Cronaca
28 Febbraio 2014
Le associazioni animaliste pronte a mobilitarsi contro il nuovo progetto Unife

Gli Animal Defenders contro l’Animal Facility di Unife

di Daniele Oppo | 3 min

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admin-ajax (3)Le associazioni animaliste chiedono all’Università di Ferrara di convertire il progetto per il miglioramento dell’Animal Facility in laboratorio avanzato per la ricerca che non utilizzi animali.

Al polo Chimico Biomedico dell’Università degli Studi di Ferrara sono in corso i lavori per la realizzazione di un nuovo edificio da destinare ad Animal Facility, lo stabulario con annessi laboratori di ricerca e sperimentazione su animali. I lavori, di importo pari – secondo quanto riferisce l’associazione Animal Defenders – a 1.602.024,36 euro IVA esclusa, sono finanziati dalla Regione Emilia Romagna attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, nell’ambito dell’asse 1 per la promozione della ricerca industriale e del trasferimento tecnologico come fattore di competitività. “La costruzione di un nuovo stabulario che andrebbe ad ampliare quello già esistente del Laboratorio per le Tecnologie delle Terapie Avanzate – affermano gli attivisti animalisti – rappresenta uno spreco di risorse davanti al quale non possiamo rimanere indifferenti in un momento di profonda crisi economica come quello che stiamo attraversando. Un cattivo uso di denaro in quanto – questo il parere di Animal Defenders – la sperimentazione animale produce risultati non attribuibili all’uomo a causa delle differenze nella biologia delle diverse specie, senza contare che i risultati possono essere distorti dalle variazioni nei parametri fisiologici degli animali stessi a causa dello stress a cui sono sottoposti durante le normali procedure di laboratorio”.

“Un articolo pubblicato nel 2012 sulla rivista scientifica Regulatory Toxicology and Pharmacology – riportano gli Animal Defedenrs – afferma che gli studi su animali effettuati per valutare la sicurezza dei nuovi farmaci non sono abbastanza sensibili per prevedere reazioni avverse ai farmaci dopo la commercializzazione, non è quindi rilevante inserire i dati ottenuti su animali negli studi prospettici di farmacovigilanza. Al fine di ottenere risultati che siano rilevanti per l’uomo – suggeriscono gli attivisti – è opportuno che le risorse economiche vengano impiegate per finanziare metodi alternativi, ovvero metodi innovativi tecnologicamente avanzati, assolutamente estranei all’utilizzo di animali. Ancora oggi, purtroppo, vengono impiegate le colture cellulari di topo nonostante si possano utilizzare colture di cellule e tessuti umani e addirittura co-colture integrate di organi umani, nonché modelli matematici computerizzati, tecniche non-invasive per immagini e studi epidemiologici” (cosa che in realtà si fa già utilizzando, durante la fase preclinica, colture di cellule leucemiche o epidermiche umane e animali o organi isolati come il fegato o utilizzando ancora prima i cosiddetti modelli computerizzati in silico o dry lab, ndr).

“Alla luce delle critiche scientifiche nei confronti della sperimentazione animale nella ricerca biomedica, e delle implicazioni etiche connesse all’esposizione di esseri senzienti a stress, paura e dolore” l’associazione Animal Defenders chiede all’Università degli Studi di Ferrara “di convertire il progetto e di impiegare i finanziamenti destinati alla realizzazione dell’Animal Facility nella realizzazione di un centro di ricerca all’avanguardia che utilizzi metodi innovativi e tecnologie avanzate non basate sull’uso di animali”. La protesta contro la costruzione dello stabulario è promossa dalle associazioni animaliste Animal Defenders, Lav, Oipa, Enpa, Lega del Cane, L.i.d.a., Animal Liberation e AAniMo pronte a mobilitarsi con presidi e manifestazioni.

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