Politica
24 Ottobre 2013
“Il Pd è gestito da una Casta che se ne strafotte dell'opinione dei cittadini”

Franesi, io l’anti-Tagliani

di Marco Zavagli | 4 min

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fotoPietro Franesi, candidato sindaco Pd di Ferrara. Si presenta così lo sfidante fai-da-te di Tagliani. Uno sfidante che ancora attende di essere tale. Perché dall’eventuale corsa alle primarie con l’attuale sindaco di Ferrara lo separa una non facile raccolta di firme.

Franesi ha iniziato la sua corsa solitaria attraverso facebook. Qui, alla pagina “Una testa un voto”, ha iniziato a protestare contro quella che ritiene una violazione dello statuto del suo partito, la mancanza di primarie per scegliere il candidato sindaco della città.

Quando è nata l’idea di candidarsi?

Dopo aver letto l’intervento di Calvano e Merli nel quale annunciavano il candidato unico Tagliani. Credo che un partito nato per dare la voce ai suoi elettori non possa permettersi questo.

Che partito è il Pd?

È un grande popolo che purtroppo è gestito da una casta che se ne strafotte dell’opinione dei cittadini.

Perché allora non ha fatto un’identica scelta cinque anni fa?

Non ne sentivo il bisogno e, a causa del lavoro, non ero quasi mai a Ferrara. Ora è una necessità riaffermare certi principi di democrazia interna, specie dopo la scelta a livello nazionale di allearsi con il Pdl. Basti un esempio: in Germania la Spd, a differenza del Pd, ha consultato tramite referendum i suoi elettori sulla possibilità di creare un governo di larghe intese.

Per candidarsi però non basta la volontà.

Devo raccogliere almeno 300 firme di iscritti oppure il 30% delle firme dei 136 componenti dell’assemblea. Sono sicuro di raggiungere l’obiettivo. Ho già un bagaglio di sostenitori da cui partire.

Il tempo però è tiranno. Il termine utile è il 15 novembre e le schede sono arrivate tardi.

È da più di un mese che le ho chieste, ma hanno fatto finta che non esistessi. Nemmeno un comunicato per avvertire che c’era un altro iscritto che voleva candidarsi. Poi, il 20 ottobre, vengo a sapere che si è stabilito il 15 novembre come termine ultimo…

Intanto, sempre su facebook, è partito con pillole di programma elettorale. Come l’ipotesi di abbattere il grattacielo. Non è demagogia questa?

No, è già stato fatto in altre città, come New York. Dietro c’è anche un ragionamento economico: l’abbattimento sarebbe meno dispendioso del mantenimento dell’attuale politica di prevenzione contro la criminalità.

Altre proposte riguardano Cona.

È il simbolo della filosofia che ha governato questa città da vent’anni a questa parte. La classe dirigente ha deciso di puntare sui grandi investimenti, come Cona, l’idrovia, la Cispadana, come se i problemi si possano risolvere pensando in grande. Ferrara ha bisogno di qualità, non di quantità.

Nella sua ipotetica giunta vorrebbe anche gli assessori volontari. Eppure è un principio che nasce nell’antica Atene la retribuzione per incarichi pubblici, per dare la possibilità di accedervi anche ai ceti meno abbienti.

I miei assessori sarebbero sì volontari, ma competenti. E in Grecia non c’era il livello di corruzione che c’è in Italia oggi. Se un assessore deve mantenersi allora può svolgere il suo incarico part time. Un modo per dare lavoro e responsabilità ai tanti dirigenti che già esistono. L’assessore può essere figura di indirizzo e garante dei diritti dei cittadini.

Altra proposta che potrebbe essere tacciata di demagogia: la carta di credito da 200 euro per i poveri.

È un modo per rispondere a un problema di reddito della cittadinanza. I soldi ci sono, è un problema di scelta su come destinarli.

In più occasione ha definito la sua scelta come una candidatura contro la Casta. Qual è la Casta?

È ampia. Ne fa parte il sistema politico, quello economico, dell’informazione. A Ferrara decidono le persone che contano e non esistono posizioni alternative. Bastava guardare in Carife, prima del commissariamento, l’elenco dei soci della Cassa e della Fondazione. Tutti questi hanno espresso meraviglia davanti alla decisione di Bankitalia. Ma da anni sapevano che la banca era sull’orlo del fallimento e nessuno ha informato i piccoli azionisti..

Altro tema elettorale: Hera.

Detta le condizioni al sistema politico locale. Penso al referendum sulla geotermia, al momento solo promesso da Tagliani. Io personalmente sono contro la perforazione del suolo, ma se i miei cittadini tramite referendum decidessero il contrario rispetterei la loro volontà. Ma il referendum lo farei. E prima delle elezioni. In generale comunque deve passare il concetto che non si può scambiare il territorio con opere che non servono. Pensiamo alla turbogas. Ora che ce l’hanno imposta ci dicono che non serve e il prezzo dell’energia all’interno del petrolchimico è aumentato. Bisogna smetterla di pensare che i cittadini siano burattini da offendere. Con Hera bisogna dire chiaro e tondo che a Ferrara non vogliamo monopoli.

Passiamo alla quotidianità. C’è un altro caso, questa volta umano, che ha sconvolto la città. Quello di Erik Zattoni. Nessun politico del suo partito si è espresso pubblicamente.

Ho seguito la vicenda. Purtroppo il giorno della manifestazione ero lontano da Ferrara, altrimenti vi avrei partecipato. Ho provato fastidio per la prima risposta del vescovo. Che nessun politico abbia replicato non mi meraviglia. Si avvicina la campagna elettorale e temono di perdere i voti cattolici. Non dico altro perché non vorrei speculare su questo dramma.

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