Cronaca
10 Luglio 2013
La diocesi: “La minaccia di una recinzione del sagrato era più una provocazione che non una soluzione "

Movida, passo indietro del vescovo Negri

di Redazione | 3 min

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admin-ajax.phpLa movida attorno al duomo? “Un problema di carattere culturale ed educativo” e non di ordine pubblico. E la soluzione di recintare il sagrato “più una provocazione che una soluzione”. Dopo il clamore suscitato dalla sua invettiva di una settimana fa sul “postribolo” formao da “centinaia o migliaia di giovani” in preda ad “alcol e droga”, infarcita poi da presunti episodi orgiastici, e dai successivi dati pubblicati da Estense.com in cui si dimostra che la situazione di piazza Duomo rientra nella tranquillità, il vescovo di Ferrara fa un passo indietro.

Luigi Negri, che nei prossimi giorni si assenterà “per impegni pregressi e irrinunciabili”, interviene per concludere da parte sua, “e con chiarezza”, come sottolinea una nota della diocesi, tutta la vicenda relativa alle serate universitarie.

L’arcivescovo con il suo intervento avrebbe solo “voluto aprire una serie di problemi reali, che occorreva forse guardare con maggiore attenzione da parte di coloro che sono intervenuti, ma ognuno interviene come può e come si sente”.

Innanzitutto ha voluto rilevare “un problema di carattere culturale ed educativo, determinato da una forte preoccupazione nei confronti dei giovani ai quali sembra che la realtà adulta non presti la necessaria attenzione, e che perciò vengono abbandonati a modi di concepire e di vivere l’esistenza sostanzialmente irragionevoli e privi di affezione”. Un problema che comunque “la società adulta deve affrontare, come le generazioni che ci hanno preceduto nei secoli, e in cui deve investire le migliori energie morali, intellettuali e anche economiche”.

La sua seconda preoccupazione è quella relativa al mantenimento in città di “un clima che, senza indulgere a nessun moralismo, salvi però gli aspetti di dignità che derivano dalla grande tradizione di questa città e del suo territorio. Gli atteggiamenti che sono tenuti sistematicamente nella piazza di fronte alla Cattedrale e nelle vie limitrofe, come alcuni degli intervenuti hanno pure dovuto ammettere, hanno bisogno quantomeno di una regolamentazione”.

Negri insomma voleva “aprire questo problema, non risolverlo”. Anche “la minaccia paventata di una possibile recinzione del sagrato era evidentemente più una provocazione che non una soluzione quantomeno mai effettivamente pensata. Questo non significa che il problema non debba essere affrontato dalle competenti autorità che il vescovo ha interpellato già da qualche mese, manifestando la sua disponibilità ad intervenire in un dialogo che si traduca in soluzioni operative”.

Del resto lo stesso capo della curia ammette che “nell’ambito dell’attuale legislazione siano già contemplate le disposizioni amministrative e disciplinari che contengono tutti gli elementi per arrivare ad una soluzione, e senza traumi di nessun tipo”.

Su una cosa però Negri non transige: “non può accettare l’insinuazione, diffusa in questi giorni, che egli sia contro i giovani e che non voglia un dialogo con loro. Lo testimonia il fatto che ha dedicato più di cinquant’anni della sua vita al dialogo con migliaia e migliaia di giovani, con cui ha condiviso un cammino che per molti di essi si è concluso con un recupero consapevole della fede e per altri ha aperto la possibilità di attesa e di ricerca”.

Il vescovo si dice quindi “disponibile all’incontro con i giovani nei modi e nei tempi che saranno concordati assieme, certamente a partire dalla seconda metà di agosto”. Nel frattempo “esorta tutti a superare le inevitabili reattività che si generano in un dibattito di questo tipo e a considerare le questioni nella loro oggettività per prepararsi ad una stagione di dialogo, proficua e foriera di soluzioni positive”.

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