Cronaca
17 Settembre 2013
Dentro il tempio massonico di Ferrara. Le celebrazioni per i 40 anni della loggia Giordano Bruno

I massoni… della porta accanto

di Marco Zavagli | 4 min

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fotoChi pensava di trovarsi di fronte uomini con cappuccio e grembiule forse è rimasto deluso. I massoni ferraresi sono uomini in carne e ossa. Con nomi e cognomi, una professione normale, una famiglia e “nessun segreto da nascondere”, come assicurano gli anfitrioni all’entrata della casa massonica. Che anch’essa ha un normale indirizzo e recapito.

L’occasione di osservare da vicino una parte per molti sconosciuta di Ferrara arriva dal 40° anniversario di fondazione della loggia “Giordano Bruno”, che prossimamente darà il via a una serie di manifestazioni per testimoniare la propria presenza e la propria storia nell’ambito della società ferrarese.

Varcando le soglie di via Pergolato 6 a Ferrara però la fantasia del “profano” viene soddisfatta. Simboli cabalistici, documenti, libri esoterici e, perché no, qualche gadget pret a porter come i portachiavi con squadra e compasso. Poi le presentazioni. Ad attendere i giornalisti per la prima storica apertura del tempio massonico di Ferrara alla stampa c’è il maestro venerabile della loggia Giordano Bruno di Ferrara, Eligio Bolzan. Con lui i maestri delle altre due “officine” presenti a Ferrara, Germano Salvatorelli, maestro venerabile della Girolamo Savonarola, e Francesco Montagnese in rappresentanza della Loggia Meuccio Ruini di Cento.

Giusto il tempo delle presentazioni e agli obiettivi delle telecamere si apre la sala del tempio. All’interno tutti i crismi del simbolismo massone. Clessidra, statue del tempio di Salomone, i segni dello zodiaco, piramide, candelabro, livella, il motto libertà uguaglianza fraternità e il triangolo dedicato al grande architetto dell’universo. “Qui ci raduniamo ogni quindici giorni” esordisce Bolzan. Davanti al desco dei maestri c’è una bibbia. Un passaggio del vangelo di Giovanni apre ogni incontro. “Tra apprendisti, compagni e maestri siamo un centinaio in tutta Ferrara – prosegue il venerabile -, di tutte le età e di tutte le professioni, dai professionisti agli insegnanti, agli impiegati, ai medici, ai commercianti”. E politici? “Non ci risulta che nessun iscritto ricopra incarichi amministrativi”.

Tra i propri padri nobili ferraresi, i “fratelli” estensi possono annoverare Ugo Bassi, il garibaldino Nino Bonnet, Giuseppe Borgatti, cui è intitolato il teatro di Cento, Giuseppe Borselli, cui è dedicato l’ospedale di Bondeno, Max Astoli, uno dei più fidati collaboratori di Rockfeller, al quale venne intitolato un intero padiglione del vecchio Sant’Anna. Vengono poi il conte Vittorio Cini, i risorgimentali Vincenzo Barlaam, Vittorio Oroboni e Gaetano Ungarelli (ricordati in città a livello toponomastico), Pico Cavalieri, eroe della Prima Guerra Mondiale la cui famiglia donò alla città l’omonimo palazzo di corso Giovecca, la Cassa della Patria. Fu generoso donatore anche Giulio Gatti Casazza, direttore della Scala e del Metropolitan Theatre di New York, che contribuì la restauro del Comunale.

Arriva nel frattempo il presidente della Circoscrizione Goi (cioè dell’obbedienza del Grande Oriente d’Italia) dell’Emilia Romagna, l’avv. Gian Giacomo Pezzano. Spetta a lui l’introduzione ufficiale. “Siamo qua – apre – per far vedere che siamo persone normalissime e vorremmo sfatare quei tabu che ci dipingono come qualcosa di nascosto. E invece siamo uomini che operano seguendo tradizioni ben radicate nel tempo. Questo non è un luogo dove si cospira, ma una fucina di uomini dove si cerca di migliorare se stessi”. Tradizioni i cui particolari sono riservati agli iniziati. Ai non adepti basti sapere che “tra le caratteristiche principali della massoneria c’è la tolleranza, il dialogo e quindi la conoscenza, di sé e dell’altro”. Proprio la conoscenza di sé in teoria dovrebbe spingere un profano a chiedere di entrare in una loggia. “Qui – prosegue Pezzano – il pensiero dell’uomo viene elevato verso l’universo, verso l’alto, verso l’ente supremo regolatore”. Che non necessariamente deve essere una divinità. E comunque “a Ferrara ci sono molti massoni che lavorano per il bene e il progresso dell’uomo”. E molti, a confidare nelle previsioni dei maestri, ne arriveranno. Visto che al momento in Emilia Romagna si contano 39 logge per 1200 iscritti, “con un aumento di 300 persone nell’ultimo anno”.

Ma come avviene il reclutamento – che in genere si concretizza in circoli tipo Rotary o Lions – di tanti futuri “fratelli”? “Meglio parlare di avvicinamento – corregge Pezzano -, perché non facciamo proselitismo. Se qualcuno si mostra interessato gli si presta attenzione cercando di percepire il suo intimo convincimento. Non vogliamo curiosi, ma gente genuina”. E possibilmente onesta, visto che tra i requisiti di entrata “c’è anche il certificato penale”.

Veniamo quindi al calendario delle celebrazioni. Si parte venerdì 25 ottobre alle ore 16.30 con la conferenza pubblica nella Sala della Musica di via Baccaleone 19, dal titolo “Massoneria e costituzione”. Sabato 9 novembre si terrà alle 16.30 il convegno “Giordano Bruno. La Fiamma Infinita”, cui seguirà alle 18 lo spettacolo teatrale “Giordano Bruno e la  Pietra della Bellezza” (con replica alle 21). Sabato 7 dicembre, alle 16.30, altra conferenza pubblica, sempre nella Sala della Musica di via Baccaleone, dal titolo “Massoneria e tolleranza religiosa”.

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