Cronaca
21 Agosto 2013
Le ripercussioni dell'allerta sui frutti di bosco fra consumatori e aziende. Mazzoni Group: "Da noi tutto in regola"

Epatite A tra paura e sospetto

di Redazione | 2 min

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frutti di bosco 2Dopo il giustificato allerta emanato dal Ministero della Sanità sull’epatite A riscontrata in confezioni di frutti di bosco congelati e l’inchiesta partita dalla procura di Torino che coinvolge anche una azienda ferrarese (e altre nove in Italia), la conseguenza è di paura e sospetto fra i consumatori fra gli scaffali dei supermercati. Secondo gli esperti dell’Unione Europea la causa sarebbe legata all’uso di acqua non potabile durante il lavaggio dei frutti di bosco prima del confezionamento, operazione, quella della preparazione e confezionamento, che viene effettuata da aziende specializzate italiane su prodotti già congelati provenienti in grandissima parte dall’estero.

Ma il sospetto, prima ancora che la procura di Torino abbia individuato i responsabili, oltre che sulle confezioni di frutti di bosco surgelati in vendita negli esercizi commerciali, ricade anche sulle poche aziende della nostra provincia che trattano questo tipo di prodotti. Con conseguente e inevitabile danno commerciale. Fra queste aziende una delle più grandi è la Mazzoni Group, che ha proprio nei frutti di bosco il core business della divisione surgelati. “Noi siamo distributori di prodotti che poi vengono da altri confezionati e rivenduti – spiega Luigi Mazzoni, uno dei soci dell’azienda di famiglia – quindi non è nostro mestiere preparare il prodotto per la vendita nei supermercati. Non abbiamo alcuna notizia di indagini che coinvolgano la nostra azienda, tanto più che abbiamo compiuto numerosissimi campionamenti sui nostri prodotti e su tutta la filiera e luoghi di produzione, che hanno dato sempre esito negativo. Fra l’altro si tratta di campionamenti volontari effettuati da un istituto pubblico, l’Istituto Zooprofilatto di Brescia, opponibili quindi a terzi. Restiamo quindi tranquillamente in attesa degli sviluppi di questa vicenda”.

Come lo stesso Luigi Mazzoni conferma, l’origine dei prodotti non è italiana, ma è così praticamente da sempre. “La produzione italiana di frutti di bosco è minimale – spiega – quindi ci si rifornisce dall’estero. Non saprei dire però, non essendo il mio mestiere, se le aziende che confezionano il prodotto in Italia usino lavare il prodotto prima del confezionamento, il che mi parrebbe alquanto strano essendo già congelato”. Quanto alle ripercussioni economiche, al momento non sono ancora calcolabili. “La prima allerta è stata data un mese fa per le buste che si trovano nei supermercati, prodotto che, ripeto, noi non facciamo – commenta Mazzoni – e di certo la notizia apparsa sui media non aiuta il commercio e le aziende del settore. La notizia che vi sarebbe anche un’azienda o più aziende ferraresi nel mirino della procura, poi, mi è sembrata alquanto prematura, essendo giunta prima di qualsiasi conclusione della procura stessa”.

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