Cronaca
24 Agosto 2014
Nazione Rom ne chiede l'immediata rimozione, Ascom e Confesercenti parlano di "grido d'allarme da ascoltare"

Cartello discriminatorio: “Segnale da non ignorare”

di Redazione | 4 min

cartello anti mendicantiIl cartello della Conad di via Garibaldi ieri mattina era ancora lì. Sempre la stessa scritta con l’invito a non “elemosinare gli accattoni”, quasi indifferente alle tante polemiche che ha sollevato in città e in buona parte d’Italia. Indifferente anche all’indignazione dell’Associazione Nazione Rom, che attraverso il suo legale rappresentante, Marcello Zunisi, dopo aver chiesto un’istruttoria all’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali ieri ha preso di nuovo carta e penna rivolgendosi all’amministratore delegato e direttore generale della Conad, Francesco Pugliese, nonché allo stesso direttore della Conad di via Garibaldi, chiedendo “in via bonaria la rimozione immediata del cartello e le vostre scuse verso i 10 milioni di cittadini costretti a vivere nella povertà dalle politiche attuate dal Governo Italiano”. Al sindaco di Ferrara e alla Polizia Municipale ha inoltre chiesto “di accertare se il commerciante Raffaele Goberti della Conad di via Garibaldi abbia provveduto a richiedere permesso all’Ufficio Occupazione Suolo Pubblico relativamente al rilascio di permesso ed autorizzazione per esposizione cartello anti poveri”.

Zunisi richiama il codice etico a cui si ispira lo stesso Consorzio Conad, che “riconosce, accetta e condivide e l’insieme delle responsabilità che lo stesso assume verso l’interno e l’esterno ispirandosi ai principi di correttezza e trasparenza nella conduzione degli affari sociali”; cita poi i recenti dati Istat sulla povertà (10 milioni di poveri in Italia) e stigmatizza l’aggettivo “accattoni”, che ritiene ” altamente offensivo della dignità umana dei cittadini e cittadine povere e costrette a chiedere elemosina nelle strade per non morire di fame”. Per Zunisi corrisponde al falso quanto riportato nel cartello, secondo il quale chi chiede l’elemosina guadagnerebbe dai 60 ai 100 euro al giorno esentasse, ma indipendentemente da questo andrebbe rimosso in quanto “viola la direttiva antidiscriminazione 2000/43/Ce”, oltre a contrastare con l’articolo 3 della Costituzione.

Contro l’iniziativa del direttore della Conad di via Garibaldi, Raffaele Goberti (Nuovo Centrodestra), a livello politico locale si registra per ora la reazione del segretario comunale del Psi Ferrara, Leonardo Uba, secondo il quale, pur trattandosi solo di un consiglio a non dare elemosine ai mendicanti nei pressi del supermercato, “essendo stato esposto sulla pubblica piazza ha una notevole valenza, e non si può dire che non influisca sulle scelte morali della clientela dell’attività commerciale”. “Sono fermamente convinto – commenta Uba – del fatto che chiedere la carità sia una scelta personale che in alcun modo intacca la libertà altrui; in parole povere, se vuoi doni qualche spicciolo, altrimenti te li tieni per te. È più invasiva l’operazione messa in atto da chi si intromette in questa attività, sbarrando la strada a chi, seduto a terra con un bicchiere vuoto, chiede compassione ai passanti. Inoltre, paragonare un mendicante a un operaio specializzato, non fa altro che instillare odio tra due parti che, per definizione, sono svantaggiate. Quindi, caro Goberti, viva e lasci vivere chi è meno fortunato di lei”.

Eppure l’iniziativa di Goberti sembra non dispiacere del tutto alle associazioni di categoria del commercio, che accolgono il cartello come una sorta di “provocazione” o di “grido d’allarme” che merita di essere ascoltato e compreso. “Ferrara – è l’opinione di Giulio Felloni, presidente Ascom Confcommercio provinciale – sta purtroppo vivendo come altre città il problema della povertà e dei mendicanti in centro storico. Dare loro 50 centesimi non serve a mettersi a posto con la coscienza e non risolve la loro condizione. Sarebbe bene invece fare qualcosa di concreto per queste persone, per coloro che cercano veramente occasioni di riscatto dalla povertà. Noi come Ascom abbiamo strutture a disposizione di chi intende aprire un’attività e mettersi in regola, aiutando italiani e stranieri indifferentemente. Credo che il cartello di Goberti, su un tema che divide nettamente le coscienze, debba essere però visto come un’occasione per riflettere e rimboccarsi tutti le maniche, per mettere in campo azioni e non solo parole”.

Più o meno dello stesso avviso anche il presidente provinciale della Confesercenti, Paolo Benasciutti, che ritiene quello lanciato da Goberti un segnale che ora bisognerebbe cogliere. Un segnale che riguarda da vicino soprattutto il centro storico. “Il nostro centro non è fatto solo di turisti e visitatori – spiega Benasciutti – ma subisce ciò che accade nella società. Goberti è un ottimo commerciante che ha fatto la scelta di aprire e dare un servizio nel centro storico. E’ uno degli imprenditori più all’avanguardia, che si può anche permettere di chiedere una certa attenzione a ciò che accade nel cuore della città patrimonio Unesco. Può avere esagerato, ma se qualcuno volesse fare un’analisi obiettiva di ciò che sta avvenendo, allora si accorgerebbe che del nostro centro storico si stanno impossessando persone poco affidabili. Ripeto, quello di Goberti è un allarme che va ascoltato”.

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