Cronaca
21 Ottobre 2013
I ferraresi mostrano il messaggio in piazza San Pietro, ma per la polizia non è adatto a manifestazioni religiose

“Papa ascolta Erik”. Ma lo striscione viene fatto abbassare

di Ruggero Veronese | 3 min

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1384173_10153365051780527_56194869_nMigliaia di cartelloni alzati verso il balcone di Papa Francesco durante l’Angelus della domenica mattina, ognuno con una diversa preghiera, un appello o un omaggio al papa. Ma solo uno viene fatto abbassare dalla polizia romana presente in piazza San Pietro. Quello, portato da otto ragazzi ferraresi, che conteneva un semplice hashtag: #papaascoltaerik. Papa ascolta Erik, il ragazzo di Migliarino che attraverso l’inchiesta de Le Iene di Italia 1 ha reso noto quello che accadde 32 anni fa, quando sua madre, all’epoca 14 enne, rimase in cinta dopo essere stata stuprata dal parroco del paese.

Un caso che ha sollevato l’indignazione di gran parte della provincia e che alcuni ragazzi del gruppo “Ferrara by Night” (già attivi pochi mesi fa nell’organizzazione della “Postribolo Night” in risposta alle dichiarazioni del vescovo Luigi Negri) hanno deciso di portare all’attenzione del Papa, chiedendo che la chiesa riconosca le colpe di don Pietro e lo riduca allo stato laicale. Il loro cartellone tuttavia è potuto restare ben poco davanti agli occhi dei fedeli e alle telecamere che seguono in diretta l’evento domenicale. Dopo circa cinque minuti infatti il gruppetto è stato raggiunto da alcuni agenti (sia in divisa che in borghese) della questura di Roma, che hanno chiesto ai ferraresi di abbassare lo striscione e li hanno condotti fuori dalla piazza per l’identificazione. E mentre a qualche centinaia di metri Papa Francesco osservava le migliaia di fedeli presenti e si apprestava a rientrare nei propri appartamenti in Vaticano, i giovani di Ferrara by Night hanno dovuto aspettare l’esito dei controlli prima di rientrare a casa.

“È un peccato che non ci abbiano lasciato esporre il nostro striscione e ci abbiano fatto abbandonare la piazza, ma siamo contenti di averci almeno provato – commenta a caldo Michele Lecci, tra gli organizzatori dell’iniziativa -. L’idea che Ferrara non resti ferma riguardo a questa vicenda è positiva, e nei pochi minuti che abbiamo avuto per mostrare il nostro messaggio molta gente attorno si era già interessata a noi”.

Lecci racconta nel dettaglio quanto accaduto, fin dal momento dell’arrivo nella zona del Vaticano. “C’erano anche altre persone da Toscana, Lazio e Campania che ci hanno contattato per unirsi all’iniziativa – continua Lecci -, ma per poter mantenere un numero ristretto di manifestanti e non dar vita a una manifestazione non autorizzata, solo noi ferraresi siamo entrati nella zona all’interno del colonnato, dove abbiamo aperto lo striscione e siamo stati raggiunti dagli agenti”.

Durante l’intervento della polizia non sono nate tensioni e i ragazzi ferraresi cercano di evitare polemiche con le istituzioni, anche se fanno ancora fatica a spiegarsi il perchè dell’accaduto. “Hanno visto che siamo bravi ragazzi e che l’unica scritta era l’hashtag della trasmissione Le Iene, quindi non ci sono stati problemi. Avevamo anche alcuni volantini da distribuirli alle persone attorno, ma siamo stati fermati prima di averne la possibilità. Il nostro è stato l’unico cartellone a essere abbassato: dicevano che non era un messaggio idoneo da portare all’interno di manifestazione religiosa e alla fine in qualche modo carino ci è stato detto di allontanarci dalla piazza e di andare a visitare i monumenti di Roma. Ci sembra un po’ eccessiva come risposta, perchè come noi c’erano tantissime persone che esprimevano un pensiero personale. Il nostro era un pensiero positivo: non una provocazione, ma solo una richiesta di ascolto. Siamo andati per cercare di avere una risposta, ma a quanto pare in queste situazioni ci sono regole molto ferree”.

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