Cronaca
26 Gennaio 2014
L'immagine della donna nella cultura occidentale è stato il tema portante durante l’assemblea annuale dell’Udi

Il ‘rigurgito’ maschilista tra mass-media e pubblicità

di Redazione | 4 min

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“Viviamo sotto una pioggia ininterrotta d’immagini; i più potenti media non fanno che trasformare il mondo in immagini e moltiplicarlo attraverso una fantasmagoria di giochi di specchi”. Così scriveva Italo Calvino quasi trent’anni fa nelle Lezioni Americane riconoscendo il grande potere dei mass-media nel veicolare cultura, estirpare le discriminazioni o, invece, sostenere luoghi comuni o dare nuova linfa a certi pregiudizi. Queste riflessioni sono state affrontate nell’assemblea annuale dell’Udi provinciale con particolare riferimento all’immagine data della donna nelle pubblicità e in generale in tutti i mass-media, web in primis.

Il quadro emerso dalla relazione delle attiviste mostra una realtà in cui l’immagine della donna non è certo quella che emerge dallo stilnovismo dantesco ma, anzi, è denunciato “un rigurgito del sistema patriarcale in cui la donna serve come oggetto per il marketing solo per soddisfare l’erotismo maschile”. In questo senso la stampa e il mondo pubblicitario sarebbero proprio i responsabili di questo ‘rigurgito’ che, purtroppo, si manifesta sempre più spesso nei tragici fenomeni di femminicidio. “La stampa italiana- sottolinea in un videomessaggio la responsabile nazionale dell’Udi Vittoria Cola- non ha ancora capito il ruolo attivo della donna nel mondo del lavoro e nella società italiana. Siamo ormai gli ultimi in Europa a preoccuparci ancora di rispettare le quote rosa. L’attenzione su quanto la nostra società sia ancora molto sessista è arrivata negli ultimi tempi con i femminicidi. Solo quest’anno sono ben 126 le donne uccise da compagni o familiari maschi incapaci di rapportarsi in maniera umana e troppo spesso diseducati dai mass-media nel considerare la donna solo come un oggetto sessuale. Nel sud Italia- prosegue Vittoria Cola- la situazione è ancora più drammatica aggravata anche dalla difficolta delle donne di trovare un lavoro. Circa l’80% delle donne nelle regioni meridionali sono disoccupate anche perché c’è ancora qualche uomo che pensa che se una donna, anche istruita, non trova lavoro può sempre trovare un ripiego nel matrimonio”.

Le immagini pubblicitarie e gli spot portati ad esempio sono abbastanza eloquenti ed anche, oggettivamente, offensivi e volgari. Donne ammiccanti vicino ad un nuovo modello di auto con la scritta ‘provami!’, un volantino che pubblicizza l’apertura di un bar che mostra in primo piano un lato b femminile con la scritta ironica ‘apriamo lunedì mattina’, o ancora, un fuoristrada con diverse donne ammiccanti vestite da animali pubblicizzato come ‘ideale per ogni tipo di caccia’. Un altro spot particolarmente eloquente e maschilista è quello che mostra Rita Levi-Montalcini con un grembiule intenta a fare una torta e Hilary Clinton occupata a rammendare un calzino sulla poltrona, come a dire che nonostante la loro grandezza rimangono sempre e solo donne. Anche molti quotidiani e riviste sono colpevoli di comunicare notizie nel modo sbagliato. “Spesso- sottolinea Stefania Guglielmi della segreteria provinciale- molti quotidiani riportando la spiacevole notizia di un femminicidio tendono quasi a giustificare il violento definendolo ‘malato’, ‘confuso’ e ‘incapace di intendere e di volere’ tralasciando il fatto che spesso dietro questi casi c’è invece molta lucidità e premeditazione. Altro capitolo dolente- continua l’attivista- è la pubblicità del vestiario per bambina che mostra ragazzine vestite da modelle o donne del desiderio sessuale invece di mostrarle, ad esempio, con i panni di una donna in carriera.

Oltre alla figurazione della donna giovane come oggetto sessuale, durante l’assemblea, è emerso anche il pregiudizio della donna che invecchia con tutti i presunti problemi fisici collegati alla salute. “È incredibile quanta disinformazione ci sia riguardo i piccoli problemi della donna che avanza con l’età.- esordisce Luana Vecchi del gruppo salute dell’associazione- Seguendo gli spot in tv sembra che tutte le donne al di sopra dei cinquant’anni soffrano di perdite urinarie, di flatulenza, di pruriti, di obesità o di rughe, non è così. Nel caso questi problemi si presentino realmente bisogna diffidare dei prodotti ‘magici’ pubblicizzati e rivolgersi a medici specializzati. Fondamentale è la prevenzione contro i tumori, in particolare quello alla mammella attraverso lo screening. Solo a Ferrara nel 2013 ci sono stati purtroppo ben 400 casi di recidiva. Speriamo anche- conclude Luana Vecchi- che sia potenziato il reparto di ginecologia del Sant’Anna perché attualmente le donne in attesa di interventi anche urgenti sono ben 152. All’assemblea, tenutasi all’Archibugio, erano presenti buona parte delle ‘quote rosa’ del mondo istituzionale ferrarese tra cui l’assessore Deanna Marescotti, la senatrice Bertuzzi, gli assessori provinciali Caterina Ferri e Patrizia Bianchini, Anna Quarzi e Mirella Tuffanelli.

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