Eventi e cultura
20 Agosto 2014
Una guida ai musicisti invitati della 27a edizione

Tutti i protagonisti del Ferrara Buskers Festival

di Redazione | 8 min

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Ogni anno il Ferrara Buskers Festival porta da ogni parte del mondo le culture e gli stili più diversi e le sperimentazioni più stravaganti in centinaia di esibizioni tutte gratuite nelle piazze e negli scorci più belli del centro storico della città estense. Anche quest’anno i 20 gruppi invitati accompagneranno il pubblico in un viaggio attraverso terre esotiche, radici ancestrali e sperimentazioni sonore.

Cominciamo dunque questo breve vademecum dai quattro gruppi provenienti dalla nazione ospite di questo 2014: la Mongolia.

Seeda

Sedaa in persiano significa “voce”, le voci dei quattro musicisti provenienti da Mongolia e Iran che rapiscono con trascinanti armonie degli strumenti tradizionali della Mongolia: il Dulcimer, strumento antico con 120 corde pizzicate, percosse o sfregate con un archetto, e i suoni malinconici del “violino a testa di cavallo“, il Morin Khuur, lo strumento simbolo della Mongolia (Patrimonio Orale e Immateriale Unesco), facendo risuonare vecchie canzoni di antenati nomadi. Il canto Hömii fa risaltare le risonanze armoniche nella voce, come un ronzio costante che però modula diversi toni.

Hulan

Compagine tutta al femminile che racchiude in una composita performance l’arte più ancestrale e mistica della Mongolia: quattro musiciste, una cantante, una ballerina e due contorsioniste guidano gli spettatori in un percorso all’interno della spiritualità mongola, tra natura e riti antichi. Le 8 artiste di Hulan fanno parte del Morin Khuur Ensemble, massima espressione di musica tradizionale e contemporanea della Mongolia. Oltre ad aver partecipato a tantissimi festival e spettacoli in tutto il mondo, hanno collaborato con artisti italiani come Franco Battiato, Teresa De Sio e Cristiano De Andrè.

Khukh Mongul

Fin dal loro nome,“Khukh”, il “blu” colore simbolo della Mongolia che si riferisce alla macchia che compare sulla schiena dei bimbi quando nascono e al cielo quasi sempre azzurro della loro terra, questi eclettici artisti vogliono essere ambasciatori della Mongolia attraverso il mondo. Ascoltarli e osservare da vicino le loro performance è come esplorare dall’interno le terre mongole: si esibiscono in costumi tipici della Mongolia, con disegni meravigliosi e colori brillanti.

Hosoo & Transmongolia

Dalle montagne della Mongolia occidentale, Hosoo il maestro del canto Khoomei, un canto armonico della gola che produce due toni distinti e simultanei con la voce, ha scelto di raccontare con la voce e la musica le canzoni tradizionali mongole. Hosoo è stato insignito del titolo di “Best Mongolian Singer” e arriva a Ferrara con la band Transmongolia per far vivere agli spettatori l’essenza della natura selvaggia e le infinite distese della steppa, la vita nomade dei mongoli con le loro le abitazioni yurta di feltro, il deserto del Gobi e i monti Altai.

Oltre a questi ospiti d’onore, nelle strade e per i vicoli della città estense si potrà assistere alle performance di:

Cellostrada Quintet

Band giovane e dinamica, sempre pronta a esplorare nuovi mondi musicali e a farsi trasportare da nuove ispirazioni, i Cellostrada Quintet sono un quintetto polacco di amici violoncellisti, che porta sulla scena internazionale una connessione fatta di temperamento musicale e spunti personali capace ad ogni esibizione di creare suggestive atmosfere.

Balinka

Ogni loro esibizione è una festa perché per i quattro musicisti e le due ballerine provenienti da Lipsia la musica è imprescindibile dalla danza e anche il pubblico non può che diventare protagonista, coinvolto con entusiasmo nel cerchio dello show. Le ballerine si esibiscono in abiti folkloristici dando movimento a performance di danze orientali, tribal fusion, passi zigani e coreografie moderne, mescolando stili e seguendo percorsi musicali diversi.

