Codigoro
25 Ottobre 2013
Oggi si riunisce il Comitato Salvaguardia Ospedale Delta per valutare azioni di lotta

Riorganizzazione sanitaria, la protesta si allarga

di Redazione | 2 min

ospedale deltaCodigoro. La protesta in atto all’ospedale San Camillo di Comacchio potrebbe estendersi all’ospedale del Delta, anche se sotto forme diverse da quelle dell’occupazione. Il Comitato per la Salvaguardia Ospedale del Delta, infatti, si sta organizzando per fare il punto della situazione e valutare quali azioni future intraprendere contro il piano di riorganizzazione della sanità provinciale.

Per questa sera (venerdì 25 ottobre), alle ore 21, il Comitato ha infatti indetto un incontro presso il “Bar del Teatro” in piazza Matteotti a Codigoro che ha lo scopo di decidere eventuali iniziative di lotta. “Le tristi vicende accadute, ovvero i tagli ai vari servizi alla sanità ferrarese, dopo il voto della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria, tenutasi a Ferrara il 26 giugno scorso (votata dai sindaci della provincia estense), che hanno coinvolto tutta la Provincia di Ferrara, con particolare riguardo al nostro prezioso Ospedale del Delta, non possiamo più rimanere inerti: per noi ed in particolare per le generazioni future”, così Nicola Zagatti, cofondatore ed attivista del Comitato Salvaguardia Ospedale del Delta.

Zagatti, che a nome del Comitato dichiara di aderire alla protesta diffusasi in tutta la provincia di Ferrara, parla di annichilimento della già dimezzata sanità ferrarese con il taglio di 50 milioni “per salvare il ‘contratto d’affitto’ di Cona”. E ricorda alla cittadinanza “che quando colui che ricopre un incarico istituzionale dice che ha “già troppo da fare”, ed ignora volontariamente la cittadinanza, una parte di essa oppure anche solo un individuo, significa che ha perso lo spirito di volontà che lo dovrebbe “sostenere sempre” e quindi lasciare immediatamente il proprio incarico sarebbe il minimo dovuto a chi ha creduto in egli eleggendolo: ma tale evento sarà arduo vederlo accadere, dato che costui sarà troppo assuefatto dall’inebriante sensazione di potere che anche un solo piccolo incarico può dare. Noi non li vogliamo aiutare. Non saremo loro complici. Noi “non vogliamo morire in ambulanza””.

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