Lettere al Direttore
20 Aprile 2014

Rapporto Ichese scagiona Casaglia, ma il resto di Ferrara?

di Redazione | 7 min

La Commissione tecnico-scientifica (INTERNATIONAL COMMISSION ON HYDROCARBON EXPLORATION AND SEISMICITY IN THE EMILIA REGION) incaricata di valutare le possibili relazioni tra attività di esplorazione per idrocarburi ed aumento dell’attività sismica nell’area colpita dal terremoto dell’Emilia-Romagna del mese di maggio 2012 (ICHESE) è stata istituita l’11 dicembre 2012 con decreto del Dott. Franco Gabrielli, Capo del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri su richiesta del Presidente della Regione Emilia. La composizione della Commissione è stata modificata con successivi decreti. I firmatari del rapporto sono: Peter Styles, Chief of the Commission, Professor of Applied Geophysics, Keele University, Keele, Staffordshire, United Kingdom; Paolo Gasparini, Secretary of the Commission, Professor Emeritus of Geophysics, University of Napoli “Federico II”, Napoli, Italy, Chief Executive Officer of AMRA Scarl (Analisi e Monitoraggio del Rischio Ambientale); Ernst Huenges Head of Section Reservoir Technologies at GFZ (Deutsches GeoForschungsZentrum), Potsdam, Germany; Paolo Scandone Retired Professor of Structural Geology, University of Pisa, Pisa, Italy; Stanislaw Lasocki Professor of Earth Sciences, Head of Department of Seismology and Physics of the Earth’s Interior, Institute of Geophysics, Polish Academy of Sciences, Warsaw, Poland; Franco Terlizzese Petroleum engineer, General Director for Mineral and Energetic Resource, Ministry of Economic Development, Rome, Italy.

La Commissione ha avuto il seguente incarico: “La Commissione Internazionale dovrà produrre un rapporto che, sulla base delle conoscenze tecnico-scientifiche al momento disponibili, risponda ai seguenti quesiti: 1. E’ possibile che la crisi emiliana sia stata innescata dalle ricerche nel sito di Rivara, effettuate in tempi recenti, in particolare nel caso siano state effettuate delle indagini conoscitive invasive, quali perforazioni profonde, immissioni di fluidi, ecc.? 2. E’ possibile che la crisi emiliana sia stata innescata da attività di sfruttamento o di utilizzo di reservoir, in tempi recenti e nelle immediate vicinanze della sequenza sismica del 2012?

La Commissione ha consegnato il rapporto in febbraio 2014 e per circa due mesi è stato secretato finchè un giornalista di Science ha pubblicato un articolo smascherando la “carnevalata” istituzionale.

Nel frattempo l’Ing. Terlizzese, già componente della Commissione ICHESE, nella sua qualifica di  capo della CIRM, Commissione per gli Idrocarburi e le Risorse Minerarie, ha nominato una nuova commissione di 8 “esperti” nazionali  che dovrà elaborare indirizzi e linee guida per il monitoraggio della microsismicità, delle deformazioni del suolo e della pressione di poro nell’ambito delle aree interessate da attività antropiche nel sottosuolo. Gli esperti nazionali sono: l’ingegnere Gilberto Dialuce, in qualità di coordinatore; Paolo Gasparini, già componente ICHESE; Aldo Zollo (Università di Napoli), Enrico Priolo (OGS), Claudio Chiarabba (Ingv), Daniela Di Bucci (Protezione Civile, già collaboratrice della ICHESE per aspetti organizzativi e di segreteria), Riccardo Lanari (Cnr) e Carlo Doglioni (Cirm). Nella lettera inviata alla Regione, firmata da Terlizzese, si legge che “il gruppo di lavoro produrrà, indicativamente in almeno un mese: indirizzi e linee guida per il monitoraggio della microsismicità; indirizzi e linee guida per il monitoraggio delle deformazioni del suolo; indirizzi e linee guida per il monitoraggio e la pressione di poro; modalità per assicurare la trasparenza e l’oggettività dei monitoraggi; indicazioni per l’applicazione dei monitoraggi alle nuove attività; indicazioni per l’applicazione dei monitoraggi alle attività in corso”.

Quindi, due membri della ICHESE e una collaboratrice sono confluiti nella Commissione Terlizzese che, secondo la stampa, dovrebbe completare l’operato della ICHESE.

Ma il rapporto ICHESE risulta più gradito ai comitati dei cittadini emiliani o alla filiera delle lobby petrolifere?

La composizione della commissione fece sorgere perplessità tra i comitati perchè sembrava troppo schierata per la filiera petrolifera in quanto alcuni membri sono stati consulenti di varie compagnie.

Ora sembra che le perplessità siano insorte tra le file della filiera petrolifera e tra i suoi sostenitori che probabilmente contavano sulla piena assoluzione delle attività nel sottosuolo.

A sorpresa, il rapporto ICHESE ad un certo punto afferma: “Comunque, esiste una correlazione statistica tra l’aumento della sismicità prima del 20 maggio 2012 e l’aumento dei parametri di produzione da aprile/maggio 2011 (riferimento al campo Cavone). Quindi non può essere escluso che le azioni combinate di estrazione ed iniezione di fluidi in una regione tettonicamente attiva possano aver contribuito, aggiungendo un piccolissimo carico, alla attivazione di un sistema di faglie che aveva già accumulato un sensibile carico tettonico e che stava per raggiungere le condizioni necessarie a produrre un terremoto.

