Eventi e cultura
26 Novembre 2013
Restituito al suo originario splendore un modello anatomico del Settecento

Restaurato feto in cera

di Redazione | 4 min

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ImmagineIl museo anatomico “Giovanni Tumiati” dell’Università di Ferrara conserva una collezione di modelli in cera del corpo umano risalente alla fine del Settecento. La collezione, unica nel suo genere e dedicata prevalentemente al corpo femminile e allo sviluppo embrionale, riveste un grande valore sia storico-scientifico che artistico. Tuttavia, attualmente si trova in precarie condizioni di conservazione, con il rischio che alcuni esemplari si rovinino irrimediabilmente.

Ora uno di questi modelli, un feto a termine adagiato sulla parete dell’utero con annessa placenta, è stato ripulito e riportato alle sue condizioni originarie di oltre duecento anni fa. L’operazione di restauro è stata condotta da Cristina Delunas, Dipartimento di Scienze della vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari, nell’ambito di una collaborazione tra il Museo Tumiati e il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara, di cui Delunas ha appena terminato il percorso con una tesi riguardante la conservazione e valorizzazione delle cere anatomiche ferraresi.

Delunas, che lavora da oltre 20 anni nella realizzazione di modelli scientifici con la cera, considera questo restauro “fra le più belle soddisfazioni della mia carriera in questo campo. Le condizioni climatiche in cui il modello è stato conservato lo hanno reso fragile come cristallo e questo ha complicato l’intervento. La rimozione della patina scura che lo ricopriva ha svelato un bimbo dall’incarnato roseo e delicato che lo rende reale in un atteggiamento fra il dormire e il nascondersi.

Ridare vita a questo bimbo in cera significa anche ridare vita a un’arte dimenticata, la ceroplastica scientifica, che è stata per secoli un vanto tutto italiano ricercato nelle più prestigiose corti europee e che oggi troppo spesso è dimenticata in vecchi e polverosi magazzini. Non solo il “nascituro dormiente”, ma tutta la collezione ferrarese aspetta di ritrovare l’antico splendore per rivelarsi al pubblico e raccontare la sua storia”.

Secondo Marco Bresadola – direttore del Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale – “il restauro del “nascituro dormiente” è stato reso possibile dalla felice coincidenza di aver avuto tra il gli studenti del Master una ceroplasta dell’abilità di Delunas, ma è anche il risultato di un’importante convergenza di vedute con il direttore del Museo Tumiati sul valore storico-scientifico delle cere anatomiche e sull’importanza di una loro valorizzazione, quali straordinarie testimonianze del livello della ricerca e della didattica condotte all’interno dell’ateneo ferrarese nella sua storia plurisecolare”.

Il Museo Tumiati fa da tempo parte dell’European Association of Museums of the History of Medical Sciences (EAMHMS), che ha riconosciuto la necessità di considerare le collezioni “mediche” come fonti essenziali per fare ricerca su vari argomenti della storia della medicina. Secondo Silvano Capitani – direttore del Museo Tumiati – “il pieno recupero della collezione può costituire un valido strumento anche per una più completa ricognizione degli eventi storici che hanno favorito l’ingresso delle donne nelle professioni sanitarie e, più in generale, per la ricostruzione delle tappe fondamentali dell’emancipazione femminile. Occorre infatti ricordare che fino alla fine del 1700 le donne, pur svolgendo le funzione di levatrici, erano escluse dallo studio dell’anatomia e degli studi medici in generale. Dopo la riforma del piano degli studi medici del 1771, a Ferrara Giovanni Tumiati contribuisce a questa trasformazione aprendo alle donne il corso di anatomia ed ostetricia, che assunse grade efficacia didattica anche grazie ai preparati ceroplastici allestiti da Giuseppe Chiappi”.

Il restauro dei modelli in cera sulla riproduzione umana, appena avviato ma sperabilmente attuabile in pieno nel breve futuro, è premessa essenziale per la più ampia ricaduta culturale su esperti e studiosi, ma anche nei confronti di tutti gli interessati ad ampliare le proprie conoscenze, dei soggetti preposti ad attrarre visitatori a Ferrara, degli imprenditori interessati a investire in cultura. Una volta restaurata, la collezione ceroplastica dell’Università di Ferrara potrà essere pienamente valorizzata attraverso l’allestimento di mostre, la presentazione ai meeting nazionali ed internazionali del settore, l’organizzazione di progetti di fruizione da parte di scuole di vario grado e di associazioni didattiche e culturali. Inoltre, sarà possibile promuovere fruibilità e visibilità del patrimonio del Museo Tumiati anche nell’ambito dell’interazione tra musei dell’Ateneo ferrarese e delle reti museali di vario livello (regionale, nazionale, internazionale), contribuendo così a rafforzare anche l’offerta culturale di qualità, oltre che turistica in genere, della città di Ferrara.

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