Neutral Ground Grass Band

Li puoi trovare dappertutto: su un tetto, in un giardino, sulle rive di un lago, negli angoli di una grande città. Dove c’è festa, c’è la Neutral Ground Brass Band. Con lo spirito delle brass band – i gruppi di ottoni, strumenti a fiato e percussioni – di New Orleans, i sei musicisti dalle origini e dai background musicali più disparati, si sono incontrati ad Amsterdam nel febbraio 2013. Il “neutral ground”, “il campo neutro”, durante lo straordinario carnevale del Mardi Grass di New Orleans, è lo spazio di adrenalina che si crea quando, secondo una tradizione indiana, due capi tribù sono pronti ad innescare una “battaglia” per dimostrare di essere i più belli. Questo stato di eccitazione esprime l’energia musicale della band.

Harp-Agon Z.T

Arpista, compositore, musicista di teatro e di strada Tesko è il leader del trio Harp – Agon Z.T. Con lui, ci sono altri due musicisti talentuosi: il virtuoso chitarrista Gabon e il batterista Gergo, amante del jazz e del pop. Insieme, con uno stile tutto personale che non segue le regole della musica classica ma l’improvvisazione del folk popolare, i tre musicisti mescolano e compongono melodie tradizionali ungheresi e del mondo celtico, non rinunciando a toni jazz e contemporanei. È l’incanto della musica che definiscono “Hungaroceltic freestyle”, speciale e ammaliante, creativa e unica.

Emian Paganfolk

Formatisi il 21 dicembre 2011, sono i vincitori del contest “Vota il tuo busker preferito” dell’edizione 2013 nella categoria musicisti accreditati. La band campano-salentina recupera le armonie nordiche pagane al suono di flauti siberiani, violino, jouhikko scandinavo, bodhràn irlandese, pandereta galiziana, doppio flauto campano e una seducente arpa celtica. Con la loro musica si ha la sensazione di entrare in contatto con un mondo arcano, una dimensione pura, naturale, antica e selvaggia che si è persa nel tempo.

Skarallaos

Tornano al Ferrara Buskers Festival dalla Galizia, dopo esser stati protagonisti nel 2012, gli Skarallaos, sei musicisti con la straordinaria capacità di far scatenare in danze esuberanti spettatori di ogni età. Dal 2008 la band spagnola si esibisce tra le più popolate strade europee ed è spesso dall’esperienza vissuta a contatto con la gente e le culture incontrate per strada, oltre che dalla passione, che nascono le canzoni, talvolta dai contenuti sociali, intese come mezzi di liberazione e di espressione della vita quotidiana. Insieme agli Ars Nova Napoli, il 27 agosto porteranno l’allegria del Festival nel carcere di via Arginone.

Ars Nova Napoli

Hanno vinto il contest “Vota il tuo busker preferito” 2013, categoria musicisti invitati, hanno aperto l’ultima edizione della Notte della Tammorra e a Napoli hanno sposato il progetto Tela di Parthenope, compagnia di teatro danza internazionale, per ritrovare i rapporti tra favole, storie e musiche del mondo. Ora i sei giovani musicisti partenopei tornano con uno show in continua evoluzione, che nasce dalla contaminazione culturale, da canzoni tradizionali e dai ritmi frenetici di fisarmonica, tamburi e charango, strumento a forma di piccola chitarra usato in Sud America per rendere più ammaliante il corteggiamento delle fanciulle.

Radio Fanjul

Cinque musicisti dalle origini più disparate che si sono incontrati nell’assolata e affollata Barcellona. Radio Fanjul è il dialogo armonico di antiche melodie romantiche e sonorità nostalgiche, canzoni originali del folklore di tutto il pianeta: ritmi turchi giocano con il valzer peruviano, il tumbao cubano con la milonga polacca, danzando tra pezzi klezmer, musica ranchera dalle origini mariachi, vidala, rebetika, il tango, il malango, la zamba e la cumbia.