La Commissione ritiene altamente improbabile che le attività di sfruttamento di idrocarburi a Mirandola e di fluidi geotermici a Casaglia possano aver prodotto una variazione di sforzo sufficiente a generare un evento sismico “indotto”. L’attuale stato delle conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a “innescare” l’attività sismica del 2012 in Emilia.”

Che vuol dire: il sottosuolo era già “carico di energia tettonica” e le attività antropiche nel sottosuolo nella zona di Cavone (concessione della GAS PLUS) possono avere innescato i sismi, che prima o poi, sarebbero avvenuti naturalmente.

Circa le attività svolte nel campo geotermico di Casaglia, nei pressi dell’abitato di Ferraracosì si esprime: “In conclusione, è molto improbabile che le operazioni effettuate nel campo geotermico di Casaglia possano avere influenzato l’attività sismica del 2012.”

La ICHESE scagiona Casaglia dalla responsabilità circa i sismi del 20 e 29 maggio 2012.

Non dice che le attività in corso e quelle previste, in sinergia con quelle previste tutto attorno a Ferrara, non possano destare preoccupazioni.

Circa le conoscenze da acquisire la ICHESE fa presente che “Pertanto sarebbe necessario avere almeno un quadro più completo possibile della dinamica dei fluidi nel serbatoio e nelle rocce circostanti al fine di costruire un modello fisico di supporto all’analisi statistica.”

Fa presente che “al momento non è possibile predire in modo deterministico e affidabile quando e dove ci sarà un terremoto e quale sarà la sua intensità. Un terremoto innescato è un particolare tipo di terremoto tettonico, nel quale piccoli effetti prodotti da attività umane hanno anticipato il momento in cui il terremoto sarebbe avvenuto e pertanto è ancora più difficile da trattare. Più semplice è il caso della sismicità indotta, in quanto le azioni umane hanno una influenza significativa; pertanto possono essere studiate variazioni nelle metodologie operative utilizzabili per abbassare significativamente la probabilità di questi eventi. Sistemi di monitoraggio con livelli crescenti di allarme (i cosiddetti sistemi a semaforo) sono in effetti stati sviluppati e applicati solo per casi di sismicità indotta.

Lo studio effettuato non ha trovato evidenze che possano associare la sequenze sismica del maggio 2012 in Emilia alle attività operative svolte nei campi di Spilamberto, Recovato, Minerbio e Casaglia, mentre non può essere escluso che le attività effettuate nella Concessione di Mirandola abbiano avuto potuto contribuire a innescare la sequenza.

Va comunque considerato che tutto l’orogene appenninico sottostante la pianura padana è sismicamente attivo ed è quindi essenziale che alle attività produttive vengano associate azioni appropriate che contribuiscano a gestire il rischio sismico inerente queste attività.”

Auspica, in pratica l’acquisizione di dati non solo lungo la struttura di Cavone-Mirandola ma anche nel sottosuolo delle zone circostanti interessate dai sismi, vale a dire dell’area epicentrale. Sottolinea che il problema più serio è rappresentato dalla sismicità che può essere innescata dalle attività antropiche nel sottosuolo instabile tettonicamente e già “carico di energia tettonica” naturalmente.

Evidenzia che la sismicità indotta dalle attività umane può essere “controllata” adeguando le azioni artificiali nel sottosuolo.

Si deduce che la sismicità indotta può essere “controllata” laddove il sottosuolo non sia già di per se instabile tettonicamente e “carico di energia tettonica”!

Tra i compiti della commissione, Terlizzese esalta il ruolo da svolgere circa la sismicità indotta, come se con i sistemi a semaforo si potrà poi eseguire ogni attività nel sottosuolo.

Non si deve perdere di vista che il controllo della sismicità indotta può riuscire laddove il sottosuolo non sia già di per se instabile tettonicamente con “energia tettonica” già accumulata.

Il lavoro della Commissione Terlizzese deve servire a fornire serie garanzie di sicurezza dell’ambiente antropizzato ed urbanizzato e non a favorire le attività invasive nel sottosuolo caratterizzato da faglie attive che possono originare sismi distruttivi.

Il Campo Cavone e la struttura di Rivara dove è stato previsto lo stoccaggio di metano si trovano in un sottosuolo instabile tettonicamente, come si è visto.

Eventuali sperimentazioni nel Campo Cavone, della GAS PLUS, di cui si intravvede la fattibilità nella lettera di Terlizzese, servirebbero a prolungare l’estrazione di idrocarburi e darebbero una falsa sicurezza se applicate in altre situazioni caratterizzate da sottosuolo instabile tettonicamente e “carico di energia tettonica” da secoli come nel caso di Ferrara.

Deve essere fatta chiarezza circa il lavoro della commissione Terlizzese.

Altro serio problema da risolvere riguarda i potenziali conflitti d’interesse inerenti persone e istituzioni che hanno svolto e svolgono consulenze per attività commerciali e che si trovano a ricoprire delicati ruoli istituzionali “super partes” che devono comportare l’esclusivo vantaggio della sicurezza dei cittadini.

Prof. Franco Ortolani, docente ordinario di geologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”

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