Nel merito dell’intervento che il sindaco a rivolto al commerciante che aveva esposto il cartello contro l’accattonaggio vorrei esprimere alcune personali considerazioni. Un amministratore dovrebbe governare la città con il principio con cui il buon padre di famiglia amministra la propria casa. Giusto dunque dare solidarietà a chi è più sfortunato, ma nel rispetto della civile convivenza di tutti, condizione che, oramai, nella nostra città e nel nostro paese, è progressivamente venuta meno. E continuare ad accusare di conflittualità chi testimonia una situazione sempre più insopportabile non farà che accrescere e alimentare davvero l’intolleranza. Certo, gli accattoni ci sono anche in altri paesi, ma controllati e gestiti nell’ordine pubblico, senza che una richiesta di aiuto si trasformi in molestia e tedia quotidiana per i cittadini, senza che un atto estremo in stato di bisogno, come l’elemosina, venga adottato come un diritto acquisito e un sistema di vita. Continuare a stanziare fondi per mantenere chi non trova o non vuole trovare da lavorare per quanto sarà ancora possibile? E quando in quelle condizioni ci sarà anche una buona parte di italiani a quali risorse si attingerà?
Liquidare chi evidenzia questo stato di cose come persona in cerca di pubblicità o politico in cerca di gloria sottolinea solo l’arroganza di chi governa da oltre 70anni malgrado le locali statistiche economiche e occupazionali, dal dopoguerra ad oggi, siano sempre più disastrose. Di chi ha vinto, ancora una volta, ma con una percentuale di votanti sempre più bassa rispetto agli elettori. Di un elettorato il cui slogan più diffuso è: ‘tanto qui non cambia mai niente’. E non credo si debba essere indovini per capire che andando avanti così si andrà sempre peggio, perché in un posto in cui mancano occupazione e sicurezza cosa resta?
Per evitare la conflittualità occorre serenità sociale, ordine, rispetto delle leggi e di regole condivise per una civile convivenza, altrimenti, caro sindaco, su una cosa Lei ha proprio ragione, diventerà sempre di più una guerra tra poveri.
Mauro Malaguti – Consigliere regionale Fratelli d’Italia