Attualità
29 Ottobre 2013

Europa e Islam, inseparabili da sempre

di Redazione | 3 min

Europa e Islam, inseparabili da sempre

-Parte 1-

Le influenze islamiche della Divina Commedia

Facendo tesoro di alcuni dei preziosi consigli dei lettori, mantengo la promessa e do così inizio alla prima di una serie di riflessioni circa la vicinanza tra Europa e mondo islamico.

Dalla filosofia all’astronomia, dalla matematica all’arte, dalla lingua alla musica per sottolineare quanto questi due mondi sono stati, sono e saranno legati inseparabilmente da un intreccio che ne determinano destini e le rispettive culture.

Oltre a favorire il superamento di stereotipi e pregiudizi, riscoprire quando in realtà siamo simili e indispensabili l’uno per l’altro è utile inoltre a chiudere una delle strade d’obbligo per i maestri dell’islamofobia: negare categoricamente, un pò per ignoranza e tanto per una cercata volonta’ di non voler vedere, ogni punto di contatto, similitudine o intreccio tra questi due mondi.

Nella purtroppo poco conosciuta settimana del dialogo interreligioso islamico-cristiano, ho ritenuto opportuno cominciare con un tema vecchio, quasi banale ma di cui si parla in maniera apprezzabile solo in rari contesti accademici: Influenze e (probabili) origini islamiche della Divina Commedia.

Nella religione islamica è considerato evento storico e inappellabile il “viaggio notturno” (in arabo israa’a wa al mi’iraj) durante il quale il Profeta Muhammad cavalcando una misteriosa creatura dalla caratteristiche fisiche descritte come una via di mezzo tra il mulo ed il cavallo, vola in una sola notte dalla Mecca a Gerusalemme, presso l’attuale Moschea di al Aqsa edil muro del pianto. Qui si riunisce in preghiera con tutti i profeti che lo precedettero (compreso Gesu’ e Mose’) prima di cominciare l’ascesa e l’esplorazione dei cieli, accompagnato e guidato dall’arcangelo Gabriele. L’evento, ricchissimo di particolari anche importantissimi, come per l’esempio l’ordine di pregare cinque volte al giorno, è stato solamente riassunto in maniera estrema nelle poche righe sopra.

Nel 1919 vide la luce uno studio dal titolo “La escatologia musumana en la Divina Commedia” del gesuita spagnolo Miguel Asìn Palaciòs.

Lo studioso tratteggio’ un quadro delle interferenze più o meno dirette sul poema di Dante. In particolare citò il viaggio compiuto da Brunetto Latini (1260), futuro maestro di Dante, alla corte di Alfonso X di Castiglia, dove conobbe la storia musulmana sull’ascesa della Scala celeste (citata sopra), parlandone poi a Dante.

Tra la narrazione musulmana sull’ascensione di Muhammad da Gerusalemme verso Dio vi è un’inconfondibile similitudine con l’ascensione allegorica dantesca, in forma di adattamento mistico del viaggio notturno del Profeta..

Nell’architettura dell’inferno un’ulteriore identità strutturale, così come nel tipo di punizioni adottate per estinguere le colpe. Curiosa pure la collocazione dell’inferno sotto Gerusalemme in entrambe le storie. L’angelo Gabriele per il Profeta Muhammad e Virgilio per Dante giocano lo stesso identico ruolo di guide-accompagnatori.

Molti punti di contatto si hanno pure nella desrizione della fase finale, rappresentata dalla visione beatificata delle luce Divina che acceca il contemplante facendogli perdere la memoria.

Con queste brevi riflessioni non si vuole di certo provare necessariamente una dipendenza diretta di una tradizione da un’altra, ma ammirare le affascinanti vicinanze.

A mio modesto parere per una qualsiasi cultura deve essere motivo di ulteriore orgoglio scoprire quanto ha assorbito da altre nel corso della storia, cosi’ come trovo più ingenua piuttosto che ignorante una cultura che si percepisce come incontaminata e immutata nel tempo.

Per questo un segno di modernizzazione della didattica nelle nostre scuole potrebbe cominciare anche con nuovi approcci di insegnamento, dove si impara che la cultura degli altri spesso è pure la nostra.

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