Politica
17 Settembre 2014
Frattura risanata con Modonesi. Botta e risposta Marattin-Zappaterra. Calvano rivendica la bontà delle primarie

Pd, Aldo gradimento

di Marco Zavagli | 3 min

unnamed (2)Ha chiesto di intervenire per primo ed è stato accontentato. Aldo Modonesi ha ritirato la propria candidatura al consiglio regionale e ha di fatto ricucito la frattura che si era creata martedì scorso dopo l’uscita fuori tempo lanciata a segreteria in corso. Già ci aveva pensato Tagliani a preparargli un’uscita più che dignitosa trattenendolo a sé nella giunta ferrarese. Ieri, in direzione, l’assessore ha ringraziato il sindaco e ha ricordato come in carriera non ha mai voluto e preteso accordi scritti né garanzie. E ora, sfumata la possibilità di un posto in Regione, continuerà a dare con uguale passione il suo contributo all’amministrazione della città.

La riconciliazione passa anche attraverso le parole di Finco. Era stato il segretario comunale infatti a lanciare Modonesi una settimana fa. E ora, assieme a lui, ringrazia e si dice felice che si sia aperto un dibattito sul tema politico posto dalla città, vale a dire la discussione su quanto avvenuto il 9n settembre (le notizie delle indagini a carico di Bonaccini e Richetti). Tra gli ex margheriti si fa sentire Gianluca Mantovani, che rimprovera a Calvano e Zappaterra un presunto timore di candidature alternative.

La discussione prosegue su toni duri ma franchi. Merli rimarca il fatto che il confronto fosse stato guastato nei giorni precedenti da “troppe telefonate”. Un po’ il senso dell’intervento di Andrea Marchi, che ha chiesto di smettere di fare politica su Estense.com prima ancora che negli organi deputati.
Tocca a Marattin dirsi soddisfatto di un “dibattito salutare, sintomo di un partito sano in cui tutto non viene deciso prima”. L’ormai ex assessore benedice le candidature di Zaghini e Irene Tagliani parlando di “contendibilità” del partito: a contendersi una carica possono essere anche outsider e questo non dovrebbe scombussolare i piani di nessuno. Il tono pacioso di Marattin muta subito però quando tocca il suo secondo concetto: “credibilità”. E qui è fin troppo palese l’attacco a Marcella Zappaterra, colpevole a suo dire di aver annunciato un futuro nel privato per poi candidarsi alle regionali alla notizia delle elezioni anticipate.

Dal canto suo la presidente della Provincia non ci sta a lasciarsi giudicare “con due pesi e due misure”: meglio le primarie anche per i candidati piuttosto che sottoporsi al giudizio dei “professori che predicano bene ma razzolano male”, “sempre nominati ma mai eletti”.

L’affondo della Zappaterra prosegue contestando la coerenza di Marattin in merito a “contrattazioni” tra Ferrara Adesso (l’associazione dei renziani) e la segreteria per il posto di Eric Zaghini in lista.

Tocca allora al sindaco di Berra smarcarsi dall’etichetta di candidato di un’associazione, rimarcando il fatto che si è dimesso dal direttivo di Ferrara Adesso: la sua candidatura sarebbe frutto di una volontà di cambiamento, a partire dalla “dicotomia città-territorio che anche negli ultimi anni è stata da alcuni utilizzata per costruire un sistema di potere, a partire dalle decisioni prese sui servizi pubblici locali”.

Sul superamento della divisione tra capoluogo e provincia punta anche Vitellio, che auspica un ritorno al far politica e ragionare insieme.

Chiude la ridda di interventi Calvano, per ricordare che il famoso tweet di Renzi ha sbaragliato ogni dubbio in merito alla bontà delle primarie per il governatore regionale: duplice risposta a chi da un parte pensava che i candidati dovessero fare un passo indietro e a chi dall’altra pensava che a scegliere il candidato alla Presidenza della Regione dovessero essere altri e non gli emiliano-romagnoli.

L’ultimo screzio di una direzione molto partecipata, con oltre sessanta persone rimaste fino alla fine (dopo la mezzanotte), è rivolto a Ilaria Baraldi. La civatiana abbandona polemicamente la direzione durante la replica finale di Calvano, che accusa Balzani di aver avuto preso contatti con il comitato in difesa dell’ospedale di Comacchio senza aver conosciuto preventivamente lo stato delle cose su una situazione complessa.

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