Rissa in piazza Buozzi, 5 persone denunciate
Tutte denunciate dai carabinieri di Pontelagoscuro le 5 persone che, nella sera del 23 giugno, avevano scatenato una rissa in piazza Bruno Buozzi segnalata da molti residenti al 112
Tutte denunciate dai carabinieri di Pontelagoscuro le 5 persone che, nella sera del 23 giugno, avevano scatenato una rissa in piazza Bruno Buozzi segnalata da molti residenti al 112
Pensate a come la città di Ferrara si presentava dal punto di vista urbanistico, sociale ed economico vent’anni fa, poi comparatela alla realtà di oggi. Uno sforzo mnemonico simile è stato compiuto dalle decine di autori che hanno contribuito alla realizzazione dell’Annuario sulle politiche urbane, l’edizione speciale dell’Annuario socio-economico ferrarese a cura del Cds
Una donna anziana ha chiamato la Polizia Locale temendo il furto dell’auto. Gli agenti l’hanno rassicurata, aiutata a ritrovare la vettura e riaccompagnata verso casa
Dopo una lunga fase di stallo, si riaccendono i riflettori sulla vertenza Berco. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha convocato le parti per un nuovo incontro previsto martedì 16 luglio, con l’obiettivo di verificare le condizioni per riaprire il confronto sul Contratto Collettivo Integrativo Aziendale e sulle prospettive industriali
Nel 2024 la raccolta differenziata dei rifiuti ha continuato a crescere in Emilia-Romagna, raggiungendo il 79% a livello regionale, con un incremento dell’1,8% rispetto al 2023. E la città di Ferrara risulta essere in assoluto la più virtuosa, confermando il risultato di vertice dell'anno precdedente
di Silvia Franzoni
Non piace che la Storia parli di disastri, e anzi ci si affretta perché questi, quand’anche accadano, siano presto eliminati dalla nostra memoria, trovando nella rimozione la soluzione al trauma. Ma così il problema è semplicemente allontanato: l’introiezione passa attraverso la conoscenza. A prefiggersi questo scopo è il volume, capace di coniugare rigore scientifico e capacità divulgativa, “L’Italia dei disastri – dati e riflessioni sull’impatto degli eventi naturali 1861-2013”, curato dalla direttrice del Centro euro-mediterraneo di documentazione Eventi Estremi e Disastri (EEDIS) Emanuela Guidoboni e Gianluca Valensise, dirigente di ricerca all’INGV di Roma. La presentazione del libro, questo pomeriggio presso la Sala del ridotto del Comunale, è stata occasione di discussione alla quale sono intervenuti, oltre ai curatori del volume, Marco Bondesan di Italia Nostra, Michele Fabbri, docente nel Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza, Marco Stefani (Dipartimento di Architettura UniFe) e l’attore Stefano Muroni. Moderati dalla giornalista Dalia Bighinati, i relatori hanno delineato una erronea, quando non assente, ricezione dei disastri da parte della società, “priva – lo sottolinea il prof. Stefani – di quadri interpretativi e contesto culturale che si interessino all’evoluzione dei processi ambientali”: è fondamentale, invece, sostiene Gabriele Valensise, “una prospettiva storica in cui inserire gli eventi”, una vera e propria “memoria della natura idro-geologica della nostra penisola”. Si richiede, dunque, una nuova cultura della sicurezza che, nata dalla conoscenza, diriga i suoi sforzi alla prevenzione: ne parla a più riprese Emanuela Guidoboni, evidenziando la necessità di un “ricordo capace di produrre soluzioni”, in un paese che non ha “ancora saputo dare risposte condivise ai disastri naturali e che spende oltre 5 miliardi annui per arginarne i danni”. La soglia di sordità del pubblico italiano è però così alta da continuare ad imputare i disastri “ai cambiamenti climatici piuttosto che alla oggettiva responsabilità umana”, e i media, la politica e le amministrazioni, hanno la colpa, come discusso dal prof. Fabbri, “di trattare i disastri con toni catastrofistici o con sottovalutazioni preoccupanti, perseguendo secondi fini ed interpretando in modo differente, contraddittorio e poco chiaro il concetto centrale di probabilità dei fenomeni”.
Il focus si sposta poi sulla realtà ferrarese: un territorio, il nostro, in cui la “cultura del terremoto – spiega il prof. Bondesan – non è mai stata tralasciata, ma anch’essa soggetta alla memoria selettiva”. Data come costante ed immutabile per convenienza, la terra ha invece cominciato a tremare il 20 maggio 2012, e l’emergenza è stata gestita “egregiamente”, come sottolinea l’assessore comunale alla Protezione Civile Aldo Modonesi, dal sistema regionale. L’alta attenzione sui temi hanno permesso un “adeguamento dei piani di emergenza che affiancassero il rischio sismico agli assetti idraulici del territorio, e ad eventuali rischi industriali”. La sensazione, però, è stata che il meccanismo di rimozione si fosse prontamente attuato anche nelle menti dei ferraresi: è infatti in una città già pronta a dimenticare che prese avvio il progetto dell’Urban Center del Comune che, spiega l’assessore all’Urbanistica Roberta Fusari, nei mesi immediatamente successivi al sisma ha promosso “una serie di percorsi partecipati con esperti così da tranquillizzare i cittadini, e gettare in loro il seme della cultura della prevenzione”. Un punto di partenza di un intero processo culturale ancora da svolgere. E del sisma che ha colpito l’Emilia nel 2012 si potrà parlare anche in un film: l’attore ferrarese Stefano Muroni ha infatti anticipato il progetto, ancora in cantiere, di realizzazione di un lungometraggio sul “terremoto delle fabbriche”, affidando all’arte e al linguaggio cinematografico la forza di “fermare l’attualità e riportare la memoria storica”.
Ad emergere dall’incontro, dunque, è la sfida di una cultura non più dell’emergenza ma della prevenzione, una ri-educazione all’informazione che, concordano i relatori, deve partire dalle scuole: “qui bisogna combattere l’ignoranza del passato che crea indifferenza nel futuro”.
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