Politica
12 Novembre 2013
Delibera proposta dai consiglieri Di Martino (Pdl) e Bergamini (Lega Nord): multe salate come a Verona

La ‘soluzione Tosi’ per la Zona Gad

di Redazione | 3 min

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Cristiano Di Martino e Fabio Bergamini

Cristiano Di Martino e Fabio Bergamini

I più maliziosi penseranno che di questo passo non trascorrerà giorno senza proposte su grattacielo e Gad, almeno sino alle amministrative di primavera. Ieri è toccato ai consiglieri provinciali Cristiano Di Martino (Pdl) e Fabio Bergamini (Lega Nord) presentare una “proposta risolutrice” del degrado della zona: pugno duro contro le prostitute e i loro clienti.

La delibera che vuole modificare il Regolamento di Polizia Municipale si ispira a quanto già avviene a Verona, città amministrata dal leghista Flavio Tosi. Se sarà approvata, in tutto il territorio comunale sarà vietato “contattare soggetti che esercitano l’attività di prostituzione su strada” e “contrattare con gli stessi prestazioni sessuali sulla pubblica via”, ma anche “assumere atteggiamenti, modalità comportamentali ovvero indossare abbigliamenti che manifestino inequivocabilmente l’intenzione di adescare o esercitare l’attività di prostituzione”. Severe le pene: multa da 300 a 500 euro, più la sanzione accessoria della confisca del veicolo.

Di solito quando si discute di questi sistemi gli scettici temono che possano essere invalidati dai ricorsi all’autorità giudiziaria, ma Di Martino e Bergamini si sono informati: a Verona sono state elevate 556 contravvenzioni e solo in dodici casi i multati hanno presentato ricorso, senza peraltro averlo (ancora) vinto.

Bocciate invece le altre possibilità di cui si parla da anni, dall’apertura di un distaccamento di Polizia Municipale in zona alla limitazione del traffico nelle ore notturne in piazzale Castellina, “che sposterebbe il problema di 200 metri senza nemmeno affrontarlo in via Bologna e in via Beethoven”, al contrario di quanto avverrebbe con la modifica del regolamento.

Oltre a proporre, Di Martino attacca i “sette anni di chiacchiere che ci ritroviamo sul tavolo”, che gli fanno consigliare al sindaco di “trasferire il suo ufficio al Palazzo degli Specchi, così avrebbe ampio margine per arrampicarsi”. Non starebbe funzionando nemmeno il Patto per la Sicurezza, “che prevede un’automobile della Polizia di Stato fissa in zona, mentre ci risulta che proprio quella stia venendo usata per scortare un magistrato, compito che spetta alla Digos”. L’altra voce arrivata alle orecchie di Di Martino riguarda la costruzione di una moschea in via Oroboni, “proprio da parte di un’associazione pakistana già cacciata dal grattacielo. Ci risulta pure che stia collaborando la cooperativa Camelot, che spero smentisca. Il sindaco è bravo a fare primarie sulla geotermia e mi sembrerebbe assurdo se non parlasse di una vicenda così delicata”.

Bergamini aggiunge qualche altra idea, dalla “riqualificazione di una zona in cui finora sono stati spesi spiccioli in confronto al centro” alla messa a punto di un “bando che finanzi al 60% le telecamere installate dai privati, utilizzando i fondi che si stanno spendendo per l’integrazione, che in realtà significa occupazione del territorio da parte degli stranieri. La città non deve aver paura di usare un po’ il pugno duro, ma manca la volontà politica”.

Quanto alla prevedibile accusa di muoversi solo a caccia di voti, Di Martino nega: “Credevamo che questa materia dovesse essere affrontata nelle sedi competenti, e infatti il nostro consigliere nella circoscrizione 1 Alessandro Veratelli lo fa da anni. La nostra però non è una fiaccolata dopo la quale ce ne andiamo – continua, togliendosi un sassolino nei confronti degli ex Pdl Spath e Balboni, oggi Fratelli d’Italia –, bensì una soluzione radicale, e finché non avevamo un mandato politico non potevamo presentarla”.

Fra due settimane inizierà la raccolta di firme in sostegno della petizione, a cui il centrodestra invita tutti i partiti: “Diamo una mano a Tagliani a essere rieletto dicendogli cosa deve fare – ironizza ancora il consigliere Pdl –. Queste sono le cose che gli costeranno la poltrona”.

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