Una specialista in rianimazione per “rianimare” Ferrara. Il deputato 5 Stelle Vittorio Ferraresi la lancia come “una supercandidata”, un “pezzo da novanta”. E lei, più sommessamente, si presenta come medico, 43 anni, nata a Roma e a Ferrara dal ’97, madre di due figli. È Ilaria Morghen, la candidata sindaco del Movimento 5 Stelle a Ferrara.
Il cognome lo deve alla famiglia “ di origine germanica e trasferitasi due secoli fa nell’allora Regno delle Due Sicilie”. Laureata al Policlinico Gemelli, ha completato la sua formazione a Bologna e poi Ferrara, dove lavora come medico dell’Ausl nel reparto di anestesia e rianimazione ospedaliera. “Potevo scegliere altre città – racconta – ma mi sono innamorata subito di questo posto”. Un posto che ricorda come “a misura d’uomo, dove ho subito pensato di poter mettere su famiglia e dove ho pensato di mettere la mia preparazione a disposizione della cittadinanza nel settore della sanità pubblica”. Un posto che ora però trova “ingrigito, intristito, senza i servizi pubblici essenziali e con tasse sempre più alte”.
Basti pensare al servizio di trasporto pubblico. “Ne sono testimone, dal momento che i miei figli devono prendere l’autobus per andare a scuola e molte mamme che ne hanno più di uno devono scegliere quale dei due mandare a piedi, visto che ormai l’abbonamento annuale costa 200 euro”. E come quelle madri “i cittadini del Movimento 5 Stelle sono persone normali (l’88% delle quali con almeno un titolo di laurea) che nella loro quotidianità si scontrano con un sistema politico che li strangola. Ecco allora perché molti, come me, decidono di mettersi in gioco, sacrificando professione e famiglia, per tentare di rinnovare questa società”.
E il suo progetto di rinnovamento parte dall’esperienza in anestesia e rianimazione, che vede un protocollo alfabetico di intervento. “Siamo persone intelligenti e intelligente renderemo questa città, partendo dalla rete dei dati aperta, wi-fi gratuito, un rendiconto vero e pubblico del nostro operato, con possibilità da parte dei cittadini di monitorare la nostra azione”. Il manifesto politico verrà pubblicato a breve ma intanto ci si può accontentare di qualche ‘lettera’ del protocollo alfabetico di intervento. Partiamo dalla “A” di ambiente: “l’acqua come bene pubblico verrà inserita nello statuto comunale”. Passiamo direttamente alla “C” di Cona, che “è una grande azienda che dà lavoro a centinaia di persone, ma va ripensata l’organizzazione sanitaria, perché la politica sanitaria comincia dall’ambiente”. Per dimostrarlo la Morghen ricorda il registro dei tumori che segnala Ferrara al secondo posto in Italia per neoplasie polmonari, seconda solo a Genova. “Dobbiamo incidere sulle cause che provocano questo incremento e sappiamo quali sono. Prima tra tutte l’inquinamento ambientale, che a Ferrara vuol dire turbogas, inceneritore, centrali biogas, particolato e ricaduta metalli pesanti, che vanno a danneggiare il sistema nervoso centrale”.
Qualche lettera più in là c’è la “I” di inceneritore e il precedente del sindaco grillino di Parma Pizzarotti, che non è riuscito a mantenere la promessa di spegnerlo, non è rincuorante. “La ‘I’ è strettamente correlata con la ‘H’ di Hera e l’inammissibile conflitto di interessi con l’attuale amministrazione”. Vengono poi la ‘R’ di rifiuti, “con il piano regionale che porterà a Ferrara pattume da mezza Italia”, la ‘D’ di Dexia (“i derivati tossici che ci hanno fatto perdere due milioni di euro”), la ‘G’ della geotermia (“una bufala che ci incatenerà all’inceneritore per riscaldare l’acqua”), la “vendita tardiva delle azioni Hera grazie alla quale ci abbiamo rimesso 12 milioni”, gli scandali “come Grisù, a proposito del quale apprendiamo oggi che saremmo costretti a spendere 800mila euro di denaro pubblico, di cui 400mila della Provincia che nella stessa delibera stanzia invece un terzo per la sicurezza delle strade e chiude le scuole il sabato per risparmiarne un quarto”.
Insomma un protocollo alfabetico tipico del reparto di anestesia e rianimazione “perché il mio è un programma di rianimazione della città”.
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