Lettere al Direttore
20 Giugno 2013

Toni Negri e il centro La Resistenza

di Redazione | 3 min

Il Centro di Promozione Sociale La Resistenza si è guadagnato negli ultimi due anni uno spazio importante all’interno del tessuto culturale cittadino ferrarese, proponendosi come luogo privilegiato per la realizzazione di progetti di vario genere: occasioni di ricreazione e socialità intergenerazionali lontane dalle logiche consumistiche, incontri e dibattiti su agricoltura e stili di vita sostenibili, offerta di corsi gratuiti di musica, danza, arte per tutti i soci e molto altro.

Ogni nostra iniziativa è caratterizzata da una costante apertura alla dimensione dell’altro e dal tentativo di arricchire la realtà cittadina attraverso eventi che promuovano la cultura anche attraverso l’attualità e l’analisi politica e sociale.

È pertanto inevitabile che questo sforzo talvolta incontri delle voci di dissenso e che alcune delle nostre attività siano state oggetto di discussione e critiche. Ove queste siano costruttive e pongano le basi per un dialogo aperto e produttivo, siamo molto lieti di accoglierle.

A nostro avviso, non sono però di questo tipo le polemiche piovute sul Centro Sociale in seguito all’organizzazione del ciclo seminariale di conferenze a tema “Crisi globale e costituzione del comune”. Gli incontri, a cura del Laboratorio Sancho Panza e del Collettivo Uninomade – del quale fanno parte accademici di rilievo internazionale – sono stati molto partecipati, date l’attualità e la problematicità del tema.

Il primo relatore, il professor Antonio Negri, è stato invitato a parlare degli ultimi studi da lui condotti in merito ai cambiamenti economici e sociali che stiamo vivendo e che determinano il nostro quotidiano, in particolare del valore dei cosiddetti “beni comuni”.

La dichiarazione del professor Negri – niente più che una frase – che tanto ha fatto scalpore, è giunta al termine della conferenza in risposta alla domanda di un uditore sull’attuale disaffezione nei confronti della politica. Estrapolata dal contesto e utilizzata come unico punto di partenza per quasi tutti gli articoli di giornale dei giorni successivi, questa affermazione è divenuta perno e cardine di tutti i discorsi fatti in merito alla legittimità o meno dell’iniziativa.

Indipendentemente dall’opinione che ciascuno di noi può avere sulla persona e sul suo passato, il professor Antonio Negri resta una personalità di grande rilievo, riconosciuta a livello mondiale, nonché uno degli intellettuali più brillanti ed attenti all’approfondimento del concetto di “Comune”. Averlo ospitato ci ha dato occasione di conoscere un impianto filosofico e politico ricco e complesso, certamente problematico, che si fa carico di una tradizione di pensiero e di pratiche su cui riteniamo importante riflettere.

Invitiamo chiunque abbia l’onestà intellettuale di confrontarsi apertamente e non attraverso le pagine dei giornali o i commenti in coda ad un blog, a partecipare ai dibattiti, in modo da arricchirli con la propria posizione, anche se in aperto contrasto con quella del relatore di turno.

Spendiamo infine due parole sulla polemica riguardo alla bandiera che sventola presso la sede del nostro Centro. La stella rossa altro non è che un omaggio alla lotta partigiana che ha liberato l’Italia dal Nazifascismo. La bandiera è stata appesa in occasione del 25 aprile, a memoria della sede del Comitato di Liberazione Nazionale cittadino – che si trovava proprio in via della Resistenza – e di chi si è sacrificato con coraggio e abnegazione per dare al Paese democrazia e libertà. Ci rammarichiamo del fatto che un gesto che riafferma e difende l’antifascismo alla base della nostra Costituzione e di cui riconosciamo con orgoglio il valore, sia stato travisato al punto da leggerci aneliti di sovversione.

Rifiutiamo ogni tipo di polemica e strumentalizzazione in merito. Non abbiamo alcun interesse personale da difendere; per questo non proseguiremo oltre nel rispondere alle accuse dei giorni scorsi, che crediamo siano state soltanto un tentativo di strumentalizzazione volto unicamente a fare sensazione e a vendere qualche copia di giornale in più. Il nostro operato risponde per noi: il Centro di Promozione Sociale Ancescao “La Resistenza” è uno spazio di incontro, confronto e scambio multigenerazionale, multiforme, libero, democratico ed aperto a tutti.

Il Direttivo

Centro di Promozione Sociale “La Resistenza”

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