Comacchio. “Su un progetto dai metodi e contenuti discutibili, il mattone supera gli schieramenti politici e unisce le amministrazioni di Comune, Provincia e Regione”.
È il lapidario commento di Legambiente al nuovo progetto di sviluppo turistico, recentemente presentato, che unisce le amministrazioni di Comune, Provincia e Regione e che prevede un investimento di circa 180 milioni di euro con una partnership tra pubblico e privato, di cui circa 35 milioni messi dal pubblico.
Legambiente si dice fortemente preoccupata per i contenuti del progetto sia dal punto di vista urbanistico che dall’entità delle nuove cementificazioni: “Nelle previsioni progettuali – commenta l’associazione -, da una prima analisi di quanto proposto, emerge infatti un carico di urbanizzazione e quindi di nuovo cemento assolutamente non compatibile con la quantità di edificazione che quel territorio e la costa regionale hanno subito in questi anni, e ben poco coerente con l’area di pregio naturalistico del Delta del Po”. L’associazione è rimasta inoltre “stupita dalle modalità con cui è stato presentato il progetto, al di fuori di ogni meccanismo di partecipazione attiva di cittadini e associazioni e senza alcuna condivisione d’intenti né coinvolgimento nelle scelte dell’amministrazione”. “Un metodo – osserva Legambiente – ben lontano dai criteri di trasparenza, e di quella adeguata condivisione richiesta da un progetto così rilevante per il territorio comacchiese e della costa emiliano-romagnola. Sembrerebbe invece di scorgere la solita ed abusata abitudine di adoperare varianti importanti agli strumenti urbanistici, decidendole a tavolino con i portatori di interessi economici, e calandole poi sul territorio. È evidente che il litorale comacchiese abbia bisogno di una riqualificazione turistica. E sicuramente l’individuazione di risorse private per la promozione del turismo e dell’economia in quest’area è un’operazione virtuosa. Ma in un Comune come quello di Comacchio – continua Legambiente -, fortemente scosso in passato sia dal punto di vista politico che giudiziario proprio a causa dei temi urbanistici, sembrerebbe opportuno che le scelte adottate per questo importante ed impattante progetto di trasformazione territoriale vengano prese nella maniera più trasparente possibile”.
Nonostante i diversi partiti di appartenenza e le comuni promesse riguardanti lo stop al consumo di suolo, per Legambiente “pare proprio che il sindaco Fabbri, la Presidente della Provincia Zappaterra e l’assessore regionale Melucci si trovino d’accordo quando si tratta di riversare nuovo cemento sui nostri territori”.
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