Cronaca
30 Luglio 2014
Angelo Fiacchi aveva costruito nel suo garage un piccolo osservatorio astronomico

È morto Anzul, l’uomo delle stelle

di Marco Zavagli | 4 min

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Sabbioncello San Pietro. Se n’è andato dalla sua Terra. Forse è ritornato su una stella. Una di quelle che ha sempre sognato, guardato, studiato e ammirato. Tanto da costruirsi da solo un piccolo osservatorio astronomico. E in quella lente puntata verso l’universo si è posato per anni l’occhio di tantissimi ferraresi di tutte le età.

Questa notte, alle 2, è spirato Angelo Fiacchi, 73 anni, conosciuto da tutti come “Anzùl”. Operaio della Berco di Copparo, appena andato in pensione ha incanalato tutte le sue energie nella costruzione del primo osservatorio astronomico sorto nella provincia di Ferrara. Dal 1991, quando ha aperto il suo laboratorio-garage nel giardino di casa, a Sabbioncello San Pietro vicino a Tamara, assicurava che erano venuti a trovarlo oltre 70mila persone, per spiare altri mondi attraverso il suo telescopio. Al telescopio negli anni seguirono altre ‘invenzioni’, come un sismografo e un microscopio elettronico. Anzul era anche collezionista, e nel suo studio sono conservate più di 2300 qualità di sabbie provenienti da tutto il mondo, centinaia di minerali e tantissime curiosità come un uovo di struzzo, una testa di squalo, corna di bufalo, un dente di ippopotamo e – incredibile ma vero – una rana a sei zampe.

Conobbi questo “astronomo per hobby” nel dicembre del 2005. Quando entrai nella sua piccola camera delle meraviglie era seduto nel suo posto usuale, con la testa tra le nuvole.

Al centro di quell’“antro delle meraviglie”, in cima a una scala circolare semovente, c’era la sua creatura. Color giallo ottone, lungo un paio di metri, di forma avveniristica. “Ho impiegato quattro anni per costruirlo – spiegò Anzul, mostrando sulla parete le fotografie che ricalcano tutte le fasi della costruzione dell’‘occhio meccanico’ e della cupola che si apriva ogni notte verso le stelle -. È il primo osservatorio in tutta provincia di Ferrara, con un telescopio di tipo “galileiano”, fatto a lenti. L’idea mi è venuta perché prima ne costruivo sempre alcuni di piccole dimensioni; così ho preferito farne uno grande una volta per tutte”.

I suoi studi si erano fermati alla quinta elementare, l’esigenza di un lavoro incombeva, ma Anzul era riuscito lo stesso a coltivare la sua passione studiando da autodidatta tutte le tecniche e gli strumenti necessari a far funzionare il suo capolavoro e leggendo quantità di libri che si inserivano nel suo filone preferito, quello delle stelle. “Quando hai un grande entusiasmo per qualcosa – mi disse – è facile convogliare tutte le proprie energie per cercare di realizzarlo”. E così ogni notte, da solo o con i tanti che ogni giorno lo vengono a trovare (“da quando ho aperto l’osservatorio, nel 1991, sono venute 66389 persone, almeno fino al 2004, quando ho smesso di contarle!”), azionava la cupola meccanica, anch’essa costruita interamente con le proprie mani, e dal suo osservatorio nel mezzo della campagna copparese accendeva queste occhio verso il cielo.

Ma nel suo studio erano tantissime altre le sorprese e le meraviglie che con pazienza Anzul ha collezionato nei suoi più di sessant’anni di passione: più di 2300 qualità di sabbia provenienti da tutto il mondo (“chi mi conosce sa che le colleziono e allora quando qualcuno torna da un viaggio mi porta sempre un ricordo delle spiagge visitate”), centinaia di minerali di ogni specie (“che illustro a tutte le scolaresche che vengono a trovarmi anche da fuori regione, con gli stessi insegnanti che si siedono e mi stanno ad ascoltare in silenzio… e allora divento io il ‘professore’!”), un microscopio elettrico sincronizzato con un televisore a circuito chiuso e un rilevatore sismico – anch’essi self made – e, incredibile ma vero, una rana a sei zampe.

“Me la portò un amico pescatore – raccontava Anzul a proposito dello stravagante anfibio – e la tenni con me. Era diventata la mascotte del laboratorio. Dopo che è morta l’ho conservata in formalina ed è diventata anche lei parte integrante di questo mio piccolo museo”.

Ora ai tanti amici resta la sua passione e la sua inventiva. I suoi sogni li ha sicuramente affidati a qualche stella.

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