Cronaca
4 Ottobre 2014
Nessuna ripresa senza sviluppo sociale. E' il messaggio lanciato al Festival di Internazionale

“Basta austerity, di solo rigore si muore”

di Redazione | 2 min

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“Non può avvenire una ripresa economica se non c’è un contemporaneo sviluppo sociale”. È questo il messaggio chiave lanciato durante il dibattito “Uscire dalla crisi” che si è svolto ieri sera al teatro Comunale nell’ambito delle iniziative del Festival di Internazionale e che ha visto tra gli ospiti Pauline Green di Alleanza Cooperativa Internazionale, Mauro Magatti, economista dell’Università Cattolica di Milano, e Pierluigi Stefanini di Unipol e Fondazione Unipolis, moderati da Federico Fubini de La Repubblica. Per i relatori si è smarrito da una trentina d’anni a questa parte l’autentico spirito keynesiano di sviluppo sostenibile di una società.

Creare valore e smetterla con il consumo indiscriminato e fine a se stesso di risorse. È un po’ questo il sunto del pensiero dei tre intervenuti. “Se si pensa di uscire dalla crisi solo grazie a uno sviluppo economico, ci si sbaglia di grosso – spiega Mauro Magatti – lo sviluppo sociale non deve essere una conseguenza di quello economico. Non è possibile basare la crescita sul consumo, come si è tentato di fare finora. La ripresa si deve basare sulla creazione di valore, questo si viene a costituire con investimenti in opere di pubblica utilità, come ad esempio ristrutturare delle scuole o investire sulla cultura e la ricerca. Solo le civiltà che produrranno valore si riprenderanno dalla crisi attuale. Altrimenti – continua il professore – si rischia un acutizzarsi del malcontento e la stringente necessità di una regolamentazione finanziaria mondiale o con mezzi diplomatici delicatissimi o, nella peggiore delle ipotesi, con una guerra”.

Arriva anche la richiesta di sbottonare un po’ di più l’austerity impostaci da Bruxelles. “È ora di dire basta all’austerity – sottolinea Pierluigi Stefanini -. Bisogna creare un circolo virtuoso a livello sociale, commerciale ed economico che solo successivamente, e di conseguenza, vada a risanare i conti pubblici. Altrimenti si rischia una paurosa deflazione che potrebbe schiacciare ulteriormente chi già oggi soffre la crisi”. Anche Pauline Green è sostanzialmente sulla stessa linea. “Bisogna mettere in condizione i giovani con un progetto di poterlo sviluppare nel migliore dei modi, solo così si può creare valore e trovare nuovi business per far ripartire l’economia dei paesi europei in difficoltà. Anche l’austerity tedesca è necessario che venga allentata o altrimenti di solo rigore si muore”.

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