Politica
16 Giugno 2014
"La salvezza della banca non nella scelta della bandiera ma nell’onestà, capacità e competenza di chi la guiderà"

Carife, M5S: “Ferrara paga per il silenzio di chi doveva vigilare”

di Redazione | 3 min

carifeIl Movimento 5 Stelle estense interviene nel dibattito in corso sul futuro – ma anche sul presente – della Cassa di Risparmio di Ferrara. Lo fa con una nota pubblicata sul sito ufficiale del movimento in cui se da un lato vengono criticati i vertici della banca e quelli politici che si sono susseguiti negli anni, dall’altro indica la strada per il futuro nell’onestà, capacità e  competenza di chi guiderà l’istituto di credito.

“C’è una corsa in queste ore ad esprimersi da parte del mondo politico ed economico ferrarese sul destino di Carife – esordiscono i Cinque Stelle – a suggerire soluzioni miracolose o a portare su altri tavoli le decisioni pur di riconquistare la ‘ferraresità’ dell’istituto, dando al sostantivo un’accezione positiva e una sorta di significato salvifico. Sorge il dubbio però – ammoniscono -, che i guai di Carife siano arrivati proprio da una distorta interpretazione della ferraresità dell’Istituto di credito, i cui delicati organismi decisionali sono stati utilizzati per anni come il salotto buono delle piccole lobby della città, una sorta di premio per garantire fama, stipendio e trampolino di lancio per carriere in vari settori. Tutto ciò – affermano ancora i grillini – in tempo di vacche grasse e prima del cancro delle speculazioni finanziarie, ha comunque funzionato e ha permesso alla città e alle amministrazioni che si sono succedute di godere delle generose elargizioni della Fondazione Carife in molti settori strategici e prestigiosi, arte e cultura in primis, ma non solo. Ma l’incompetenza di chi siede in posti chiave che richiedono grande responsabilità e preparazione si è rivelata essere grave tanto quanto il cancro della corruzione ed è concausa colposa dei disastri che ogni giorno emergono nelle gestioni pubbliche e private di enti di importanza vitale per la società”.

“Ora – accusa il M5S estense – tutta Ferrara paga pegno perché il complice silenzio di chi doveva vigilare, avere gli strumenti per capire e impedire operazioni sospette e disastrose, ha portato la banca locale ad aggravare, coinvolgendo il piccolo risparmiatore ignaro in operazioni di investimento fallimentari, la già fragile situazione della liquidità e risparmio delle famiglie ferraresi e così pure la sofferenza del credito per le imprese. Pertanto la salvezza di Carife, con il suo importante carico di occupazione che va assolutamente salvaguardato, e di molti altri istituti bancari con storie analoghe, su cui oggi il mondo politico ed economico pontifica (spesso senza cognizione di causa), non sta tanto nella scelta della bandiera autoctona o extraterritoriale, ma nell’onestà, capacità e competenza di chi la guiderà, dai vertici sino alla base dei suoi organismi decisionali. Sta anche – scrivono ancora i grillini ferraresi – in un’operazione straordinaria di trasparenza sul ruolo di Banca d’Italia e dei criteri di vigilanza e controllo che mette in campo; sta soprattutto nel dare il via ad una profonda riforma dell’intero sistema bancario con il ritorno alla netta separazione delle banche commerciali da quelle di investimento, al controllo statale maggioritario e allo studio di forme nuove di partecipazione diretta dei cittadini nella gestione del risparmio e del credito. Ma soprattutto sta in un sistema politico-economico non più asservito o compromesso col potere e gli interessi privati delle banche e delle sue Fondazioni. Si chiama – concludono -attenzione al Bene Comune, meritocrazia e soprattutto volontà politica. Il resto è fuffa”.

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