Economia e Lavoro
2 Ottobre 2014
Stop agli straorinari e sit-in di Slc-Cgil e Slp-Cisl nella succursale di Porta Romana

Carenze di personale alle Poste, agitazione dei sindacati

di Daniele Oppo | 3 min

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IMG_20141002_124223925Carenza di personale senza precedenti, direttori ed altre figure professionali costrette a mansioni di sportellista, difficoltà per gli sportellisti di accedere al part-time, criticità nella gestione del personale a disposizione , ricorso eccessivo all’istituto delle trasferte e pressioni commerciali “inadeguate”. Queste, in sintesi, le motivazioni della vertenza provinciale avviata, nei mesi scorsi, da parte di Cisl Poste, Slc Cgil e le Rsu Poste di Ferrara per affrontare le tante criticità che investono il settore sul versante degli sportelli postali. La Cisl Poste, insieme alla Slc Cgil, hanno deciso di continuare a diffondere le ragioni della protesta sindacale, che sono oggetto (fino al 4 ottobre) di uno sciopero provinciale dello straordinario e delle prestazioni aggiuntive, percorrendo la strada dei sit-in davanti le sedi degli Uffici Postali principali della provincia.

Il punto di partenza è la succursale 2 di Ferrara, quella in Porta Romana – scelto perché “gestisce un notevole flusso di lavoro con un numero di personale non sempre sufficiente alle reali esigenze” – dove, nella mattina di giovedì, i rappresentanti sindacali si sono dati appuntamento per il primo sit-in teso a denunciare una situazione che riguarda tutta la provincia. “C’è carenza di personale e spesso gli impiegati sono soggetti ad essere mobilitati con pochissimo preavviso per far fronte alle esigenze di altri uffici in provincia – spiega Giuseppe Tagliavia, segretario generale della Slp-Cisl -. Inoltre anche gli obiettivi di Poste Italiane non sono coerenti con la realtà che vede una situazione economica molto critica nel territorio ferrarese”.

“Oltre a rappresentare i lavoratori e il loro disagio – aggiunge Glauco Melandri, segretario generale della Slc Cgil – vogliamo spiegare ai cittadini che quando si trovano a dover fare le code o quando si sentono aggrediti con richieste di acquisto di carte Sim, assicurazioni o altro, ciò è dovuto alla forte pressione che gli impiegati subiscono dall’azienda. Vogliamo spiegare – continua Melandri – che quando vedono altri impiegati che non fanno attività di sportello quando ce ne sono solo uno o due attivi non è perché non vogliono farlo, ma perché non possono non essendone capaci dato che le loro mansioni sono altre”. Melandri non si limita solo a difendere i lavoratori della Poste davanti agli utenti,  ma si spinge anche in un richiamo all’azienda: “Le poste sono un soggetto privato che eroga un servizio al pubblico e per farlo deve tenere insieme tre punti: il benessere dell’azienda, le condizioni dei lavoratori e i cittadini cui erga un servizio che deve essere di qualità: se favorisce solo un fattore a discapito degli altri – conclude il segretario della Slc Cgil – allora si rompe tutto”.

“La protesta davanti alla succursale di Porta Romana avrà un seguito domani a Cento e la scelta – sostengono i sindacati – non è casuale in quanto il territorio centese incarna perfettamente molte delle criticità lamentate con la vertenza. Cento è una realtà significativa che conta quasi 36.000 residenti e si pensa che circa 20.000 di questi vivono in città, allora ecco che risorge, spontanea, un antica ma attuale polemica, ovvero, quella che un solo ufficio in “città”- o un solo ufficio non adeguatamente supportato – che non è sufficiente ad assorbire le esigenze della clientela, con inevitabili ripercussioni sul personale applicato. Il tutto – proseguono i sindacati – si aggrava con il turno pomeridiano quando rimane l’unico ufficio, aperto, che serve tutto il bacino del comune e non solo”.

“I sit-in – concludono gli organizzatori – servono a protestare contro un azienda sorda ai problemi più volte sollevati ed a spiegare ai cittadini che gli interessi dei lavoratori, che stiamo tentando di tutelare, non si scontrano con quelli della clientela ma al contrario si incrociano sulle strade della dignità e di un servizio di maggior qualità”.

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