L’accordo raggiunto dai Comuni di Cento e Pieve per realizzare il carnevale estivo in entrambe le città come ponte tra il fiume Reno, non è stato poi così tanto un accordo. A fare un passo indietro, infatti, è il Comune di Pieve affiancato dalla Pro Loco locale e dalla società carnevalesche: i rispettivi rappresentanti Sergio Maccagnani, Angela Zuppiroli e Gian Paolo Gallerani hanno deciso congiuntamente che “non ci sono le condizioni tecniche, economiche e politiche per la realizzazione di un evento come la sfilata estiva ad un mese di distanza dalle date proposte”.
Questa sorta di carnevale estivo, denominato premio Tasi e Barbaspen, si proponeva di essere una parata carnevalesca per richiamare carri allegorici provenienti da tutta Italia e, dopo una querelle durata un paio di settimane, era in programma il 29 agosto a Pieve e il 30 agosto a Cento nell’ambito della Notte Bianca dello Sbaracco. O almeno, era nel programma dell’amministrazione centese e non in quella del bolognese.
“La proposta ci è giunta solo poche settimane fa – scrivono Maccagnani e Zuppiroli – e solo dopo che a Cento non si è trovato l’accordo fra tutti i soggetti che avrebbero dovuto impegnarsi alla realizzazione del carnevale. Ma come si può realizzare una due giorni senza un minimo coordinamento fra tutti gli attori del territorio? Come si può realizzare un evento così importante e rilevante in così poco tempo?”.
Domande a cui il Comune e la Pro Loco di Pieve hanno deciso di rispondere non partecipando quest’anno alla manifestazione ma lasciando la porta aperta per le prossime edizioni. “Vogliamo che tutti i soggetti del centopievese siano coinvolti per la valorizzazione di questo territorio, sia in termini di offerta turistica che economica. L’auspicio – conclude la nota – è che a partire da questo autunno si possa davvero iniziare a lavorare insieme al territorio centese con le modalità ed i tempi ‘giusti’, fin da ora rimaniamo a disposizione per poter lavorare a contribuire al rilancio di questo territorio sotto il profilo turistico, culturale e anche economico e produttivo”.