassa integrazione, che nel periodo da gennaio a luglio 2014 vedono una contrazione della Cig in deroga del 58,8% rispetto all’anno precedente (752.907 ore autorizzate) e della Cig ordinaria del 34,6%, mentre si registra un aumento consistente, del 341%, per la Cig straordinaria, in controtendenza rispetto al dato regionale.

Analizzati anche i protesti e fallimenti. Nei primi sette mesi del 2014, i protesti, sono calati sia per numero, che per valore. Fa eccezione l’importo complessivo delle tratte non accettate che raddoppia, ma la sua incidenza sul
totale è sempre molto ridotta. Il numero dei fallimenti è invece in crescita in quasi tutti i settori, mentre risulta in controtendenza nelle costruzioni, attività che ha rilevato già dalla fine dello scorso anno aumenti di procedure concorsuali. Tra gennaio e luglio 2014 si registrano poi 203 scioglimenti e
liquidazioni volontarie, 35 in meno rispetto allo scorso anno. La contrazione risulta più accentuata rispetto all’andamento regionale, ma soprattutto a quello nazionale. In controtendenza il comparto del turismo e della manifattura dove invece le procedure sono cresciute. Il commercio è ancora il settore dove si concentra il numero più rilevante di procedure.

Infine il ricorso al credito. Il deterioramento dei finanziamenti prosegue con la stessa intensità registrata negli ultimi 9 mesi. Cali più consistenti per le imprese medio grandi. Più stabile il trend decrescente rilevato per le famiglie  consumatrici. Le contrazioni di tutti i settori sono più pesanti rispetto a quanto si registra nel complesso della regione.

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