Vorrei, in qualità di studente, e rappresentante dell’associazione studentesca di destra Azione Universitaria, commentare brevemente le recenti dichiarazioni riguardanti la vita universitaria ferrarese.
Partendo dal presupposto che isolati casi di inciviltà non possano far ricadere la colpa sulla totalità degli studenti dell’ateneo di Ferrara e che spesso a provocare problematiche in Piazza Trento Trieste non sono né studenti, né giovani, né tanto meno italiani, temo non sia chiaro, o riconosciuto, il fatto che senza la nostra università la realtà ferrarese sarebbe ancora più grigia, povera e monotona.
Non è ben chiaro il perché di questo recenti critiche verso gli universitari, che oltre ad essere l’unica categoria a tenere in vita la realtà giovanile ferrarese, introducono un apporto culturale ed economico notevole alla nostra città.
Mi chiedo il perché la Giunta Comunale, in recenti occasioni, e il Vescovo Negri, ora, intendano denunciare, e condannare, qualcosa di innocuo e positivo per la nostra città.
Talvolta queste prese di posizione sfociano nell’assurdo. Un esempio è l’incredibile condizione raggiunta dopo il divieto di ritrovi serali giovanili in Piazza Ariostea, per cui si vedono passare le volanti della municipale che controllano che nessuno si ritrovi sui prati o sul monumento, quando sulle mura, ad appena 1.5 km da lì, fiorisce indisturbata una rete di spaccio in mano alla criminalità organizzata.
Ferrara ha tante cose che non funzionano e che sono da cambiare, così come altre, al contrario, sono meritevoli di tutela. Secondo il sottoscritto si può raggiungere il risultato voluto dal Vescovo senza bandire gli universitari dal loro tradizionale luogo di ritrovo, bensì semplicemente aggiungendo cestini per la spazzatura. La selva di bottiglie che molti, ma non tutti, si lasciano alle spalle può essere sì riconducibile al loro scarso senso civico, ma anche alla carenza degli stessi cestini negli spazi della piazza.
Alessandro Balboni, studente e rappresentante di Azione Universitaria