Light in Babylon

Questo trio multiculturale si è formato nel 2010 nella cosmopolita Istambul: Michal, la cantante, è israeliana di origine iraniana, Metehan è turco e suona il santur, strumento iraniano antico multi-corde a forma di trapezio che il musicista fa vibrare battendo velocemente con 2 particolari asticelle, il chitarrista Julien è francese. 
La concezione della musica come guarigione individuale e il mash up musicale ed etnico danno vita ad uno stile autentico e seducente.

Guents Dy Rincon

L’atmosfera esotica delle isole di Capo Verde vola sulle onde del mare e del vento fino a Ferrara, portando con sé un’esplosione di musica spirituale e tradizionale dell’arcipelago africano. I cinque musicisti si definiscono come un “esercito multiculturale di pescatori, pacifici e pacifisti” che con l’arte musicale vuole superare barriere e confini. Così dal Brasile, Capo Verde, Portogallo, Spagna e Italia hanno dato vita ad un originale progetto di world music che mescola melodie capoverdiane con influenze afro-latine.

Matakustix

Matthias Ortner, in arte Matakustix, viene dall’Austria e dovunque va si porta il suo klavichello, particolarissimo strumento costruito da lui stesso ha costruito: una sorta di violoncello con pedali, aggeggi e rami sonori. È molto più difficile a dirsi che a vedersi, mentre l’artista lo lascia risuonare con ritmi diversi, non solo con l’aiuto delle mani, ma anche della bocca e dei piedi.

Alex Hahn & the Blue Riders

Alexandra arriva da Sydney, in Australia, e sta portando in giro per l’Europa e gli Stati Uniti con la The Blue Riders band The Wallflower, il suo album di debutto: un omaggio alla grande cantante statunitense Etta James, scomparsa nel 2012. The Wallflower è il titolo di uno dei suoi brani più importanti. Nonostante sia il suo primo disco è stato inserito nella lista “Highly Regarded” dell’Australian Music Prize 2014 e si può dire sia già un successo.

Adrian&Martin-Rumba2

Adrian è nato in Romania ed ha imparato a suonare la chitarra da autodidatta, Martin arriva invece dall’Iran ed è un musicista professionista. Insieme danno vita ad una performance dai ritmi variegati, dove predomina la rumba spagnola, con le sue sonorità catalane e di flamenco. I due musicisti circolano tra festival ed eventi in Spagna e in altre località europee. A Barcellona sono talmente apprezzati da comparire sulla guida turistica ufficiale della bella città spagnola.

Itchy Teeth

Direttamente da Londra, dove il gruppo italo-inglese formato da 4 musicisti si è fatto conoscere ed apprezzare, oltre che per strada, in concerti con artisti del calibro di Billy Ocean e James Blunt. Nel 2012, inoltre, hanno partecipato al London Big Busk, con centinaia di musicisti in Hyde Park e altre locations scelte per i Giochi Olimpici. Stanno anche preparando un album con la produzione di Mark Jaimes dei Simply Red.

Kidnap Alice

Cinque musicisti inglesi che si esibiscono in acustico con la chitarra, il violino, il banjo e il mandolino, esaltando un gospel sorprendente di note e di sonorità trascinanti intorno alla voce energica della cantante, Alice Ballantine. Il tutto condito dalla magia del soul e dall’improvvisazione del Bluegrass.

Oh Peta!!

Il gruppo si è formato nel 2008 dall’incontro tra il “vichingo italiano” Agostino e il Jarocho messicano Oscar. Al duo si sono poi il bassista e la percussionista Candela, che è diventata la moglie di Oscar. Libertà e speranza sono alla base delle loro canzoni che assorbono la vitalità del pubblico in un’atmosfera spontanea e disinvolta, piena di ritmo e di allegria tutta da vivere: “Il buon ritmo sta dentro”, come dice una loro canzone.

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