“E dunque continuano a prenderci in giro? Non contenti di averci tenuto nascosto il rapporto Ichese, ora ci vorrebbero anche rifilare una seconda commissione fintamente imparziale che certifichi le loro falsità?”. Il Movimento 5 Stelle torna ad attaccare Regione e Ministero per lo sviluppo economico sul tema delle trivellazioni, in un’interrogazione regionale con cui Andrea De Franceschi denuncia il “conflitto di interessi” all’interno del nuovo gruppo di lavoro istituito all’indomani del “mea culpa” di Vasco Errani sulla tardiva pubblicazione del rapporto Ichese. Secondo il movimento infatti alcuni degli studiosi appena nominati sarebbero “al contempo consulenti delle aziende in causa”. Primo tra tutti il geologo faentino Carlo Doglioni, laureato a Ferrara e ordinario dal 1997 all’università La Sapienza di Roma, che però rimanda al mittente ogni accusa: non solo collaborò con le società unicamente attraverso convenzioni universitarie, ma già nel 2007 e nel 2012 sottolineò, senza ricevere adeguata attenzione, il rischio di un imminente terremoto in Emilia Romagna.

“Fra gli esperti nominati in seno al famigerato “Gruppo di Lavoro” – è l’attacco di De Franceschi -, pensato per studiare gli studi della commissione Ichese, ci sarebbe il Prof. Carlo Doglioni, che oltre che componente della Commissione per gli Idrocarburi e le Risorse Minerarie (Cirm), risulta essere già consulente, direttamente e indirettamente tramite convenzioni universitarie, del gruppo Gas Plus Spa. Non una società a caso, ma proprio quella a cui la nostra Regione ha concesso di mettere le mani su Cavone (attraverso la società controllata “Padania Energia”, ndr)”. Un punto che solleva le critiche del Movimento 5 Stelle, dal momento che “proprio nell’area di Cavone sussistono le maggiori perplessità sollevate dalla Commissione Ichese, come riferito testualmente dall’assessore Gazzolo nella sua tardiva e imbarazzata relazione in aula. Perplessità e osservazioni che guarda caso, dovranno essere sviluppate proprio dal gruppo di lavoro di cui il Doglioni risulta membro”.

Nel parlare di conflitto di interesse, i pentastellati si riferiscono soprattutto a un progetto di ricerca del 2007 della Gas Plus, in Albania, a cui collaborarono l’Università La Sapienza e l’agenzia nazionale albanese per le risorse naturali. Ma è lo stesso Doglioni, interpellato da Estense.com, a chiarire la sua posizione, affermando di non aver mai fornito consulenze private: “Nell’università, dove i fondi per la ricerca sono in via di quasi totale esaurimento – afferma il geologo -, portare convenzioni di ricerca è considerato un fatto positivo perché permette di avere finanziamenti per promuovere borse di studio, portare fondi all’ateneo di appartenenza e consentire studi scientifici di base. Colpisce che tali relazioni con l’industria tanto incentivate anche dallo stesso Ministero dell’Università, vengano invece percepite qui addirittura come un marchio negativo. Non faccio libera professione – continua Doglioni -, quindi non posso essere chiamato “consulente”. Sono uno studioso della terra e mi è capitato, come a tanti che operano nel mondo della ricerca, di attivare delle convenzioni di ricerca scientifica tra l’ateneo cui appartengo e società private”

Il geologo Carlo Doglioni

Il geologo ripercorre le proprie esperienze professionali a partire dagli anni ’80, quando era ricercatore all’università di Ferrara “e avevo stimolato – racconta lo studioso – il Comune a valutare il rischio sismico associato al campo geotermico di Casaglia, il che portò alla realizzazione di una rete sismica di monitoraggio tuttora attiva e che ha fornito dati essenziali anche in questi ultimi anni”. Ma è soprattutto a partire dal 2007 che Doglioni pubblica studi e articoli (vedi link 1, 2, 3) in cui parla esplicitamente di un imminente sisma di magnitudo 5.9 con epicentro nella zona di Mirandola. “Mi chiedo perché coloro che mi attribuiscono un conflitto di interessi – commenta Doglioni -, ai quali comunque riconosco la buona fede delle loro illazioni, abbiano sempre ignorato o sottovalutato questi allarmi”.

Lo studioso sottolinea che ogni convenzione con società private sia ormai conclusa e che il suo lavoro all’interno del gruppo di lavoro ministeriale si svolge a titolo gratuito. “Considerata l’irragionevolezza imperante e la caccia alle streghe in corso – conclude Doglioni -, avrei sinceramente solo voglia di tirarmi da parte, visto che prima di tutto ne gioverebbe il mio buonumore. Se ancora non l’ho fatto è solo perché credo sia un dovere cercare di mettere le proprie conoscenze, per quanto sempre limitate, a disposizione dello Stato”.