Cronaca
30 Agosto 2014
La storia denunciata dall'associazione Federcontribuneti

Conto aperto a sua insaputa e la banca gli porta via la casa

di Redazione | 2 min

soldiPortomaggiore. Un conto corrente a lui intestato grazie a una firma falsa, una compagna che ha accesso ai soldi, il mutuo e fido revocati e poi l’ulteriore beffa: la casa di proprietà venduta all’asta a poco più di un decimo del suo valore.

È la disavventura che – secondo quanto racconta il sito dell’associazione Federcontribuenti –  sta vivendo Franco Piazzi, 50enne ex camionista di  Portomaggiore. L’uomo, stando a quanto riporta l’associazione cui Pazzi si è rivolto per chiedere aiuto, sarebbe finito nei guai a causa di un “illegittima apertura di un conto corrente a lui intestato, senza la sua conoscenza e a sua insaputa, per mezzo di sottoscrizioni apocrife, la cui falsità – riporta il sito – è stata giudizialmente accertata con perizia tecnica disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna”  ma che, nonostante ciò, ha perduto la casa. Eppure durante il giudizio sarebbe emerso che la banca (Emilbanca) avrebbe omesso di adottare tutte le accortezze necessarie al caso, per esempio non avrebbe provveduto ad attivare una polizza assicurativa sul fabbricato oggetto di esecuzione quando ha subito alcuni ingenti danni a seguito di una tromba d’aria. Manovra questa, che secondo Federcontribuenti, lo avrebbe salvato dall’esecuzione.

Sullo sfondo anche una storia legata all’appartenenza della compagna di Pazzi ai Testimoni di Geova. Secondo le parole dell’uomo, riportate dal sito di Federcontribuenti, il contocorrente cointestato ai due di Pazzi va incontro a sostanziali perdite proprio in coincidenza con l’adesione della moglie alla corrente religiosa. Una volta allontanatosi dalla compagna, sarebbe venuto a conoscenza dell’esistenza di un ulteriore contocorrente, aperto tramite una firma falsa come riconosciuto dalla perizia del Tribunale felsineo, cui aveva accesso pure la moglie, costatogli questa volta una segnalazione alla Banca d’Italia e di lì a qualche giorno la revoca del mutuo e del fido fino alla casa, venduta dopo 14 tentativi andati a vuoto a poco più di 45mila euro a fronte di un valore stimato di 450mila. Secondo Federcontribuenti, Pazzi avrebbe l’unica colpa di aver pensato che sarebbe stata la banca a riconoscere l’errore, accettando le proprie responsabilità e provvedendo in maniera privata a risolvere la controversia. “Abbiamo atteso, come associazione – spiega in un intervento il presidente Paccagnella – che la banca da noi interpellata rispondesse alle nostre richieste, così non è stato. Certo, ormai la casa è andata perduta, ma, il signor Piazzi ha diritto almeno ad un risarcimento”.

L’associazione Federcontribuenti riferisce di essersi intanto attivata per trovare un tetto ed una sistemazione all’ex camionista, attualmente reimpiegatosi in agricoltura, chiedendo l’intervento anche dei parlamentari dell’Emilia Romagna affinché la vicenda non rimanga nel silenzio.

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