Politica
9 Settembre 2014
Il sindaco: "L'amministrazione ha sollecitato tutti gli enti competenti a sanzionare l'azienda"

Scintille tra Rendine e Tagliani sulla Superbeton

di Daniele Oppo | 5 min

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WP_20140908_009Scintille e attacchi aspri in consiglio comunale tra il consigliere comunale di Giustizia Onore e Libertà, Francesco Rendine, e il sindaco Tiziano Tagliani.

La causa scatenante è la durissima mozione di Rendine relativa allo stabilimento Superbeton di via Sammartina (Chiesuol del Fosso) che produce calcestruzzi preconfezionati, conglomerati bituminosi, calce ed esegue frantumazione di inerti, stoccaggio di materiali e recupero di rifiuti pericolosi. Le attività effettuate dall’impresa, rileva Rendine, si classificano l’impianto come “industria insalubre di prima classe” da collocare “lontano dalle abitazioni e isolate nelle campagne, salvo che l’industriale che la eserciti provi che, per introduzione di nuovi metodi o speciali cautele, il suo esercizio non reca nocumenti alla salute del vicinato”, requisiti che vanno valutati dalla Giunta sentita l’autorità sanitaria locale.

La vicenda della Superbeton dura ormai da una decina di anni ed è entrato nel mirino dei residenti a causa delle polveri, dei rumori e dei cattivi odori derivanti dalla lavorazione compiuta a cielo aperto. “Dall’anno 2002 – ricostruisce Rendine – il comune (assessori Merighi nel 2002 e Modonesi nel 2004) cerca di risolvere i disagi provocati ai cittadini dalla ditta. A seguito degli incontri gli abitanti della zona venivano tranquillizzati perché il sindaco rispondeva che si sarebbe occupato della problematica”. Ma, rileva ancora il consigliere di Gol “nonostante le rassicurazioni del sindaco” si è arrivati sino al novembre 2009 quando, in un incontro in prefettura tra rappresentanti della ditta, della Provincia e del Comune nel quale è stata indicata la via per risolvere i problemi: “Trasferimento della Superbeton in prossimità del casello autostradale di Ferrara Sud con impegno della ditta a presentare il progetto agli Enti competenti entro il 31 gennaio 2010 – riporta Rendine – e l’impegno del Comune di Ferrara ad approvare il progetto (salvo impedimenti e/o imprevisti) entro giugno 2010″. Una via che però si è chiusa in fretta e “nonostante gli impegni presi, la società del gruppo Grigolin non ha mai presentato alcun progetto per la riqualificazione dell’area e per la delocalizzazione dell’impianto”. Nel 2013 però la Superberton si era impegnata a depositare in Comune i progetti per la copertura (la cosiddetta cofanatura) dell’impianto in modo da evitare la delocalizzazione. Tuttavia – rileva ancora Rendine – il 1° giugno 2014 la ditta non ha ancora iniziato i lavori poiché è emersa la necessità di avere addirittura il via libera dall’Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) per tale copertura, in quanto tale progetto pare che interferisca con il cono d’atterraggio della possibile nuova pista dell’aeroporto, presente come ipotesi nel Psc”.

Una situazione di ritardi e rimandi che porta Rendine a muovere gravi insinuazioni verso l’operato del sindaco, beneficiario nel 2009 di un contributo elettorale proprio dalla Superbeton.  “Chiedo – scrive Rendine – se i ritardi e l’oziosità del Comune di Ferrara possano dipendere dal finanziamento elettorale ricevuto nel 2009 dal sindaco stesso da parte della ditta in parola, chi siano i finanziatori privati della campagna elettorale del 2009 e se fra questi alcuni siano riconducibili col ‘metodo delle triangolazioni’ a ditte che abbiano avuto rapporti economici col Comune, ovvero rapporti professionali col sindaco”. Richieste a cui si aggiungo quelle relative alla conoscenza della documentazione di autorizzazione dell’autorità sanitaria locale e i valori di impatto ambientale (misurazioni acustiche e rilevazioni degli inquinanti ambientali, Pm 2,5 e Pm10, rilevate dall’Arpa.

Insinuazioni pesanti che hanno portato alla risposta dettagliata e piccata da parte di Tagliani: “Sui contributi ho già risposto nel 2009 all’allora consigliere Brandani – comincia la replica di Tagliani – non mi pare che altri abbiano fatto lo stesso, anche se hanno speso più di me”. Sulla questione specifica Superbeton il sindaco snocciola una lunga serie di interventi dell’amministrazione, fatti  di contestazioni amministrative, ordinanze di demolizione e due denunce penali nei confronti dell’azienda: “L’amministrazione ha sollecitato tutti gli enti competenti a sanzionare. Perché non viene chiusa?  – chiede retoricamente il sindaco -. Ho chiesto ai tecnici comunali se l’Usl avesse mai mandato una mail, io non ho potere di chiudere attività industriali se non giustificandolo con atti, che non fa il Comune, di natura sanitaria e l’Usl non me l’ha mai chiesto. O la Superbenton – ironizza Tagliani – ha pagato anche la campagna elettorale di qualcun altro, ma non credo, oppure la sua attività non è così insalubre da doverla chiudere. Se L’Usl mi dice che l’azienda svolge un’attività insalubre e che va chiusa io la chiudo il giorno stesso”.

“Nel 2014 – prosegue Tagliani – abbiamo emanato un’ordinanza ancora più restrittiva ed è grazie a una nostra autorizzazione unificata ambientale che la cofanatura è diventata un obbligo per la Superbeton che aveva solo presentato un progetto in alternativa alla dislocazione”. E a sostegno del fatto che i rapporti tra Amministrazione e azienda non siano idilliaci Tagliani ricorda anche la causa in atto davanti al Tar tra Comune e Superbeton per la mancata proroga di un’autorizzazione integrata ambientale.

Una difesa che ha convinto anche l’opposizione – M5S e Forza Italia (con Anselmi che si è detto “imbarazzato” e che ha proposto di parlarne per cercare un percorso che porti a una soluzione per i problemi causati dall’impianto) si sono astenuti dati i toni accusatori della mozione -, scatenando anche un impeto di difesa da parte della maggioranza, soprattutto da parte dei consiglieri Fausto Facchini (Pd) e Alberto Bova (Ferrara Concreta). “Non ci si può astenere – ha affermato Bova, rivolto all’opposizione -, perché davanti ad accuse del genere si deve votare convintamente contro”.

La mozione non è passata: a votare a favore sono stati solo Rendine e Alberto Cavicchi (Lega Nord, con la precisazione di non condividere le insinuazioni presenti). Astenuta il resto dell’opposizione, compattamente contraria la maggioranza.

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