Eventi e cultura
4 Agosto 2013
'Ferrara Sotto le Stelle' chiude con 16mila presenze. Il presidente Roversi traccia il bilancio

“Piazza Castello? Valore aggiunto del festival”

di Redazione | 5 min

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(foto di Luca Gavagna)

(foto di Luca Gavagna)

Non è stato facile mantenere anche quest’anno la rassegna e, soprattutto, ai livelli di pubblico che solitamente raggiunge. Per “Ferrara Sotto le Stelle” si può ben parlare di successo, in parte dovuto al ritorno nella originaria location di piazza Castello alla quale nel 2012 il terremoto ha costretto a rinunciare, con spostamento dei concerti al Motovelodromo.

Un bilancio della manifestazione a “bocce ferme” lo ha compiuto Roberto Roversi, per tutti “Bobo”, presidente dell’associazione che organizza l’evento.

La rassegna è tornata in Castello dopo l’esilio forzato del 2012… com’è andata? E il motovelodromo potrà essere ancora utilizzato in futuro per concerti “speciali”?

“Mi sembra che piazza Castello si sia confermata una location ideale per il Festival, almeno a giudicare dal feedback del pubblico, da una parte, e degli artisti e dei promoter, dall’altra. La suggestione del contesto architettonico credo apporti un innegabile valore aggiunto allo show; l’unico limite è rappresentato dalla capienza, che ha impedito alle due date che sono andate sold out con largo anticipo di ospitare almeno 2-3000 spettatori in più. L’esperienza dello scorso anno al velodromo, per quanto maturata in una situazione di assoluta emergenza, è stata un test importante per sondare uno spazio che può essere allestito in modo tale da poter ospitare un pubblico molto più ampio. Quindi è un’opzione che andrà tenuta in considerazione per il futuro”.

Quali sono stati i numeri della rassegna in termini di pubblico, sbigliettamento e costi generali (entrate-uscite)?

“Le presenze sono state 16.200. E’ un calcolo semplice, dal momento che tutti i concerti erano a pagamento e quindi non è necessario fare “stime”, ma semplicemente sommare i biglietti venduti.

La movimentazione complessiva del festival si aggira intorno ai 600.000 euro, stime più precise saranno possibili solo tra qualche settimana, quando saranno disponibili gli importi relativi soprattutto ai consumi di energia e ad altre forniture di cui ci siamo serviti.

Oltre ai costi consueti, in questa edizione abbiamo dovuto affrontare alcune spese supplementari. In primo luogo, per il personale di sicurezza, a vigilanza del ponteggio costruito per i lavori post-sisma sul lato della Ragioneria del Comune. Inoltre, per esigenze sceniche, è stato necessario allestire un palco di dimensioni maggiori, per potere ospitare produzioni di particolare complessità. In questo senso ha inciso inoltre la durata dell’allestimento, che ha comunque permesso l’utilizzo gratuito della struttura anche per il concerto della Pfm da parte della Lega Disabili Nazionale e il Saggio annuale della Scuola di Musica Moderna diretta da Roberto Formignani”.

Molti grandi festival in Italia hanno avuto difficoltà fino a dover rinunciare alla stagione 2013; come ha fatto invece Ferrara Sotto le Stelle a garantire la continuità?

“In effetti l’estate live italiana è stata funestata da rinunce, rinvii, anni sabbatici e annullamenti di alcuni tra i principali festival italiani, dall’Heineken Jamming Festival a Independent Days a Rock in IdRho, solo per ricordarne alcuni.

Del resto il crollo dell’industria discografica ha trasformato completamente le dinamiche del mercato del live. Il download sul web e la pratica del peer to peer, hanno rivoluzionato le modalità di fruizione della musica, provocando un vero e proprio collasso dell’intera industria. In buona sostanza, gli introiti su cui gli artisti potevano contare dalla vendita dei dischi ora devono rientrare dalle esibizioni live. Per cui si è assistito ad una sistematica acquisizione da parte delle major discografiche delle principali agenzie di booking e ad un aumento indiscriminato del cachet degli artisti (che si è riverberato sul prezzo dei biglietti). Da cui l’aumento del rischio d’impresa per gli organizzatori e, nel peggiore degli scenari, la possibilità di rimesse molto pesanti.

Credo che Ferrara abbia retto l’urto perché ci siamo mossi con grande anticipo sui competitori e negli anni siamo riusciti a costruire rapporti molto solidi con i nostri partner (nonchè investitori) privati. E forse anche perché storicamente abbiamo sempre avuto riscontri di pubblico importanti, un elemento al quale i promoter nazionali sono comprensibilmente molto sensibili”.

C’è qualcosa che è possibile migliorare nella logistica di piazza Castello?

“Lo spazio è talmente circoscritto che non è facile ipotizzare grandi cambiamenti. La costruzione del secondo dehors, qualche anno fa, ha occupato una parte della piazza da cui si godeva di un’ottima visibilità. Il marciapiede lungo il fossato del Castello viene transennato per motivi di sicurezza e come corsia di soccorso per eventuali interventi di emergenza. Di fianco al mixer viene allestita la rampa della pedana per le persone disabili. Allo stato, credo che l’allestimento attuale sia il migliore possibile”.

fe sotto stelle pubblicoQuale riflesso in termini di turismo ha avuto la rassegna?

“Rimbalzerei direttamente la domanda alle relative associazioni di categoria, che sono i soggetti più qualificati per dare una valutazione in merito; peraltro mi risulta che il sito dell’Amministrazione Provinciale pubblichi ogni mese il movimento degli esercizi ricettivi.

Per quanto ci riguarda, siamo in attesa, da parte delle piattaforme di prevendita online, dei tabulati relativi alla dislocazione geografica del pubblico dei concerti.

Ovviamente, dal mio personale osservatorio, via email ho notato un numero molto maggiore di richieste di informazioni sull’alloggio in città di ragazzi stranieri (soprattutto dall’Europa dell’Est e dal Regno Unito): del resto sono ormai diversi anni che il festival cerca di assicurarsi date uniche o comunque in esclusiva per il nord Italia proprio per incrementare il numero delle presenze “non domestiche”.

Rispetto allo scorso anno il Festival ha fatto registrare circa 2.300 presenze in più: sono certo che, al di là del flusso turistico, la ricaduta economica della rassegna sul comparto del commercio del centro (bar, ristorazione, etc.) abbia avuto un impatto significativo”.

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