Recensioni
31 Agosto 2014
Presentata in l’ultima pellicola del regista parigino

3 Coeurs di Jacquot a Venezia71

di Redazione | 2 min

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3-coeurs-326081_w644Presentata in concorso alla 71a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, l’ultima pellicola del regista parigino Benoit Jacquot, collaboratore di Marguerite Duras, ad inizi carriera.

3 coeurs –Tre cuori inizia come Un amore splendido di Leo Mc Carey , grande regista californiano, tra i migliori degli anni Trenta, ottimo talent scout (Stanlio e Ollio) girato in doppia versione, nel 1939, poi nel 1957.

Un incontro d’amore meraviglioso, unico e l’immediata perdita.

Poi la vita continua e, alla francese, caso e coincidenze, si moltiplicano, fino all’intersecarsi le vite degli uni con quelle degli altri.

E il caso/destino fa re-incontrare 2 anime che si erano ‘riconosciute’ alla prima occhiata, ma una terza, ugualmente viva, umana, amorosa, affine e legata alle altre 2 renderà il tutto una stagione all’inferno, nell’impossibilità di vivere serenamente quello che sarebbe stato ‘solo’ un ‘amore splendido’.

Le due anime ‘originarie’ si rivedono e si ‘risentono’ – come avrebbe dovuto essere, da ‘copione di vita’ – e se ne vanno insieme, finalmente, verso il loro (NON) FUTURO, au ralenti, lungo il viale all’infinito delle Tuileries, a Parigi, in un finale onirico, falsamente lieto.

Odio i finali tristi – ha ammesso Jacquot.

La fine è alla Wuthering heights – Cime tempestose, l’unico, sublime visionario romanzo fuori dal tempo e da ogni schema di Emily Bronte, trasposto in tante versioni cinematografiche ad iniziare da quella di Bunuel del 1953.

Esempio di amour fou alla francese, in grande stile, 3 coeurs – Tre cuori è un mélo, mélo, mélo, molto ben interpretato, certo, inutile dirlo: il belga Benoit Poelvoorde , già ammirato pochi gg. fa a Venezia in La rançon de la gloire – Il riscatto della gloria, film in concorso di Xavier Beauvois, è semplicemente ed umanamente superlativo, sempre più intensa Charlotte Gainbourg – figlia d’arte come Chiara Mastroianni, nel film con la madre, Catherine Deneuve – che ti offre tutta se stessa solo guardando(ti), bucando lo schermo e l’interlocutore con occhi di daino.

Ma il regista Jacquot è davvero autenticamente uomo da mélo, coup de foudre, romanticoregista delle donne – come l’han definito – ed in conferenza stampa, oggi a Venezia, ha difeso questa capacità di amare tutta e seulemént francese insieme con un’agguerrita Deneuve: forse, la frequentazione del mostro sacro e sopra le righe Duras ha influito su di lui e…buon sangue non mente, mai.

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