Comacchio
19 Gennaio 2014
Mezzogori: "Per rimuovere il presidio dovranno usare i carri armati"

San Camillo, protesta a oltranza

di Redazione | 3 min

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Comacchio. Non si placa e anzi si ingrossa la protesta dei comacchiesi per il salvataggio del loro ospedale, il San Camillo, dopo il tentato smantellamento del pronto soccorso di pochi giorni fa.

Sono state circa un migliaio le persone che si sono radunate e hanno sfilato fino in piazza Folegatti, subito sotto il municipio nel quale dopo la manifestazione si è tenuto un consiglio comunale straordinario sul tema, capeggiate dal sindaco Marco Fabbri e dal presidente della consulta per la salvaguardia dell’ospedale San Camillo Manrico Mezzogori.

A dar manforte alla protesta odierna si sono anche aggiunte tutte le sigle politiche locali, alcune associazioni di promozione sociale e la Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità.

“Questo – la chiusura improvvisa del pronto soccorso, ndr – è un atto antidemocratico, e il sindacato non poteva rimanere in silenzio: continuiamo a chiedere la destituzione dei rappresentanti e dei vertici aziendali”, ha tuonato Mirella Boschetti della Fials, subito seguita da Nicola Zagatti del comitato di salvaguardia ospedale del Delta, che ha attaccato le ultime uscite di Lusenti sulla stampa locale in cui confermava che la sanità locale non sia stata depotenziata e ha annunciato anche l’esistenza di un esposto per l’interruzione di pubblico servizio in merito alla chiusura del pronto soccorso del San Camillo, promosso da Enrico Franceschi di Uil Fpl, in quanto la chiusura dello stesso non era stata notificata nemmeno alle organizzazioni sindacali ed anzi sarebbe stata resa nota alle maestranze solo il giorno stesso, per telefono.

Mezzogori invece è più netto, e dopo aver ricordato le conosciute tappe della battaglia per l’ospedale annuncia un secondo esposto in procura, dopo quello dei giorni scorsi sulle modalità di chiusura del pronto soccorso, riguardo la legittimità della programmazione sanitaria. Mezzogori poi ricorda i fatti del novembre 2000: “Quel giorno sono state inviate le forze armate per rimuovere il presidio, oggi dovranno usare i carri armati”.

A concludere la sequela di interventi è il sindaco di Comacchio Marco Fabbri: “Vedo questa piazza piena ma c’è anche qualche assente, sicuramente i miei sette colleghi sindaci”.

“Questo non è un problema solo di Comacchio – rimarca Fabbri -, e ringrazio tutte le forze politiche per essere venute qui senza bandiere. Nell’ultimo periodo sono successe come incredibili, e sulle modalità di chiusura del pronto soccorso presenteremo degli esposti. Non ho sentito nessuno dire una parola non dico sulla chiusura del pronto soccorso, ma nemmeno sulle modalità”.

“Siamo anche stufi – conclude il sindaco – di essere trattati come talebani come durante l’incontro in prefettura con Errani: le nostre manifestazioni sono pacifiche”.

Al presidio era presente anche il deputato 5 Stelle Vittorio Ferraresi, che ha sfilato accanto al sindaco. “Sono i servizi sul territorio che fanno la differenza tra la vita e la morte – ha commentato il parlamentare – e per questo quella del San Camillo non è solo una battaglia di Comacchio. Da Cona a Baggiovara è in atto uno smantellamento della sanità pubblica. Tutto questo è inaccettabile, è una vergogna unica. Mi dispiace solo che la gente continui a non punire questi politici che lucrano sulla salute con il voto alle elezioni”.

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